Mondo

Il piano di Monti. La stampa acconsente

Così i giornali raccontano e commentano il discorso del premier

di Lorenzo Alvaro

 

Ecco come i quotidiani italiani hanno accolto l’illustrazione del piano del neo premier Mario Monti. Tre le direttrici principali: pensioni, Ici, lavoro
 
 
In rassegna stampa anche:
INDIA
BENETTON
 
 
“Pensioni, Ici e lavoro: il piano di Monti”. Il CORRIERE DELLA SERA scolpisce a tutta pagina i tre punti forti che segnano il programma del governo di Mario Monti che ha raccolto ieri il voto favorevole del Senato (“no” dai 25 senatori leghisti). Un’altra triade invece per i principi guida, enunciati dal titolo che accompagna il servizio di pagina 2, ovvero “rigore, crescita ed equità”. Si comincia insomma con le misure cosiddette di lacrime e sangue, a partire dall’imposta sulla casa: la reintroduzione dell’Ici, che si chiamerà Imu (imposta municipale unica), pare scontata, e la patrimoniale non viene citata, ma nemmeno esclusa. Monti ha infatti indicato «la necessità di rimodulare gli interventi di monitoraggio sulla ricchezza accumulata». E conferma la necessità di valutare un’eventuale manovra correttiva. Inoltre, «per la lotta all’evasione confermata la linea di aumentare al massimo la tracciabilità del denaro, limitando al minimo dunque l’uso del contante. probabilmente tutti gli esercizi commerciali saranno obbligati ad avere il Pos per il bancomat o la carta di credito. Anche l’aumento dell’Iva diventa una delle possibili carte da giocare».
Si parte, dunque. Mette in guardia Dario Di Vico, nell’editoriale: «Per portare a compimento anche solo una parte dei provvedimenti che Monti ha illustrato ieri, il nuovo esecutivo dovrà evitare che alle preoccupazioni e alle riserve largamente presenti nei gruppi del Pdl si saldi il mugugno di un ceto medio allarmato dalla somma di misure come la reintroduzione dell’Ici, l’abolizione degli Ordini e l’azzeramento dei privilegi nel trattamento previdenziale. Bisognerà porre, dunque, molta attenzione alla tempistica dei provvedimenti e all’efficacia della comunicazione. Ben venga il completamento della spending review ma i tempi del consenso non sono quelli dell’accademia e di conseguenza i tagli al budget statale e un segnale forte in materia di lotta all’evasione è bene che anticipino eventuali aumenti delle entrate». Il piano d’azione lascia “freddo” Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, e, annota il Corriere, «in tanti nel partito chiedono la sua testa». Primo intervento da leader dell’opposizione, diciamo così, anche per Silvio Berlusconi, che mette i suoi “paletti”: «No a patrimoniale e Ici», denunciando una situazione da «democrazia sospesa». Infelice, in questa fase di avvio, l’uscita del neo ministro dell’Ambiente Corrado Clini, che si guadagna l’intera p.15. In diretta radiofonica su Radio2 ha detto che: «Il ritorno al nucleare è un’opzione sulla quale bisognerebbe riflettere molto, anche se quello che è avvenuto in Giappone dovrebbe scoraggiare. A certe condizioni è possibile, rimane una delle tecnologie chiave a livello globale». Immediate le reazioni contro (Di Pietro e tutte le associazioni ambientaliste), che fanno scattare la controreplica del ministro: «Era una battuta, il caso nucleare è già chiuso».
 
«Non siamo il governo dei poteri forti». È il titolo di apertura della prima pagina de LA REPUBBLICA. Al centro una vignetta di Altan: «Non esageriamo», dice il suo caratteristico omino. L’analisi del discorso di ieri del presidente del Consiglio è a cura di Curzio Maltese: «Con voce monotona, come leggesse la lista della spesa, Mario Monti ha elencato una serie di provvedimenti per i quali in Italia servono le rivoluzioni. La lotta vera all’evasione fiscale, a partire dalla tracciabilità del contante e del redditometro. La riforma del fisco e quella della burocrazia, l´accorpamento dei comuni e l´abolizione delle province. Lo smantellamento dei privilegi corporativi, il ritorno dell´Ici e così via». Annota Maltese: «siccome Monti ha l´aria di chi non si limita agli annunci, sulla schiena dei parlamentari, che di clientele campano, ogni volta era un brivido. È un programma di classica destra liberale, a metà fra il moderno conservatorismo europeo e la destra storica di Cavour e Minghetti, tanto per chiudere in bellezza l´anno delle celebrazioni unitarie. Come tale è un programma discutibile. Ma è significativo che in Italia non lo discuta tanto la sinistra, quanto la destra populista». Ai contenuti degli eventuali provvedimenti è dedicato un Dossier di quattro pagine, «Verso le misure del governo». Tre i capitoli: il fisco, «torna l’Ici sulla prima casa. Sarà una maxi –imposta comunale. Più iva ma Irpef alleggerita»; le pensioni, «contributivo contro le disparità padri-figli e uscita dal lavoro non prima di 63 anni»; il lavoro, «arriva il contratto unico contro la precarietà e per i disoccupati il sussidio sarà un vero aiuto». Alla dichiarazione del ministro dell’Ambiente è dedicata tutta pagina 17: «Clini: ripensare al nucleare. Poi fa dietrofront». Tra le reazioni: «L’ira di Realacci: “Guardi al futuro, non al passato”».
 
IL SOLE 24 ORE dà grande spazio ovviamente al discorso di Mario Monti a partire dal titolo in prima “La cura Monti parte da fisco e lavoro” e proseguendo con ben due editoriali. Il primo, “Riformismo vero senza strappi”, firmato da Guido Gentili più sui temi economici: «Rigore, crescita ed equità sociale: tutto si tiene? Nel comporre il puzzle di una manovra che deve rassicurare i mercati (ieri lo spread è sceso sotto quota 500, il Fondo Monetario e l’agenzia di rating Fitch hanno commentato positivamente l’esordio del professore alle Camere) e insieme raccogliere il massimo del consenso possibile in Parlamento, è stato evidente lo sforzo di Monti di calibrare le parole e misurare al millimetro pesi e contrappesi delle prossime scelte di politica economica. Il mix politico tra vecchio e nuovo, tra ciò (e non è poco, se si pensa alle legge di stabilità) che viene ripreso dell’impostazione del governo Berlusconi e ciò che soprattutto verrà fatto (su Ici e patrimoniale il centrodestra annuncia battaglia), è sintetizzato in modo efficace. Un riformismo dai toni piani ma non per questo meno incisivo. Con un messaggio molto chiaro ai cittadini: vi saranno chiesti sacrifici, ma anche la politica dovrà adeguarsi. Monti non ha parlato (e non lo farà in seguito) di “Casta”, ma il segnale è forte: “sono ineludibili gli interventi volti a contenere i costi di funzionamento degli organi elettivi”». Il secondo, “Ponti più solidi contro gli egoismo” a firma di Alberto Orioli, è più una lettura politica: «È la coesione solidale il filo comune tra l’idea di nazione e l’idea di Europa che si legge nel discorso di insediamento del presidente Mario Monti al Senato. Non a caso anche il disegno del nuovo Esecutivo prevede, a questo scopo, ministeri mai esistiti prima come è quello della Coesione territoriale il cui titolare è Fabrizio Barca, ma anche – seppure più indirettamente – quello della Cooperazione interna e internazionale governato da Andrea Riccardi. Si archivia, come ideologia – forse l’ultima – la difesa degli interessi locali, diventata troppo a lungo deriva «localista», e quella degli interessi nazionali declinati in Europa secondo un’idea darwiniana del “mors tua vita mea” risultata il vero, drammatico tradimento rispetto all’Europa dei padri (citati non a caso ieri da Monti) e anche delle ragioni stesse della nascita dell’euro. I piccoli o grandi egoismi, mossi in questi anni da mani invisibili che, unite, non sono state in grado di generare quell’interesse comune che invece preconizzava Adam Smith, hanno mostrato tutta la loro carica di devastazione. In questi anni, ad esempio, oscurare il capitolo sul Mezzogiorno o gestirlo solo in termini folkloristici (la Banca del Sud, ad esempio) ha anche rischiato di vanificare i grandi successi che l’azione del ministro Roberto Maroni ha avuto nella lotta alla criminalità organizzata. In Italia e in Europa è ormai chiaro che la lotta tra piccoli egoismi non crea mai un vincitore ma solo tanti sconfitti».
 
L’editoriale della LA STAMPA sulle parole di Monti è firmato da Luca Ricolfi sotto il titolo “La ricetta che serve al paese”. Questi i passaggi più significativi: «Molte delle cose sentite ieri, negli ultimi dodici anni le avevamo già ascoltate da Berlusconi e da Prodi: la promessa di abbassare le aliquote, ad esempio, è stata la parola d’ordine di tutti i governi di centro-destra, mentre la formula trinitaria «rigore-crescita-equità» è stata il leit motiv dell’ultimo governo di centro-sinistra. No, la novità del discorso di Monti è un’altra. La novità sta nell’assemblaggio, ben più che negli ingredienti. Quel che Monti ci ha offerto ieri è una visione dei problemi della società italiana al tempo stesso scontata e nuovissima. Scontata perché, come ha sottolineato egli stesso in un passaggio del suo discorso, le misure per uscire dalla crisi sono le stesse che «gli studi dei migliori centri di ricerca italiani» invocano da anni. Nuovissima perché mai, in nessun discorso dei precedenti presidenti del Consiglio, le priorità del Paese sono state enunciate con altrettanta forza, e in un ordine così preciso». E ancora: «L’idea centrale di Monti, in altre parole, pare essere quella di utilizzare sia i proventi della lotta all’evasione, sia i margini di manovra impliciti nella delega fiscale, per cambiare radicalmente la composizione del gettito: aliquote più basse su lavoratori e imprese, finanziate contrastando il sommerso e aumentando il prelievo su consumi e patrimoni». Il caso Clini occupa l’intera pag 9 sotto la testatina Primo Piano. «”Energia nucleare? Sì, a certe condizioni”. Bufera sul neoministro». Il pezzo è di Flavia Amabile. «E dire» nota la giornalista «che i ministri erano anche stati avvertiti, come raccontava ieri il neo-Guardasigilli Paola Severino, a stare attenti e a non parlare troppo. Clini invece non ha lesinato le risposte. Per lui il nucleare è un’opzione «sulla quale bisognerebbe riflettere molto». Parole che scatenano una pioggia di proteste. In testa Idv, Pd, Verdi e associazioni ma sono talmente in tanti a replicare alle parole pronunciate da costringere il ministro a precisare in serata: «Non ho certo intenzione di riaprire una questione già risolta in modo chiaro con il referendum – spiega – e sono impegnato da anni nella promozione e nello sviluppo delle energie rinnovabili. La mia battuta sul nucleare fa riferimento all’esigenza di considerare che la tecnologia nucleare ha ancora un ruolo rilevante nel sistema energetico europeo e globale». Da segnalare infine una bella doppia pagina di reportage sull’Argentina a dieci anni dal default del 2001. Si parla di benessere ritrovato grazie all’agricolatura e ai mercati asiatici in un paese che ormai si è convinto che contino «le risorse e non le finanze».

Apertura d’obbligo sul discorso di Monti al Senato, mentre al viaggio del Papa in Benin è riservata la spalla “Il Papa in Africa per sostenere la Chiesa giovane”. “Monti: obiettivo riscatto” titola AVVENIRE che nell’occhiello sottolinea “Il programma del premier: riforme di pensioni, lavoro e fisco per lo sviluppo Omaggio appello alle Camere «Non siamo poteri forti». Contatti con Merkel e Sarkozy” Il catenaccio ricorda “Fiducia al Senato a quota 281: è record” e nella seconda riga “Berlusconi: i tempi del governo? Decido io”. L’editoriale di Francesco Riccardi, da titolo “L’umiltà e la visione” è dedicata a n “discorso non nuovo, ma rivoluzionario” come sottolinea l’occhiello. Si legge: « Nulla di nuovo, sinceramente. Ma molto di rivoluzionario, di questi tempi. Un’agenda strettamente tecnica di cose da fare e al tempo stesso l’apertura di un orizzonte di futuro. Che tratteggia un’Italia «riscattata», ricollocata al suo posto – al centro dell’Europa che ha contribuito a formare nei suoi ideali e a costruire nelle sue strutture – finalmente libera di riprendere in mano il proprio destino do­po essersi guardata dentro con onestà (…)» e conclude: «(…)  L’esecutivo Monti, che ieri ha ricevuto un’ampia fiducia in Senato, è il governo dell’ossimoro. Nasce forte della debolezza propria e del Paese. Tanto alternativo quanto dipendente dai partiti. Così necessario da poter essere spento in un soffio. Figlio di una tregua rivoluzionaria. In fondo, un governo di nessuno. Che la politica ha l’occasione di far diventare il governo di tutti. Per tutti. Politica alla massima potenza.». Per sei le pagine dedicate dalla 6 alla 11 che si aprono con un ampio resoconto-analisi del discorso del premier che spazia sulle pagine 6 e 7. Per arrivare al neo ministro dell’Ambiente si deve leggere pagina 10 dove, in basso, un box racconta di come “Clini scivola sul nucleare: si potrebbe fare Poi si corregge: «Il referendum ha risolto»”, nel sommario si ricoda “Pioggia di critiche sul ministro dell’Ambiente da Pd, Idv, Verdi e associazioni: «È nel passato» Polemica anche sugli Ogm”. L’ultima pagina sul nuovo governo guarda invece all’estero si apre su “Francia e Germania chiamano «Con l’Italia sfida comune»”, nel sommario si ricoda inoltre che “La prossima settimana il nuovo premier italiano sarà impegnato in un intenso tour di capitali: Berlino, Parigini, Bruxelles e Londra. È l’uomo su cui l’Unione europea punta per fa sì che l’Italia da minaccia esplosiva per l’Eurozona, diventi la chiave del superamento della crisi che sta contagiando anche altri Paesi”. Non manca anche un giro di orizzonti sulle prime pagine dei giornali internazionali.
 
 
“Veni, vidi, Ici” tre parole per il titolo di apertura del MANIFESTO che dedica la foto al novo premier. “Interventi su pensioni e Ici: Monti presenta in senato il suo programma. Poi rassicura: «Non sono il servitore di poteri forti». Il suo ministro dell’ambiente se ne infischia del referendum e già parla di nucleare. In serata arriva la prima fiducia. Berlusconi abbaia («stacco la spina quando voglio») ma il Pdl non morde (e vota)” sintetizza il sommario che rinvia alle pagine dalla 2 alle 4 per gli articoli di approfondimento e sempre al nuovo governo sono dedicati altri tre richiami su temi quali sviluppo e risorse “Slalom del premier tra tagli e tassi”; Lavoro “Se dietro c’è Ichino  occhio all’articolo 18” e riforma Gelmini “La continuità di SuperMario”. “Un passato tutto nuovo” è il titolo di apertura a pagina 2 in cui si racconta la giornata di ieri al senato per la fiducia al nuovo governo. In un ampio box a pagina 3, invece, occhi puntati sul ministro Corrado Clini che al suo esordio dice «Sì al ritorno del nucleare», ma poi “corregge il tiro” come sottolinea il titolo «È partito male, malissimo, il neo ministro dell’ambiente Corrado Clini. Cinquanta minuti dopo la presentazione del programma al Senato – ore prima del voto di fiducia – l’ex direttore generale di Stefania Prestigiacomo ha apertamente annunciato il suo amore per l’energia atomica (…)» e continua «(…) Il primo intervento pubblico del ministro per l’ambiente è stato un vero e prorpio spettacolo pirotecnico di  proposte care a Confindustria e alle grandi lobby europee, confermando un background di uomo da sempre attento ai temi ambientali: sì agli Ogm, sì al nucleare e sì alla Tav (…)». Un altro box “Le «eque» amnesie di SuperMario” è dedicato all’analisi di Giulio Marcon che osserva i punti trattati da Monti nel suo discorso e il cui tono è riassunto nel sommario:  “Rigore e equità. Ma nemmeno una parola sulla spesa militare o contro le grandi opere. E come finanziare l’integrazione sociale o nuovi ammortizzatori”, affidata invece a Galapagos l’analisi su fisco e crescita nel programma di governo nell’articolo di pagina 4 dal titolo “Il Pil è del 4,7% inferiore a quello del 2007 Solo mezze parole sulla patrimoniale”. A metà articolo Galapagos osserva «(…) Monti – almeno interpretando le sue parole – sembra pronto a varare una patrimoniale sugli immobili, anche se la parola “patrimoniale” nel suo intervento non è mai pronunciata. Ha tuttavia sostenuto che la tassazione sugli immobili in Italia è anomala rispetto all’Europa (…)».

IL GIORNALE apre a tutta pagina con il titolone “Occhio, ci entrano in casa”. Un allarme che si riferisce al fatto che «Monti annuncia una super Ici e tagli alle pensioni». L’editoriale è di Nicola Porro che fa un quadr della situazione economica. In taglio basso invece scrive il direttore Alessandro Sallusti che commenta la situazione con il suo “Un boccone amaro, ma il Pdl tiene”. «Il governo Monti rappresenta una solspensione della democrazia e il Pdl ha l’interruttore per spegnerlo se le cose non andranno come concordato». Anche Marcello Veneziani nel suo Cucù quotidiano sottolinea quanto sarà dolorosa la manovra Monti titolando “Il Paese mormorò: facci del male”.
 
“L’osso duro per Monti sarà la Cgil della Camusso” è il titolo de Il Punto di Sergio Luciano a pag 2 di ITALIA OGGI. Intransigente sull’abolizione delle pensioni d’anzianità,del contributivo pro quota e contro la flexesecurity. Una Cgil che però, fa notare Luciano  «rifiuta ciò che un tempo accettò Sergio Cofferati». Sindacati allarmati anche nel pezzo a pag 4  “Fornero sposa la riforma di Ichino”. Secondo l’articolo, alla soddisfazione di Sacconi che vede nel programma di Elsa Foriero una continuazione del suo operato, i sindacati rispondono con la necessità di un patto sociale e mettono in chiaro che invece di toccare le pensioni bisogna eliminare privilegi e sprechi. A pag 8, Marco Bertoncini, nel pezzo “Questo è un governo Monti-Passara” sostiene che è stata persa l’occasione di eliminare dei ministeri senza portafoglio. «La circostanza dell’esecutivo tecnico avrebbe consentito un’efficace sforbiciatura di non poche poltrone, e soprattutto una razionalizzazione dei ministeri esistenti, oltre che dagli evanescenti incarichi ministeriali ai ministri senza portafoglio»  Spazio anche a Romano Prodi.  A pag 9, la benedizione al nuovo governo da parte professore dell’ex premier nel pezzo “Prodi, il governo guidato da Monti va bene”.
 
 
 
E inoltre sui giornali di oggi:
INDIA
AVVENIRE – Ampio richiamo e un altrettanto ampio resoconto a pagina 22 per l’omicidio di una suora in India “Era la paladina degli sfruttati” sottolinea la seconda riga del titolo del richiamo. Si ricorda che la religiosa lottava contro le miniere e gli espropri nella regione del Kerala, che era stata messa nel mirino, ma le autorità locali avevano ignorato le sue richieste di aiuto. Sotto accusa le organizzazioni criminali che sostengono il business delle compagnie. Tra i pallini del richiamo anche un riferimento alla difficile situazione dei cristiani in Pakistan: “dopo la fuga all’estero del vescovo protestante minacciato, ucciso un pastore”.
 
BENETTON
AVVENIRE – Sul caso Benetton, AVVENIRE in prima sotto la foto di Obama titola il richiamo: “La Santa Sede: ora le vie legali Anche Obama protesta”. L’articolo è a pagina 16 in apertura con il titolo “Anche la Casa Bianca va all’attacco di Benetton” Nel catenaccio “La Santa Sede annuncia azioni legali contro la pubblicità” e nel sommario si ricorda: “La Segreteria di Stato vaticana: lesiva della dignità del Papa. E c’è chi, nel coro di critiche, propone di boicottare l’azienda trevigiana”.


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