Politica

Arriva il passaporto europeo?

L'iniziativa della vicepresidente della Commissione Viviane Reiding

di Joshua Massarenti

Bruxelles – Era una comunicazione attesa da mesi e non ha deluso le aspettative. Per una volta, la Commissione europea raccoglie la sfida lanciata dai ‘bookmakers’ smentendo i pronostici che davano per scontato il fallimento dell’Anno europeo del Volontariato.

Certo una comunicazione è soltanto una lista di proposte, che andranno vagliate dal Parlamento europeo e dal Consiglio prima di essere approvate. Tuttavia, le iniziative presentate dalla Vicepresidente della Commissione e Commissaria responsabile per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza, Viviane Reiding, hanno il sapore della vittoria per i milioni di volontari europei che da anni chiedono all’Europa di battere un colpo garantendo loro diritti e il riconoscimento della figura del volontario.

Partiamo dalle proposte più scontate su cui la Commissione lavora da mesi. La prima riguarda la creazione di un corpo volontario europeo di aiuto umanitario entro il 2012. “Sono già in corso i preparativi per definire un quadro per i contributi dei volontari europei agli interventi di aiuto umanitario dell’Unione europea” ha dichiarato la Reiding.

La Commissione si sta altresì adoperando per incrementare il riconoscimento delle competenze acquisite attraverso attività di volontariato, mediante lo sviluppo di un ‘passaporto europeo delle competenze’. “Ciò garantirà il riconoscimento a livello transfrontaliero delle qualifiche professionali e inoltre permetterà alle singole persone di conservare un riscontro delle capacità e delle competenze acquisite con il volontariato. Il passaporto calcherà l’esistente modello Europass (CV europeo on-line, ndr), per consentire di registrare le competenze in modo trasparente e comparabile”.

Ma la vera sorpresa riguarda la misurazione del contributo dei volontari e delle organizzazioni non profit a livello nazionale, tema tanto caro al CSVnet, avvalendosi del Manuale ILO sulla Misurazione del Volontariato e l´Handbook delle Nazioni Unite sull´inserimento degli enti non profit nei sistemi di contabilità nazionali. Nella sua comunicazione, la Commissione europea invita gli Stati membri a promuovere e attuare azioni di misurazione del volontariato che, è bene ricordare, pesa tra il 3 e il 5% del Pil nazionale in paesi come la Svezia, l’Austria e i Paesi Bassi.

Il Centro europeo del Volontariato (Cev) ha accolto positivamente l’iniziativa della Commissione europea. “La Communicazione riconosce il valore aggiunto del volontariato per le nostre società e il suo immenso potenziale per raggiungere gli obiettivi fissati nella Strategia Europa 2020” sostiene la presidente del Cev, Eva Hambach. Le proposte presentate dalla vice Presidente della Commissione “rispondono alle aspirazioni del settore del volontariato europeo nella sua volontarà di lasciare un’eredità all’Anno Europeo del Volontariato”. La Communicazione “è destinata ad assicurare l’impegno della Commissione europea ad inserire il volontariato nell’agenda politica europea dei prossimi anni”.

Clicca qui e scarica la versione italiana della comunicazione della Commissione europea sulle politiche UE e il volontariato.


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