Welfare

Palma: no all’indulto e all’amnistia

Presenza degli stranieri e uso eccessivo della custodia cautelare le cause principali dell'emergenza

di Redazione

Concentrarsi sui troppi stranieri e sull’uso eccessivo della custodia cautelare. Questi sono i nodi che secondo il Ministro della Giustizia Nitto Francesco Palma vanno sciolti per migliorare la situazione delle carceri italiane. Lo ha detto il Guardasigilli durante la sua relazione in occasione della seduta straordinaria al Senato sul problema carceri, tema a cui Vita ha dedicato la copertina del numero in uscita il 30 settembre.

Secondo i dati riportati in aula gli stranieri sarebbero infatti il 36,10% dell’intera popolazione carceraria con una crescita del 4% rispetto a quattro anni. Immigrati che secondo il ministro ‘«ristretti in carcere per reati contro il patrimonio o attinenti agli stupefacenti, ma non essendo di norma regolarmente presenti in Italia non beneficiano degli arresti domiciliari o della liberazione e i loro processi a carico seguono corsie privilegiate, arrivando rapidamente a sentenza definitiva e trasformando cosi’ i detenuti in attesa di giudizio in condannati all’espiazione della pena».

Altro nodo è per Palma quello dell’elevato numero di detenuti in regime di custodia cautelare. Novantamila detenuti in transito, di cui circa 40mila sottoposti a provvedimenti di custodia cautelare. ‘«Tutto cio’ denuncia inequivocabilmente come, in particoalre per la custodia cautelare fino a 3 mesi non sia puntualmente rispettato il criterio in base al quale la reclusione in carcere e’ una extrema ratio” ha rimarcato il ministro Palma. ”Che senso ha – si e’ chiesto – detenere in carcere una persona per 3, 10 anche 30 giorni?”. Un parola anche sulla situazione degli ospedali psichiatrici giudiziari. Una “emergenza nell’emergenza” che in strutture in cui si trova “l’insanabile contraddizione di una misura che si regge sul binomio carcere e manicomio, gestito in luoghi che producono sofferenza, degrado, violazione della dignita’ e dei diritti fondamentali delle persone, non puo’ piu’ essere tollerato in un Paese civile».

E le soluzioni? Diverse, ma di sicuro non l’indulto né l’amnistia, provvedimenti «emergenziali» che per il Guardasigilli sono stati utilizzati «in passato per risolvere un problema che non si vuole risolvere alla radice». «Una strada – ha ribadito Palma – che ha sempre consentito al malato di respirare ma lo ha sempre ricondotto al coma di partenza»

Per risolvere la questione del sovraffollamento il ministro della Giustizia ha indicato alcune linee guida in parte già tracciate. Come quella del decreto «svuotacarceri» che ha prodotto secondo Palma effetti positivi con 3mila persone uscite dal carcere, una norma temporanea la cui validità potrebbe essere ampliata oltre la scadenza prevista del dicembre 2013. O come il piano straordinario di edilizia penitenziaria, da completarsi nel 2013, con 5000 nuovi posti. Un piano che ha visto l’apertura delle nuove strutture di Rieti, Trento e Favignana, oltre a quella di Gela, aperta dopo 25 anni di attesa e richiusa.

E la colpa di chi è? Sicuramente non delle leggi del pacchetto sicurezza. «Le incidenze sulla presenza carceraria -ha detto- sono limitate per altro con termini di non particolare significativita’ e correlate a fattispecie criminose quali il favoreggiamento all’immigrazione clandestina, il furto con strappo e il furto in abitazione, cioe’ a delitti che devono essere seriamente repressi in ossequio alle ragioni di sicurezza dei cittadini»

Intanto, le parole del Ministro non fermano l’emergenza. E parte la mobilitazione. Con la manifestazione di oggi in contemporanea con il sit-in del Partito Radicale e dell’associazione “Il detenuto ignoto” con la partecipazione tra gli altri di don Antonio Mazzi (Exodus), Patrizio Gonnella (Antigone), Luigi Manconi (A buon diritto), Ornella Favero (Ristretti Orizzonti) e Elisabetta Laganà (Cnvg). E il 29 settembre il sindacato di polizia penitenziaria Uilpa si troverà a Roma davanti alla sede dell’amministrazione penitenziaria.

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