Non profit

Wal-Mart rinnova la sua fondazione

Sylvia Mathews Burwell, ex della Gates Foundation, è la nuova presidente

di Gabriella Meroni

Volevate un’altra prova di quanto il confine tra profit e non profit stia evaporando? Prendete il caso della Wal-Mart Foundation. Inizia così un articolo del New York Times dedicato al cambio della guardia ai vertici di una delle Corporate Foundation più grandi degli Stati Uniti.

Via Margaret A. McKenna, presidente dal 2007 a oggi, arriva un’altra donna, Sylvia Mathews Burwell, già dirigente del Programma di sviluppo globale della Fondazione Bill e Melinda Gates. Oltre a presiedere la Fondazione, la Burwell (operativa da gennaio 2012) sarà a capo dei programmi sociali, di sviluppo economico e tutela ambientale varati da Wal-Mart in Africa.  «Questo è un momento emozionante per la corporate philanthropy», sono state le prime parole del nuovo presidente. «E questo nuovo incarico mi consentirà di lavorare su problemi e sfide globali, allineandomi ai movimenti e agli interessi del mercato e della filantropia».

Sylvia Mathews Burwell, originaria del West Virginia, entrò in Fondazione Gates nel 2001 dopo un periodo trascorso nell’amministrazione Clinton come vicedirettore dell’Ufficio Management e Budget e vicecapo dello staff dell’ex presidente. Ed è stata proprio la sua vasta esperienza ad attrarre il gigante della grande distribuzione. «Vogliamo sfruttare le nostre dimensioni e il nostro modello di business per fare la differenza sui grandi temi sociali», ha dichiarato il vicepresidente corporate di Wal-Mart, Leslie Dach. «E crediamo che Sylvia possa aiutarci in questo».

Il modello di filantropia praticato da Wal-Mart è da sempre sotto osservazione nel mondo del non profit anche a causa della discussa reputazione del colosso statunitense. I detrattori l’hanno infatti sempre considerata come un tentativo da parte di Wal-Mart di lavarsi la coscienza. Negli ultimi anni la fondazione Wal-Mart ha lanciato un programma da 2 miliardi di dollari per rifornire di cibo e finanziare i banchi alimentari americani. A settembre, inoltre, ha annunciato di voler acquistare nei prossimi cinque anni merci per un valore di 20 miliardi di dollari da imprese gestite da donne, e di investire 100 milioni di dollari per la formazione e l’istruzione delle lavoratrici.


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