Cultura

Il biosociale raddoppia

Sempre più operatori negli ultimi tre anni, lo rivela Aiab nel suo Bioreport 2011 (in allegato)

di Redazione

E’ in crescita l’agricoltura bio-sociale, con un incremento di operatori di oltre il 100% negli ultimi 3 anni.

A rivelarlo è il “Bioreport 2011. Agricoltura biologica in Italia”, presentato ufficialmente al Salone Internazionale del Naturale (SANA) di Bologna e realizzato dalla Rete Rurale Nazionale (RRN) in collaborazione con diverse istituzioni e associazioni, tra le quali AIAB. Una fotografia del settore biologico italiano, che mette a fuoco la produzione, il mercato, a normativa e il sostegno pubblico al bio. 

AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) ha curato il capito dedicato alla Bio Agricoltura Sociale, che segnala un incremento consistente dell’agricoltura bio-sociale, con 221 aziende bio sociali nel 2011 contro le 107 censite sempre da AIAB nel 2007, quindi con una cre scita di oltre il 100%.

Per quanto riguarda la dislocazione territoriale si registra una maggiore incidenza, pari al 38 %, al Nord (23% a Nord-Est e 15% a Nord-Ovest), mentre il 34% del campione censito è presente nelle regioni del Centro e il 28% al Sud. A livello regionale il primato è del Lazio con 29 fattorie bio sociali, pari al 13,1% del totale.

Le imprese di bio-agricoltura sociale svolgono un’attività multifunzionale e sul piano produttivo operano principalmente nel settore ortofrutticolo e nell’allevamento di animali di piccola taglia (apicoltura e avicoltura), entrambi settori ad alta intensità di lavoro. Mentre per quanto riguarda i soggetti svantaggiati accolti è emerso che il 19,7%, delle fattorie lavora con persone con disabilità psichica, il 18,8% con disabilità fisica e il 12,5% con disabilità mentale e il 17,3% accoglie persone con dipendenza (10,7% tossicodipendenti e 6,5% alcol dipendenti), il 9,3% minori e giovani a rischio (9,3%).

Sul fronte della commercializzazione le imprese del settore fanno ricorso ad un ampio ventaglio di canali: la maggioranza della azienda fa ricorso alla vendita diretta in azienda (38%), un quinto ai GAS e un altro quinto ai mercati locali, ai ristoranti e alla vendita on-line.

Tutte le bio fattorie sociali rilevate hanno infatti rapporti con una pluralità di enti e istituzioni: l’86% del campione infatti collabora con più enti pubblici e privati. Nel complesso, le fattorie sociali attivano collaborazioni in modo significativo con il settore sanitario, Asl e Sert, (25,5% delle preferenze), seguono gli Enti Locali (21,1%), il volontariato (18,1%), le Università e le scuole (12,1%).

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