Welfare

Anmil: «Barletta simbolo del lavoro che non vogliamo»

Oggi il funerale delle vittime di una «tragedia annunciata»

di Redazione

“Oggi è il giorno dei funerali ed è un momento di cordoglio nel quale ci stringiamo alle famiglie di queste giovani donne vittime innocenti di tragedie annunciate e prevedibili di cui si parla solo per poche ore e nelle pagine della cronaca di provincia – commenta il presidente dell’ANMIL Franco Bettoni – nonostante negli ultimi anni di gravi tragedie se ne siano verificate davvero molte, senza contare lo stillicidio quotidiano di morti “solitari” e sconosciuti perché non rappresentano una notizia”.

“E’ tempo di riflessioni e di bilanci che non ci possono lasciare indifferenti – aggiunge Bettoni – e non vediamo indignazione nonostante i morti e i feriti, ma una rassegnazione verso un mondo del lavoro in cui la dignità delle donne e degli uomini viene barattata per stipendi mortificanti mentre la salvaguardia della salute viene lasciata al caso e alla fortuna”.

“Da quando avevo 15 anni ho provato vergogna per la mia mutilazione – ricorda il Presidente dell’ANMIL – e per molti anni non ho accettato quello che mi era accaduto facendomene una colpa dalla quale è stato difficile uscire. Penso a queste famiglie che si troveranno in condizioni più tragiche della mia e mentre vedo il Parlamento, che abbiamo eletto a rappresentarci per risolvere problemi sociali come quello degli infortuni sul lavoro, perdere intere giornate in questioni futili e che non salvano alcuna vita né la rendono migliore, mi chiedo come possiamo accettare silenziosamente di passare di legislatura in legislatura senza vedere alcun atto concreto”.

“Le storie di queste donne saranno ora oggetto di un processo dove non vediamo padroni o carnefici ma solo gente normale che si arrangiava e si accontentava – sottolinea Franco Bettoni – ma questa scarsa lungimiranza negli investimenti sul mondo del lavoro non porterà nemmeno un risarcimento per tutte: ci saranno vittime per le quali l’INAIL – in ottemperanza di quanto previsto dal Testo Unico infortuni del ’65 – non sarà nemmeno tenuta a riconoscere un valore economico”.

Possano le famiglie piangere le loro care madri, mogli, figlie con dignità e a loro vogliamo offrire il nostro aiuto e supporto perché sappiano di non essere sole e di poter confidare su un sostegno concreto.

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