Cultura

Le speranze del vescovo di Tunisi

Il presule spera che il suo paese diventi un laboratorio di libertà e democrazia

di Redazione

«Spero che la Tunisia diventi davvero un laboratorio di libertà e democrazia. Speriamo che le elezioni vadano bene e il popolo tunisino possa vivere in tranquillità e pace, perchè merita di avere lavoro e futuro nel proprio Paese». È l’auspicio espresso al Sir, l’agenzia della Cei, da monsignor Maroun Lahham, arcivescovo di Tunisi, alla vigilia delle prime elezioni libere dopo la “primavera araba” che ha scosso i regimi nordafricani.
In Tunisia si voterà il prossimo 23 ottobre. Monsignor Lahham, che presenterà al Vaticano un rapporto post-elettorale sui risultati, aveva già scritto a luglio una lettera pastorale sulle elezioni, nella quale invitava all'”ottimismo e al discernimento”: “Il nostro primo desiderio – si legge nella lettera – è di vedere il Paese finalmente in una situazione di democrazia. Poichè fare una rivoluzione è una cosa, riuscire nella transizione democratica è un’altra”.

«I tunisini sanno – spiega il vescovo – che devono fare bella figura perchè rispetto ai Paesi arabi costituiscono un laboratorio e rispetto all’Europa sono coloro che portano avanti questo primo tentativo nel mondo islamico».
La popolazione si sta preparando alla tornata elettorale «con tanta calma. Non si direbbe che è in corso una campagna elettorale. Ci sono molte tavole rotonde e interventi in tv. Vengono trasmessi programmi che spiegano bene come fare per votare. Penso che le elezioni si svolgeranno serenamente».

In quanto ai risultati, monsignor Laham spiega: «Le sorprese delle elezioni non si possono prevedere. Si presentano 110 partiti, ma sono cinque o sei quelli più in vista. I sondaggi indicano come primo partito Ennadha (‘la verita”, ndr), che ha un orientamento islamico moderato. È dato intorno al 20-30%. Gli altri partiti dal 17% in giù. ‘Ennadhà sa bene che se vuole governare ha bisogno degli altri partiti, per cui deve mettere, come si dice dalle nostri parti, un po’ di acqua nel suo vino».
In linea generale «c’è gente fiduciosa e ottimista e gente preoccupata o che ha paura, come in tutte le società. Non credo ci saranno brogli. Siamo gente seria. Ma l’impressione generale è che tutto sia veramente tranquillo».

Inoltre, rileva il vescovo di Tunisi, «c’è voglia di partecipare ma non troppo entusiasmo. È la prima volta che si vota ma tutti i programmi sono simili. Tutti i partiti promettono il paradiso ma la gente non sa bene chi votare. C’è ancora incertezza e confusione, anche perchè è una novità». Per il resto «secondo l’ultimo sondaggio la gente vuole soprattutto lavoro e sicurezza. Tutto il resto viene dopo. In questi ultimi mesi c’è stata un po’ di confusione qua e là, ma la gente vuole solo lavorare e vivere in pace. Tutte le altre promesse sono vento». 

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