Cultura

Dal web i “guerriglieri” si mobilitano per recupero aree verdi

La “guerrilla gardening” si scatenerà in occasione della Giornata internazionale del tulipano

di Redazione

Incuranti del sole o della pioggia e muniti di piantine, palette e rastrelli si preparano ad “invadere” i campi o, meglio, le aiuole. Sono gli amanti del verde che si preparano per la Giornata internazionale del tulipano, che si svolgerà in tutte le parti del mondo domenica 9 ottobre. Il fenomeno è il “guerrilla gardening”, ossia il “giardinaggio politico” che utilizza gli spazi pubblici inutilizzati e degradati per rendere più verdi le città. Le iniziative dei “guerriglieri” viaggiano attraverso la rete, con foto e aggiornamenti, e grazie ai social network, aumenta la popolarità del fenomeno. Per domenica i Giardinieri sovversivi romani danno appuntamento a TorBella Monaca per piantare non solo i tulipani ma anche crochi, narcisi e altri fiori, «basta che si bulbi il mondo» scrivono nel proprio profilo facebook. Anche “Terra di Nettuno”, gruppo di Bologna, partecipa all’evento e così, scrivono sul social network, «temibili guerriglieri armati di bulbi, percorreranno le strade di Bologna e attaccheranno aree che a primavera risplenderanno dei gioiosi colori dei tulipani».

A tutti i partecipanti è richiesto: un sacchetto di bulbi di tulipano; una paletta per scavare e tanta voglia di divertirsi e di colorare la città. Dal gruppo “Guerrilla gardening” di Milano ai “Friarielli ribelli” di Napoli, che hanno ridato vita a diverse aree del capoluogo partenopeo, sono tante le iniziative e le foto che raccontano le “invasioni di campo”. In Italia, spiega Michele del movimento milanese, «ci sono una cinquantina di gruppi, almeno due per ogni regione e spesso ci capita di collaborare soprattutto in vista di eventi come quello di domenica». Da Milano, aggiunge Michele, «siamo partiti nel 2006 e inizialmente programmavamo un “attacco” a settimana». Adesso, invece, le iniziative «si sono ridotte e concentrate soprattutto nelle zone più vicine alle nostre abitazioni. Così è più semplice mantenere le aiuole che, nella nostra zona, sono arrivate a quota 15». L’intento, spiega Michele, «non è cambiare la città ma la mentalità delle persone che, a dire il vero, spesso rispondono bene. C’è chi si informa solo per curiosità ma c’è anche chi si rende disponibile per innaffiare le piante nei giorni successivi». Insomma, una “battaglia” per avere più fiori e dire basta a giardini tristi.

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