Politica

Api al Governo: «Difendere l’economia sociale»

Riceviamo e pubblichiamo l'intervento di Vilma Mazzocco, dirigente nazionale Api.

di Redazione

«Porre Mario Monti a capo dell’Esecutivo significa optare per un rigoroso adempimento degli impegni che abbiamo assunto nei confronti dell’Unione Europea, secondo le linee che lo stesso Monti ha ripetutamente indicato, con precisione e coerenza, nel corso degli ultimi anni».                    

«Le dichiarazioni espresse da Monti sull’importanza di promuovere attività imprenditoriali sostenibili per rilanciare lo sviluppo e l’occupazione sono chiare – continua la Mazzocco. Un approccio responsabile al mercato equivale ad una crescita economica solidale ed inclusiva. Il “Single market act”, adottato lo scorso aprile dalla Commissione europea con l’obiettivo di concretizzare i benefici che derivano dal mercato unico a vantaggio della stabilità monetaria e della coesione europea, fa esplicito riferimento a cooperative, fondazioni, associazioni e al fenomeno emergente dell’imprenditoria sociale. L’orientamento al sociale è visto come elemento indispensabile per mantenere la stabilità del mercato unico europeo. La stessa relazione di Monti al Presidente della Commissione Europea Barroso del 9 maggio 2010, poi diventata base legislativa per il “Single market act”, esamina proprio le sfide strategiche e le possibili azioni in materia di libera circolazione dei lavoratori, servizi sociali d’interesse generale, appalti pubblici, politiche industriali, coordinamento delle politiche fiscali e politica regionale, come elementi fondamentali per riconciliare il mercato unico e la dimensione sociale e dei cittadini secondo la logica di un’economia sociale di mercato fortemente competitiva.».                                                                                                                                            «Il «Problema italiano è la scarsa crescita e la scarsa competitività – sottolinea la dirigente ApI. Quello che occorre è una rappresentazione credibile e con speranza del futuro, dalla quale si possa percepire che se c’è una distribuzione equa dei sacrifici, il Paese può riprendere a crescere. L’imprenditoria sociale è uno dei potenziali spesso inutilizzati nel nostro mercato unico. Rappresenta un buon esempio di approccio ad un’impresa che sia responsabile e che contribuisca, nel contempo, alla crescita e all’occupazione. L’attuale crisi congiunturale ha messo ancor più in evidenza la necessità di promuovere questa particolare forma di impresa, che già oggi conta su un numero importante di organizzazioni produttive con una prospettiva di ulteriore sviluppo. Le statistiche evidenziano, infatti, trend positivi sia sul fronte del numero di realtà operative che del saldo occupazionale, delineando un settore caratterizzato da dinamicità e capacità di innovazione. La crisi economica pone l’impresa sociale davanti a sfide inedite, sfide manageriali e, probabilmente, sfide di diversificazione. Si aprono nuovi spazi per operare non solo nell’assistenza e nei servizi alla persona, ma anche nella cultura, nel turismo, nella promozione del territorio».     

«Le imprese sociali – conclude la dirigente ApI – sono realtà molto produttive e competitive, grazie all’elevato livello di motivazione personale dei loro operatori ed è importante che anche il nuovo Governo Monti riconosca agli attori dell’economia sociale la capacità di produrre innovazione sociale, inclusione e ricerca di soluzioni originali e sostenibili ai bisogni dei cittadini. E’ questa la strada da seguire. Quella giusta. Con Mario Monti dobbiamo tentare di difendere un’economia sociale di mercato, che tenga insieme libertà di impresa e difesa della dignità della persona, anche dal punto di vista dei suoi diritti sociali, oggi inevitabilmente a rischio».

 

 

 

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