Volontariato

Meeting, Avsi: normalizzazione vero rischio

I cooperanti impegnati in Brasile intervengono a Rimini: sbagliato portare modelli di sviluppo preconfezionati

di Giampaolo Cerri

La globalizzazione fa bene al Brasile. Il giudizio, piuttosto controcorrente, arriva da Anna Lidia Sawaya, docente dell’Università di S.Paolo e presidente del Centro di recupero ed educazione nutrizionale che è intervenuta ieri al Meeting di Rimini ad un incontro promosso dalla ong Avsi per la serie ‘Sopra il G8: opere alla prova’. “Spesso si parla del povere come uno che non ha. Noi invece guardiamo al povero come uno che ha qualcosa, ma ha bisogno del nostro aiuto. La globalizzazione può essere di grande aiuto per il Brasile, permettendo ad esempio una maggior comunicazione con il Terzo Mondo”. Giudizio condiviso da Enrico Novara rappresentante Avsi a Belo Horizonte: “Il Brasile è un paese di contraddizioni, in cui la globalizzazione potrebbe aiutare molto. Stiamo lavorando da oltre 20 anni in questa città, dove i poveri rappresentano il 32% della popolazione, ma non ci poniamo tanto il problema di fare progetti specifici”, ha detto, “quanto di condividere i bisogni. Abbiamo iniziato a lavorare nelle favelas, dove vive mezzo milione di persone, preoccupandoci sempre di condividere la realtà. Il rischio non è tanto la globalizzazione quanto la normalizzazione, voler cioè portare modelli di sviluppo preconfezionati senza avere a cuore le persone”.


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