Politica

Voti, donne,immigrati e soldati

Domenica le prime elezioni libere nella Tunisa post Ben Ali

di Martino Pillitteri

Domenica 23 ottobre i tunisini saranno chiamati ad eleggere 218 membri della futura Costituente che avrà il compito di redigere la nuova costituzione del paese e dovrà decidere le modalità relative all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, i suoi compiti e i suoi poteri.

In lizza ci sono 1500 liste elettorali e 11.000 candidati. Si vota con il sistema proporzionale. I seggi verranno attribuiti, in numero variante da 4 a 10 a seconda dei residenti, in ognuna delle 27 circoscrizioni nazionali. Sui 218 seggi del nuovo Parlamento, 19 sono quelli riservati ai tunisini emigrati all’estero.

L’Italia è una delle sei circoscrizioni estere (sono sia in Europa, che nelle Americhe e nei Paesi arabi) e i 160mila tunisini attualmente residenti nel nostro Paese potranno eleggere tre deputati. In lizza per accaparrarsi il voto “italiano” ci sono 22 liste, ciascuna composta da tre candidati. 

La maggioranza dei tunisini che vivono in Italia sono uomini (il 67%, contro il 33% di donne). La comunità più vasta risiede intorno a Milano, con 60mila presenze. Segue Genova con 35mila, Roma con 30mila, Palermo con 20mila e infine Napoli con 16mila. Mentre l’11% è disoccupato, l’83% dei tunisini fa l’operaio, il 2,3% è un libero professionista e l’1,9% è impiegato. Gli studenti rappresentano solo lo 0,6%.

 La  grande novità di queste elezioni è che per legge la metà dei candidati è  di sesso femminile. Le quote rosa tuttavia, non occuperanno il 50% del parlamento. Nella maggioranza dei casi le liste eleggeranno solo il capolista di circoscrizione che spesso è maschio, con la donna al secondo posto.

 Sicurezza

Per garantire la sicurezza saranno dispiegati ben 42mila militari e poliziotti. La mobilitazione sarà generale e riguarderà sia le forze di terra che quelle aeree e marittime. In particolare, 22.313 soldati saranno impegnati sul campo con 2.500 mezzi e con l’ausilio di 14 velivoli militari per trasportare le urne nei centri adibiti allo spoglio delle schede, una volta concluse le operazioni di voto. La sorveglianza ai seggi (4.593 in tutto) è iniziata venerdì. Oltre ai 22.313 soldati, verranno dispiegati anche 20mila uomini della sicurezza, come ha spiegato Hisham al-Muaddab, funzionario del ministero della Difesa.

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