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Confcooperative: «il Decreto per la crescita è inadeguato»
Le organizzazioni parlano di proposte inutili per aiutare un settore in crisi
di Redazione
«Le proposte contenute nel Decreto per la crescita e lo sviluppo, presentate dal Governo alle parti sociali, non sono adeguate per sostenere il rilancio del settore delle costruzioni, colpito da una crisi che non ha precedenti».
È quanto dichiarano in una nota congiunta Federlavoro e Servizi-Confcooperative, Ancpl – Legacoop e Agci – Produzione e Lavoro secondo cui «le misure inserite per il sostegno alla realizzazione di infrastrutture, in assenza almeno della conferma dei finanziamenti deliberati dal CIPE negli ultimi due anni, non potranno far ripartire il mercato delle opere pubbliche, che ha visto una riduzione degli investimenti di oltre il 30% negli ultimi tre anni».
Secondo le organizzazioni cooperative, sebbene tutti i dispositivi per l’attrazione dei capitali privati siano di sicuro interesse, questi ultimi andrebbero integrati con la rimozione di alcune disposizioni introdotte con il Decreto sviluppo (DL 70/11) che hanno eccessivamente e ingiustificatamente innalzato il rischio di costruzione in capo all’impresa quali: le limitazioni all’apposizione di riserve, anche nei casi di errore progettuale e situazioni imprevedibili; la limitazione della revisione prezzi nei casi divariazioni eccezionali del costo dei materiali; la limitazione alle varianti in corso d’opera.
«Riteniamo che la stabilità normativa, soprattutto in relazione alle condizioni economiche esistenti al momento delle scelte imprenditoriali, sia un valore di primaria importanza», continuano le organizzazioni che si dicono perplesse anche per la soppressione della norma sul costo del lavoro nelle gare.
«In tal senso – spiegano – seppur la scarsa chiarezza della norma ne pregiudica la piena efficacia, sarebbe stato più opportuno inserire una modifica che ne chiarisca l’ambito di applicazione e le differenze tra le diverse tipologie di appalto (lavori, servizi e forniture), oltre che consentire una più chiara individuazione del momento in cui determinare il valore del costo del lavoro da escludere dal ribasso o indicare come limite autonomo per la valutazione dell’anomalia».
«Tra le misure condivisibili – concludono – rientrano invece quelle volte a velocizzare le procedure per la realizzazione degli investimenti. Valutiamo positivamente in particolare la proposta sull’approvazione unica del progetto preliminare, la previsione di PEF nei lotti costruttivi e soprattutto la riduzione dei termini di approvazione delle delibere CIPE e della messa a disposizione dei finanziamenti».
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