Economia

A rischio 22mila posti di lavoro nelle coop sociali

L'allarme lanciato da Eleonora Valli, di Legacoop sociali Toscana

di Redazione

«Nel settore delle cooperative sociali toscane sono a rischio 22 mila posti di lavoro». È l’allarme lanciato da Eleonora Vanni, responsabile di Legacoopsociali Toscana, durante il convegno organizzato a Firenze dai comparti sociali delle tre centrali aderenti all’Alleanza delle Cooperative Italiane – Legacoop, Agci e Confcooperative – per celebrare i vent’anni di vita delle cooperative sociali, nate ufficialmente nel 1991 con la legge 381 che ne definì gli scopi e l’ordinamento.

«Finora il sistema welfare in Toscana ha retto – ha spiegato Vanni – Le cooperative hanno spesso preferito stringere la cinghia e talvolta hanno diminuito i loro risultati per mantenere l’occupazione. Oggi, però, i tagli del governo sono insostenibili. È encomiabile l’impegno della regione Toscana, che ha garantito il Fondo per la non autosufficienza azzerato dal governo. Ma non basta, purtroppo. 
La cooperazione sociale rischia di crollare: è in ballo il futuro di 22 mila persone toscane che lavorano nel comparto e di tutti quei cittadini che vivono meglio la loro quotidianità grazie ai servizi prestati dal mondo della cooperazione sociale».

Come rimediare? Secondo Vanni «il governo deve impegnarsi a coprire i livelli di assistenza essenziale con la fiscalità generale. Ma serve una nuova partecipazione, serve reperire nuovi attori, che possono essere anche privati o aziendali, che siano in grado di immettere nel sistema risorse fresche. Ovviamente non si tratta di una privatizzazione del welfare: ogni soggetto deve mantenere il proprio ruolo, senza che il corpo mutualistico e solidaristico della cooperazione sociale venga snaturato. Si tratta di ripensare il welfare secondo un modello di gestione integrato. Solo così potremo salvare l’occupazione, i servizi e la coesione sociale».

 

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