Non profit

Tu mangi, noi doniamo: nasce GoodDinner

Il portale unisce 10mila ristoranti che hanno accettato di donare a charity parte del conto dei clienti del web

di Sara De Carli

In tempi di crisi, anche le donazioni al non profit calano. Una strada per sostenerle e “tamponare” le perdite è quella di rendere il donare il più semplice possibile. Negli Usa ci stanno pensando da tempo, anche creando sinergie tra il profit e il non profit, unendo in un triangolo virtuoso e moltiplicatore le donazioni dei singoli e delle aziende.

Pochi giorni fa è nato GoodDinner – You Dine, We Give, una partnership tra GoodSearch e Rewards Network, un programma che coinvolge più di 10mila ristoranti che si impegnano a donare ogni volta che un cliente prenota una cena attraverso il portale della società GoodSearch.

La donazione avviene automaticamente. una volta che si registra la propria carta di credito, il ristorante scala la donazione nel conto. E più mangi, più doni: la percentuale del tuo conto che andrà alla charity è sel 2,5% se spendi nei ristoranti del network meno di 750 dollari, ma sale al 5% per gli “amanti del mangiar fuori”, cioè per chi spende più di 750 dollari all’anno.

Il costo della donazione non viene aggiunto al conto del cliente, piuttosto sono i ristoranti che versano una quota a GoodDining per partecipare: per loro, in fondo, è un “marketing program,” dice Scott Garell, CEO di GoodSearch. «È meno costoso che essere su Groupon e garantisce una maggiore fedeltà del cliente». Tra le idee da implementare, la possibilità di scegliere, al momento dell’ordinazione, a quale charity devolvere l’offerta.


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