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Scola: Milano non perdere di vista Dio

Oggi l'ingresso del nuovo Arcivescovo Angelo Scola

di Redazione

Salutato da quasi 50mila fedeli, oggi l’ingresso del nuovo Arcivescovo Cardinal Angelo Scola. Tra i fedeli che hanno affollato la cattedrale anche i rappresentanti delle chiese cristiane e di altre religioni che il neo arcivescovo ha salutato e con i quali si è intrattenuto al termine della celebrazione. Lungo la navata centrale del Duomo, infatti, il cardinale Scola ha scambiato alcune parole con i rappresentanti delle diverse confessioni che ha incontrato nell’uscire dalla cattedrale.
Qui alcuni passaggi della sua prima omelia in Cattedrale.

NEL SEGNO DI MONTINI. Tre mesi dopo l’ingresso a Milano dell’Arcivescovo Giovanni Battista Montini, il collegio dei parroci urbani lo sollecitò ad una missione cittadina. L’Epifania del 1956 l’Arcivescovo la propose, con una innovativa apertura a 360°, per l’autunno dell’anno successivo. Egli partiva da una lucida e profetica diagnosi sullo stato della vita cristiana nei battezzati. Scriveva già nel 1934, ben prima di diventare vescovo: «Cristo è un ignoto, un dimenticato, un assente in gran parte della cultura contemporanea». Nel giovane Montini era ben chiara una convinzione: un cristianesimo che non investa tutte le forme di vita quotidiana degli uomini, cioè che non diventi cultura, non è più in grado di comunicarsi. Da qui il processo che avrebbe portato inesorabilmente alla separazione tra la fede e la vita cui il magistero di Paolo VI fece spesso riferimento (cf. Paolo VI, Evangelii nuntiandi 22), e avrebbe condotto al massiccio abbandono della pratica cristiana con grave detrimento per la vita personale e comunitaria della Chiesa e della società civile.

Nei vent’anni del mio ministero episcopale, ho avuto dolorosa e crescente conferma dell’attualità di questa diagnosi, soprattutto per gli uomini e le donne delle generazioni intermedie. Essi sembrano sopraffatti dal “mestiere di vivere”. Normalmente non sono contrari al senso cristiano dell’esistenza, ma non riescono a vederne la convenienza per la vita quotidiana loro e dei loro cari.

D’altra parte la Chiesa non può prendere a pretesto, per attutire la necessità di fare i conti con questo giudizio, il travaglio proprio della convulsa transizione in cui siamo immersi, che ha nel male oscuro della cosiddetta crisi economica, finanziaria e politica la sua palese espressione.

CRISTIANI SI RENDANO VICINI AGLI UOMINI Fin da ora voglio ripetere a tutti gli abitanti della diocesi l’invito dell’Arcivescovo Montini: «Se non vi abbiamo compresi … se non siamo stati capaci di ascoltarvi come si doveva, [oggi] vi invitiamo: “Venite ed ascoltate”» (Lettera di indizione della Missione cittadina). Tuttavia, come già fu per la missione montiniana, questo “Venite ed ascoltate” presuppone da parte dei cristiani un andare, un rendersi vicini agli uomini e alle donne in tutti gli ambiti della loro esistenza. Gesù stesso poté dire ai due discepoli del Battista che gli chiedevano di diventare suoi familiari «Venite e vedrete» (cf. Gv 1,39), perché con la Sua missione andava verso l’uomo concreto, per condividerne in tutto la condizione ed il bisogno.

HO BISOGNO DI TUTTI VOI Ho bisogno di voi, di tutti voi, per poter svolgere nella gioia e non nel lamento questo gravoso compito, di cui – ne sono ben consapevole – dovrò render conto. Per questo cercherò di far mie le parole che il Santo Padre ha rivolto a me e ai Vescovi Ausiliari mercoledì scorso consegnandomi il pallio: «l’Arcivescovo viene da Milano e tutto il suo cuore sarà per Milano». Ma anche voi, come osserva acutamente il testo sacro, non dovrete mai dimenticare che la gioia del vostro pastore è un «vantaggio per voi» (cf. Seconda Lettura, Eb 13,17).

Una comunità grata e lieta è la nostra, sorelle e fratelli carissimi. La roccia su cui il saggio costruisce la sua casa è potentemente evocata dal Duomo che ora ci raccoglie, secolare espressione di unità della comunità cristiana e della società civile di questa nostra Milano e di tutte le terre lombarde. La Madunina, l’Assunta nella gloria, che sempre abbiamo voluto svettante sopra ogni edificio milanese, intercede per noi. Come fanno le mamme con i loro bambini, questa sera ci sussurra, con le parole del Prefazio, la dolce vicinanza di Gesù misericordioso, che ci spalanca a tutti i nostri fratelli uomini: i cristiani «riuniti per la tua misericordia dall’annunzio del vangelo, rinsaldano nella cena di Cristo i vincoli della fraterna carità e divengono un segno di unità e di amore perché il mondo creda e ti riconosca». Questa è  la nostra responsabilità. Vi scongiuro, sosteniamoci lungo questo nostro cammino. Amen.

NON PERDETE DI VISTA DIO Questo è l’augurio che mi viene spontaneo per la nostra Milano, metropoli illuminata, operosa e ospitale: non perdere di vista Dio.

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