Politica

I cattolici si astengono in attesa di “aria nuova”

La fotografia scattata dall'Ipsos

di Redazione

È stata presentata ieri la ricerca IPSOS su “Cattolici e politica. Tra astensionismo e voglia di impegno”, in collaborazione con la Fondazione  Achille Grandi per il Bene Comune e le Acli. La ricerca conferma il clima benissimo sintetizzato dal Card. Bagnasco lo scorso 27 settembre: “C’è da purificare l’aria, perché le nuove generazioni – crescendo – non restino avvelenate”.

 

1.La crisi della fiducia
Il segno degli ultimi mesi è la crisi complessiva di fiducia degli italiani non solo nei confronti della politica, ma in generale per tutte le principali istituzioni del paese. Tuttavia la sfiducia nei confronti della politica e dei principali schieramenti assume una rilevanza raramente emersa nella storia del nostro paese: rispetto ai due schieramenti principali (centrodestra e centrosinistra) si assiste a una crisi del centrodestra a partire dagli inizi del 2010, crisi che diventa massima nella seconda metà dell’anno, dopo la rottura Fini/Berlusconi e la crescita dei dubbi sulla capacità operativa del governo. Questa crisi premia solo in parte il centrosinistra: la gran parte degli elettori si rifugia nella sfiducia verso entrambi. Tra i cattolici impegnati la sfiducia si massimizza, soprattutto a scapito del centrosinistra. Allo stesso modo, nel corso del 2010 e con una caduta drammatica nel settembre del 2011, cala la fiducia non solo nei partiti, oggi ai minimi storici, ma anche nelle istituzioni di rappresentanza (Senato e Camera) che perdono circa 25 punti in poco più di un anno. Anche in questo caso sono simili le posizioni dei cattolici praticanti, anche se gli impegnati esprimono una fiducia lievemente maggiore nelle due camere. Stabile invece la fiducia nella Chiesa che pure perde dieci punti rispetto agli inizi del 2010, ma sostanzialmente tiene.

2. Il voto dei cattolici
Anche nelle tendenze generali di voto degli italiani nel loro complesso emerge con nettezza il distacco dalla politica e la difficoltà nell’individuare un’alternativa appetibile nella situazione attuale: cresce enormemente l’area “grigia” (incerti e astensionisti) che raggiunge i massimi negli ultimi mesi, mentre calano (sempre sul totale degli elettori) sia il centrodestra (in misura nettissima) sia il centrosinistra (in misura un po’ più contenuta). Tra i cattolici praticanti il dato è simile ma il centrodestra rimane la scelta prevalente pur se in netto decremento. Cresce l’opzione per il centro (UDC, FLI, API, MPA) ma senza un incremento proporzionale al distacco dai due grandi schieramenti. Al momento l’opzione centrista non sembra capace di catalizzare il malessere. In sostanza il mondo cattolico sembra in attesa di un’alternativa praticabile. Questa attesa è evidenziata anche dall’enorme rilevanza dell’area “grigia” proprio tra i segmenti praticanti: tra gli impegnati l’incertezza o la propensione all’astensione coinvolgono quasi la metà degli elettori.

Nel trend di voto dei cattolici praticanti (calcolato in questo caso sui voti validamente espressi) emerge una crisi del centrodestra determinata soprattutto da un distacco dalla Lega che perde oltre cinque punti percentuali, una crescita del centro che premia in particolare l’UDC e un lieve incremento del centrosinistra, in particolare del PD. Nel leggere questi dati va però sempre tenuto in considerazione che si sta parlando solo di poco più della metà degli elettori aventi diritto.

3. Le posizioni del cardinale Bagnasco e l’impegno dei cattolici
In generale gli italiani pensano che la politica debba esprimere una sintesi dei valori cattolici e laici (39%) o che la presenza della Chiesa nella politica italiana sia eccessiva (36%). Tuttavia circa un quinto pensa che i valori cattolici debbano essere affermati con più forza. Questa posizione si rafforza naturalmente nei cattolici praticanti, ma sia tra gli impegnati che tra i praticanti scarsamente impegnati la posizione prevalente, sia pur non maggioritaria, è quella della sintesi dei valori.

Ciò che emerge è una volontà di nuovo impegno dei cattolici che porti ad una valorizzazione delle istanze del loro mondo. Si sente la necessità di creare un movimento che possa unificare le diverse visioni pur presenti all’interno del laicato cattolico. Questa opzione non necessariamente deve dar vita ad una formazione politica che riunisca tutti i cattolici. Infatti, una forza organizzata dei cattolici è gradita solo all’11% degli italiani.


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