Cultura
Ieri in 2mila per seminare il futuro bio
Prima edizione italiana di "Seminare il futuro" coinvolte undici aziende agricole e biodinamiche
di Redazione
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Nella Giornata mondiale dell’Alimentazione si è svolta la prima edizione italiana di “Seminare il futuro”, evento internazionale che grazie ad EcorNaturaSì è arrivato per la prima volta in Italia. Nata in Svizzera e quest’anno giunta alla sesta edizione, l’iniziativa è proposta in 13 paesi nel mondo.
Erano 11 le aziende agricole e biodinamiche, dal Piemonte alla Puglia, coinvolte. Oltre 2000 i “seminatori” in tutta Italia.
«Attraverso questa semina – spiega Fabio Brescacin di EcorNaturaSì – abbiamo riaffermato l’importanza di nutrirci con alimenti non inquinati da additivi, sofisticazioni, residui chimici, abbiamo fatto un gesto concreto e simbolico allo stesso tempo, per riaffermare l’importanza dell’origine del cibo: il seme. Questo deve essere selezionato non solo per le sua produttività, ma anche per la sua compatibilità con la nostra salute. Il problema per molte aziende agricole sta nel fatto che la produzione delle sementi è concentrata nelle mani di poche aziende multinazionali, che esercitano un potere di decisione su cosa produrre e di conseguenza su cosa mangiare. Ma su questo il ruolo dei consumatori, dei cittadini, è molto importante».
A Bereguardo (Pavia), alle Cascine Orsine, i partecipanti sono stati accolti dalla fondatrice Giulia Maria Crespi (nella foto in un momento della semina) con queste parole: «A Roma sabato ci sono stati disastri, causati dai black block e gente rivoluzionaria, persone che hanno portato scompiglio, confusione e senso di ostilità. Voi oggi qui siete il contrapposto, portate nel mondo un’onda di bene, un fatto non solo spirituale ma anche fisico e concreto. Davanti a questi bambini dimostrate concretamente come l’uomo può fare delle cose belle e positive per il futuro. Se il mondo di oggi può andare avanti e migliorare è merito di persone come voi. Avete la mia riconoscenza».
Dopo l’accoglienza, in tutte le fattorie coinvolte si è passati alla semina vera e propria: persone e famiglie si sono posizionate sui campi e hanno seminato a mano sementi di cereali, spesso di antiche varietà da rivalutare.
I “seminatori” hanno successivamente “firmato” un cartellone e potranno veder crescere nel tempo il frutto del loro lavoro, tornando a visitare l’azienda.
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