Non profit
Se le fondazioni sospendono i bandi
Tagli alle erogazioni. Monte Paschi: dai 233 nel 2008 ai 50 milioni presumibili nel 2011
di Redazione

Che la crisi ci sia non lo nega più nessuno. A dire il vero, da parte delle fondazioni l’allarme era stato lanciato già all’indomani dei primi segnali di recessione qualche anno fa. Il resto è storia recente: il crack finanziario di Wall Street, le ripercussioni sul sistema degli istituti di credito europei, il rischio default Grecia, l’euro nell’occhio del ciclone, lo stress-test bancario. Tutti elementi che hanno un risvolto evidente e inevitabile sul mondo del volontariato portando le fondazioni, azioniste di banche in caduta libera sul mercato borsistico, prima a ridurre, e oggi – la vera novità – a sospendere i bandi che regolano le erogazioni al non profit.
E’ il caso, ad esempio, della Fondazione Cassamarca che qualche giorno fa «ha deliberato all’unanimità la sospensione delle attività erogative per l’anno a venire, fatto salvo il Progetto Università a Treviso e il Progetto Teatri. Questa deliberazione è stata assunta allo scopo di mantenere intatta l’autonomia della Fondazione stessa per esigenze future». Basta, stop non ce n’è per nessuno. Tutto questo per un semplice motivo. Riducendosi i margini di reddito sugli investimenti, nell’ordine di due cifre percentuali, è necessario mettere al sicuro il patrimonio indivisibile e intoccabile alla base di qualsiasi fondazione. È il caso della stessa Cassamarca, azionista di UniCredit con lo 0,7%, che da qui a fine anno si troverà a dover rimpinguiare le casse dell’istituto bancario in previsione di una ricapitalizzazione. Ma anche di un altro istituto italiano, fra i più blasonati, ovvero la Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Mps è infatti azionista al 51% della banca omonima che, a sua volta, necessita di una ripatrimonializzazione per 2,2 miliardi di euro, di cui 1 a carico, appunto, della Fondazione.
Proprio ieri, il numero uno di Palazzo Sansedoni, Gabriello Mancini, uscendo da una riunione del Comitato di Presidenza di Acri (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa) ha ufficializzato la situazione: «E’ stata dichiarata una situazione di emergenza per cui ci saranno solo interventi sui progetti pluriennali e sulle priorità indicate dagli enti nominanti». Tradotto: Fondazione MpS non emetterà più bandi. E se nel 2008 i soldi a disposizione erano 233 milioni di euro, 180 l’anno successivo, nel 2010 erano scesi ulteriormente a 109, per poi crollare quest’anno (presumibilmente) a 50 milioni di euro è perché Comune e Provincia di Siena, cioè gli enti nominanti della Fondazione, sono stati chiari al riguardo: obiettivo numero uno, mantenere l’indipendenza della Banca evitando eventuali scalate o turbolenze. Per farlo servono soldi. Anche di quelli che sarebbero andati al non profit. Sperando in tempi migliori.
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