Politica

L’intervento di Fulvio Conti all’Onu

L'ad ha parlato in occasione del "Private Sector Forum"

di Redazione

L’intervento di Fulvio Conti, Ad di Enel, tenuto alle Nazioni Unite davanti ai capi di Stato e agli esponenti dell’industria mondiale riuniti in assemblea plenaria, sotto la presidenza del Segretario generale Ban Ki Moon, in occasione del “Private Sector Forum” dell’iniziativa Onu ” Global Compact”. Al centro, il contribuito delle imprese alla sfida epocale proposta da Ban Ki Moon: “Energia sostenibile per tutti”.

di Fulvio Conti

Come conciliare l’esigenza di sviluppo del mondo con la sostenibilità? I paesi di più antica industrializzazione lavorano alla riduzione degli sprechi e a modifiche dello stile di vita, razionalizzando consumi e sistemi produttivi. Ma una grande parte dell’umanità si sta affacciando solo ora alla soglia dello sviluppo e ha bisogno di enormi quantità di energia per sostenere la legittima aspirazione a una vita migliore. Il consumo globale di energia è destinato ad aumentare, nel prossimo trentennio, per effetto della maggiore domanda, fino al 70% in più, nei paesi in forte espansione, come i cosiddetti. BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), ma non solo. Anche i paesi in via di sviluppo del continente africano, aumenteranno del 40% la loro richiesta di energia. Ancora oggi 1,4 miliardi di persone non hanno accesso all’energia elettrica e un altro miliardo non vi ha acceso continuato. Questa è la sfida che la nostra epoca deve affrontare: come promuovere l’accesso di tutti all’energia senza danneggiare in modo irreparabile l’ambiente.

La disponibilità di energia elettrica è fondamentale per favorire l’uscita dalla povertà di tanta parte del mondo. Perché l’elettricità è la forma di energia più efficiente per soddisfare i bisogni quotidiani, ma è anche indispensabile per migliorare le condizioni igieniche e sanitarie, per alimentare la diffusione dell’informazione e dell’istruzione. Dobbiamo produrla e distribuirla nel modo più sostenibile possibile.

Il Segretario generale della Nazioni Unite Ban Ki Moon ci ha ricordato che il 2012 è l’anno Internazionale dell’”Energia sostenibile per tutti”. «Un’energia pulita e un’economia a bassa produzione di gas effetto serra», ha detto al “Fourth World Future Energy Summit” del gennaio scorso, «sono le chiavi principali per aprire le porte a un mondo pacifico e prospero per tutti;  contiamo su di voi», ha aggiunto, «leader di governi, della società civile e del settore privato per trasformare questa visione in realtà: insieme possiamo cambiare la vita di miliardi di persone».

 

Un appello che sarà al centro della prossima Conferenza di Rio de Janeiro sul clima, e al quale l’impresa vuole rispondere con la propria azione quotidiana. Come amministratore delegato di Enel, un Gruppo leader nella produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica a gas, presente in 40 paesi del mondo dove serviamo 61 milioni di clienti, voglio rappresentare al consesso delle Nazioni Unite il nostro impegno.

Ad oggi, le numerose iniziative avviate dal nostro Gruppo hanno permesso a più di un milione di persone di avere accesso all’elettricità sostenibile. In molti casi, con il ricorso a fonti pulite, ampiamente disponibili proprio dove più forte è la fame di energia. L’obiettivo che ci siamo dati con il programma, “Enabling Electricity” è di raddoppiare questa cifra nei prossimi tre anni.

“All’assemblea delle Nazioni Unite porto alcuni esempi del tipo di interventi che stiamo sviluppando”:

–            garantire l’accessibilità tecnologica e infrastrutturale all’energia, come il progetto “Water and electricity in Maghreb” che sarà sviluppato insieme alle dieci utilities leader del mondo che partecipano all’ “e-8-Global Sustainable Electricity Partnership”;

–            preparare tecnici capaci, mettendo a disposizione le competenze e le conoscenza chiave, per replicare in altri paesi dell’America Latina l’esperienza di corsi di addestramento, come quelli offerti dall’“Instituto Pachacùtec” in Perù: una scuola superiore dove i giovani delle comunità più svantaggiate possono seguire un percorso di formazione di tre anni, in aula a sul campo, che li abilita a operare nell’alta tensione;

–            rimuovere barriere economiche, come il progetto “Ecoelce” in Brasile, della nostra controllata Endesa, che ha ridotto il costo dell’energia per la popolazione a basso reddito, attraverso incentivi economici alla raccolta e al riciclo dei rifiuti. Un’esperienza, anche questa, che vogliamo “esportare” in altri paesi dell’America Latina;

Già oggi il 46% dell’energia elettrica prodotta da Enel è priva di qualunque tipo di emissioni. E circa il 32% deriva da fonti rinnovabili: idroelettrico, geotermico, eolico, solare e biomasse. La nostra ricerca lavora per aumentare l’efficienza delle fonti tradizionali e rinnovabili. In particolare, continuiamo a sviluppare sistemi di generazione distribuita per le comunità isolate, come il solare a concentrazione “Archimede” che abbiamo realizzato in Sicilia, il mini-eolico, il mini-idro o sistemi ibridi che combinano diverse tecnologie, come il geotermico con il fotovoltaico che abbiamo realizzato in Nevada o il fotovoltaico con accumulazione di energia, il “Diamante”, che permette di usare la forza del sole per fornire elettricità anche di notte. Abbiamo inoltre sviluppato sistemi innovativi di distribuzione e misura dell’elettricità per favorire un consumo consapevole e promuoviamo la mobilità elettrica per la maggiore efficienza nei trasporti e un migliore ambiente urbano.

La chiave del successo di queste iniziative sta nel generare valore sia per l’impresa che le promuove sia per le popolazione coinvolte. Perché siamo convinti che si possa conciliare la ricerca di un equo profitto con la responsabilità sociale; in particolare in un settore essenziale come quello della produzione e distribuzione della “luce”, dove servono investimenti ingenti in opere destinate a durare decine di anni, un quadro di regole stabile e la condivisione dei progetti da parte delle istituzioni nazionali e locali e delle comunità destinate ad ospitarli.

Ma, come credo dimostri la nostra esperienza, solo un efficace coordinamento tra le grandi agenzie sopranazionali come le Nazioni Unite, le politiche governative e le imprese può dare risultati eccellenti.


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