Volontariato

La patria del volontariato archeologico

Domani convegno di 30 associazioni del territorio per l'Anno europeo del volontariato

di Sara De Carli

AAA volontari cercasi. Per l’archeologia. Sabato 29 ottobre la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, in collaborazione con Associazione Civitas Claterna e Istituzione Anna Frank del Comune di Ozzano dell’Emilia, in occasione dell’Anno del Volontariato organizzano il convegno “Volontari per l’Archeologia“. 

A Ozzano dell’Emilia domani si incontreranno 30 associazioni di volontariato archeologico provenienti da tutta la regione, da Piacenza fino al mare. Il volontariato archeologico è presente in Emilia Romagna fin dall’inizio degli anni 60 e Ozzano dell’Emilia è senza dubbio un caso di eccellenza: qui infatti è nato negli anni 80 il progetto Claterna che, partendo da un gruppo di volontariato archeologico che accoglie appassionati e professionisti si è evoluto su un più vasto ambito e con maggiore respiro.

Durante la giornata Filippo Maria Gambari introdurrà le tematiche dell’Anno Europeo del Volontariato e presenterà le molteplici realtà di volontariato archeologico operanti in regione, dando spazio agli interventi di 18 associazioni, mentre la Sala Claterna, sede del Convegno, sarà per l’occasione arricchita dall’esposizione dei poster preparati dalle 30 associazioni aderenti e che costituiranno oggetto di confronto e discussione.

l tema del volontariato in Archeologia è particolarmente sentito in Emilia Romagna: qui questa particolare forma di associazionismo conta almeno mezzo secolo di vita. Ma se all’inizio degli anni ’60 l’obiettivo era quello di raccogliere e coordinare l’interesse e l’entusiasmo di appassionati di storia locale verso una capillare conoscenza del patrimonio storico-archeologico, ben presto le attività hanno cominciato a diversificarsi e ad aprirsi sempre di più al rapporto con il grande pubblico, in particolare a quello dei più giovani.

Oggi, il volontariato archeologico opera in stretto rapporto e spesso su impulso della Soprintendenza per i Beni Archeologici, che ne garantisce la qualità degli interventi e delle iniziative. Tali forze organizzate sempre più capillarmente sul territorio sono divenute indispensabile supporto non solo alle attività di tutela della Soprintendenza, ma anche a quelle di divulgazione e valorizzazione dei beni, diventando casse di espansione di una sempre più radicata necessità di conoscere e preservare la propria identità culturale attraverso le più antiche testimonianze.

La frequente presenza in questi gruppi di veri e propri professionisti dell’archeologia, che riescono a coagulare ed indirizzare al meglio le forze del gruppo qualifica il lavoro delle associazioni, che riescono così a maturare, anche in autonomia, progetti specifici di divulgazione della conoscenza del patrimonio locale che consentono di avvicinare anche un più vasto pubblico al mondo dell’archeologia.

Uno dei settori più proficui per sperimentare ciò è il mondo della scuola dove più vasta eco possono avere le iniziative di introduzione e approfondimento dell’archeologia e quindi della più antica storia del proprio territorio, con l’intento di creare una cultura del patrimonio sempre più diffusa e in grado di costruire dei futuri cittadini consapevoli del proprio passato e del suo valore per il futuro.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA