Cultura

Dopo due mesi finito il fermo pesca in Adriatico

Secondo Coldiretti la lunga sospensione fa prevedere una buona disponibilità di pescato a prezzi convenienti

di Redazione

Dopo due mesi di fermo della pesca in Adriatico oggi i pescherecci sono tornati al largo. Sulle tavole degli italiani, quindi, stanno per arrivare pesce azzurro e bianco a prezzi convenienti. Il fermo della pesca voluto dal ministero delle Politiche Agricole su richiesta dalla categorie dei pescatori, a partire da ImpresaPesca Coldiretti, ha consentito di tutelare le forme giovanili di pesce in accrescimento e di conseguenza a ripopolare il mare dopo che i primi sei mesi del 2011 hanno visto praticamente dimezzare (di circa -50%) il pescato della flotta nazionale. Con la fine del blocco in Adriatico è scattato – precisa la Coldiretti – il fermo pesca per il Tirreno e per la Sicilia, le cui flotte fermeranno tutto il mese di ottobre e riprenderanno il mare nel mese di novembre mentre la Sardegna invece si bloccherà dal primo settembre e riprenderà il mare il 15 di ottobre.

La lunga sospensione dell’attività in Adriatico fa prevedere – sottolinea la Coldiretti – una buona disponibilità di tutti i tipi di pesce, dalla triglia alle alici, dalla seppia al calamaro fino alla sogliola che potranno essere acquistate con il miglior rapporto prezzo qualità per zuppe, grigliate e fritture. È prevedibile che il pesce che da ottobre potrebbe trovarsi a buon mercato nelle pescherie, salvo speculazioni sui prezzi, saranno triglie di fondo, moli, alici, e la zuppa o brodetto di pesce.  La speranza è che il ritorno nei menu delle pietanze a base di pesce dell’Adriatico inverta il trend dei consumi ittici che, secondo un’analisi di Coldiretti ImpresaPesca su dati Ismea relativi al primo semestre 2011, ha fatto segnare un calo, con la diminuzione del 4,8% delle quantità acquistate. Particolarmente penalizzato – precisa la Coldiretti – il pesce fresco (-6,4%) mentre crollano le vendite di congelato sfuso (-12,9%).

La ripresa dell’attività delle marinerie adriatiche non sarà però a tempo pieno. Il provvedimento prevede, infatti, che per le otto settimane successive al fermo non si possa pescare il venerdì, sabato, domenica e i festivi, più un ulteriore giorno di stop a scelta degli armatori. Una ripresa graduale permetterà alle varie specie ittiche di tornare ad “affollare” il mare, anche se Coldiretti ImpresaPesca ritiene che la ripartenza dell’attività vada accompagnata da provvedimenti specifici per eliminare gli attrezzi e le tecniche di pesca troppo impattanti.
Occorre, infatti, evitare che i risultati ottenuto col fermo pesca siano vanificati e assicurare  un ripopolamento del mare che garantisca, oltre all’equilibrio dell’ecosistema, l’offerta di prodotto ittico fresco made in Italy. Un’esigenza tanto più sentita in un momento in cui tre piatti di pesce su quattro che si consumano oggi in Italia sono stranieri ma nessuno lo sa. Se è vero infatti che per la vendita sul pesce vige l’obbligo dell’etichetta d’origine, al ristorante la provenienza di quanto si porta in tavola non deve essere indicata. Da qui la richiesta di Coldiretti ImpresaPesca di estendere l’obbligo dell’etichetta d’origine, già vigente per il prodotto che si acquista nelle pescherie o direttamente dagli imprenditori, anche ai menu della ristorazione.

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