Welfare

Dare un lavoro ai poveri questa è carità moderna

Parla il direttore della Caritas Ambrosiana

di Redazione

Don Virginio Colmegna, da sette anni direttore della Caritas ambrosiana, si è speso in prima persona affinché nascesse il consorzio ?Farsi prossimo? facendosi ora promotore del progetto ?Milano extrapulita?. «Si tratta di un?iniziativa di grande significato», dice, «per le sue molteplici implicazioni sociali ed economiche». Perché attribuisce così tanta importanza al progetto ?Milano extrapulita?? Fondamentalmente per due ragioni. Innanzitutto perché si propone di trasformare occasioni di socialità, quali possono essere quelle di offrire solidarietà a chi si trova in condizioni di disagio, in occasioni di imprenditorialità. E poi perché mira a creare nuova occupazione in modo inedito, con fantasia. Penso per esempio alla prevista figura del ?portiere sociale? nelle case popolari, che si interesserà non solo di svolgere le tradizionali mansioni di un portinaio, ma segnalerà eventuali disservizi, consegnerà la spesa a domicilio agli anziani non autosufficienti, organizzerà piccoli eventi ricreativi. Insomma, contribuirà a ricreare un tessuto di socialità laddove spesso ormai impera solo la paura per la sicurezza. Che ruolo crede spetti al Terzo settore nel patto per il lavoro? Tenere viva l?attenzione al rapporto tra fasce deboli e lavoro. Il lavoro è un tramite imprescindibile per la dignità umana, l?identità personale, l?inserimento sociale. E il non profit ha proprio il compito di tener desta l?attenzione su questi temi all?interno del Patto. Che però ha accumulato qualche ritardo nella sua attuazione. La cosa non mi meraviglia. Il concetto di flessibilità sul quale esso si fonda prima ancora che di natura contrattuale è di tipo culturale. Ma la sua piena comprensione richiede tempo, confronti, una dialettica continua e anche accesa. L?importante è essersi messi in cammino. Quali altre iniziative simili a ?Milano extrapulita? la Caritas ha in cantiere? Numerose. Ne cito solo un paio già in corso: la cooperativa sociale ?La Bottega creativa? di Monza che da lavoro a detenuti ed ex detenuti e quella ?Vesti e rivesti? di Milano i cui dipendenti, oltre a raccogliere negli ormai famosi cassonetti gialli gli indumenti in disuso ma ancora buoni, realizzano progetti di solidarietà sul territorio.


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