Economia

Cooperazione, aspettando la Cina

Si apre la Conferenza sull'efficacia degli aiuti. Un'analisi di Luca De Fraia, di Action Aid

di Redazione

di Luca De Fraia
Segretario Generale Aggiunto ActionAid Italia

In Corea si discuterà nei prossimi giorni di come rendere più efficacie il sistema degli aiuti e della cooperazione internazionale. Si apre, infatti, domani a Busan la quarta conferenza sull’efficacia degli aiuti, che riunirà i delegati e i ministri di più 100 Paesi con l’obiettivo di misurare i progressi della comunità internazionale nella realizzazione dei principi adottati dalle conferenze internazionali di Roma, Parigi e più recentemente ad Accra nel 2009. Ma non si tratta soltanto di fare il punto della situazione ed oliare un meccanismo che richiede, invece, di essere ripensato.

A Busan si dovrebbe fare molto di più: l’ambizione è quella di portare dentro il sistema  che governa gli aiuti anche i  nuovi giocatori, principalmente la Cina e gli altri Paesi emergenti. Il colosso cinese è accreditato dalla Banca Mondiale di poco più di 2 miliardi di dollari in aiuti in 2009, con un incremento del 400% nei precedenti dieci anni. Nonostante si stratti di meno del 2% del totale degli aiuti, la direzione di marcia presa dal governo di Pechino ha impressionato la comunità internazionale, che cerca quindi di ricondurre queste attività alle migliori pratiche delle comunità internazionali, per il rispetto delle priorità dei Paesi partner e la massimizzazione dei risultati per la della riduzione della povertà.

Non solo. L’obiettivo ambizioso è anche quello di passare da un sistema centrato sulla nozione dell’efficacia degli aiuti a quello che guarda all’efficacia della cooperazione allo sviluppo nel suo complesso. Un passaggio di un certo peso per la comunità internazionale e che guarda al ruolo dei soggetti del mondo dell’imprese come agenti di sviluppo, e insite sul nesso fra sviluppo e crescita. Proprio questo passaggio è quello che risulta meno accettabile per molte  delle organizzazioni non governative che seguiranno il Vertice nei prossimi giorni. Infatti, se può essere accettabile sostenere un documento conclusivo dai contenuti imprecisi  e dal futuro incerto, per le ONG è meno credibile essere incluse nel novero di quelli che accettano una dichiarazione che sostiene che lo sviluppo (development) è guidato dalla crescita (growth). Per certi versi si tratterebbe  di anteporre i mezzi ai fini.

Il negoziato sul testo della dichiarazione finale di Busan va avanti anche in queste ore. Le organizzazioni non governative hanno partecipato a questo processo; in questo senso, si tratta forse di una prima assoluta.  Adesso devono fare i conti con l’assenza di progressi su questioni fondamentali, come nel caso della fine dell’aiuto legato e il pieno sostegno delle priorità dei Paesi partner da parte dei donatori. La questione del vincolo dello sviluppo alla crescita non è ancora risolta. Su questi basi, a poche ore dall’inizio del Vertice di Busan, il futuro del negoziato rimane incerto


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