Politica

Manovra sulla fiducia

La versione numero 4 arriva in Senato blindata dal Governo

di Franco Bomprezzi

E’ l’ora della fiducia, ossia del voto definitivo sulla manovra giunta alla sua quarta stesura. Stasera il Senato e entro la settimana la Camera metteranno la parola fine, per ora, al tormento di settembre. I giornali inondano di pagine sui (nuovi) dettagli delle misure adottate dal Governo per rispondere all’appello del Presidente Napolitano e alle attese dell’Unione Europea.

Partiamo dal SOLE 24 ORE, quotidiano economico di Confindustria, per raccontare le misure rese note, un po’ alla volta, nella giornata di ieri. IL SOLE 24 ORE titola a tutta pagina “L’iva sale al 21%, prelievo sui super-ricchi”. Tanto spazio dedicato alla manovra versione 4. Il sommario sottolinea «sulle pensioni rosa adeguamento dal 2014. Evasione: manette facili solo oltre il 30% del fatturato». Subito una girandola di commenti. Guido Gentili firma “Coperture e navigazione a vista”, «L’avventuroso viaggio della manovra dall’inizio di luglio a oggi ha messo impietosamente in mostra un deficit politico-decisionale che ha pochi precedenti. Abbiamo dovuto registrare anche i rimproveri della Spagna, che certo non ha brillato per virtuosismo economico e finanziario. Italia e Grecia non fanno il loro “dovere” di risanamento e creano “sfiducia” sui mercati, ha ammonito Madrid». Secondo il giornalista l’Italia ha bisogno di tante cose per uscire da questa situazione: «del sostegno della Bce, della fiducia dell’Europa e dei mercati, della coesione interna politica e sociale (che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non si stanca di richiamare) per far fronte con tempestività e rigore ad una condizione di allarme e, insieme, per ritrovare la bussola della crescita. Non abbiamo invece bisogno della pioggia acida dei veti incrociati, degli scioperi in chiave politica, di un confronto tra maggioranza ed opposizione che trova un accordo facile sulla questione dei ponti festivi e non riesce a scrivere una pagina nuova, e condivisa, sulle pensioni». Sotto “Le ragioni (da ascoltare) dei mercati” di Martin Wolf che spiega «che dobbiamo fare? Dobbiamo ascoltare i mercati. E i mercati ci dicono: per favore, prendete soldi in prestito e spendeteli. Eppure, proprio quelli che professano la maggior fede nelle virtù magiche del mercato sono quelli che ignorano con più ostinazione questo accorato appello. Il cielo delle finanze pubbliche ci sta crollando sulla testa, insistono. La Hsbc prevede che le economie dei Paesi ad alto reddito quest’anno cresceranno solo dell’1,3%, e dell’1,6% nel 2012». Michel Martone invece si occupa dell’articolo 8 con “Il tabù che resiste alla tempesta”, spiegando che noi italiani di fronte ad una situazione così grave «che facciamo? Siamo di nuovo fermi dinanzi l’ulti9mo tabù. A dieci anni di distanza torniamo a dividerci sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Segno inequivocabile della nostra paura di affrontare i più grandi problemi del debito pubblico e della concorrenza globale». A lato un’intervista di Fabrizio Forquet, Subito cinque riforme vere per il rigore e la crescita”. L’intervistato è Luigi Abete, presidente di Assonime e Bnl. All’interno, il dorso “Finanza e Mercati” apre a tutta pagina con “Milano in affanno, cadono le banche”.  

Passiamo al quotidiano che ha sempre appoggiato le scelte del Governo: “Ci siamo, ecco chi paga”. E’ il titolo con cui IL GIORNALE inaugura le cinque pagine dedicate alla manovra. Una Finanziaria il cui commento è affidato al direttore Alessandro Sallusti. Un editoriale insolitamente sobrio in cui il testo attuale «può anche scontentare qualcuno ma sicuramente non si accanisce contro nessuno». Provvedimenti quelli del governo definiti «fatti concreti e passi poco più che simbolici «grazie ai quali però Silvio Berlusconi » ha tirato un sospiro di sollievo”. Le prime due pagine interne sono dedicate invece ai retroscena politici e alla reazioni al nuovo testo. Una versione ultima, quella della manovra, che è definita «frutto di un triplice sacrificio» in cui ogni parte in causa, Berlusconi, Tremonti e Bossi  ha accettato alcuni compromessi «difesi con il coltello tra i denti fino all’ultimo momento». Tra tutti secondo chi scrive chi ha pagato di più è il ministro dell’Economia Tremonti «arresosi» sulle pensioni. Una manovra che si è svolta «sotto l’ombrello di Napolitano» che con il suo appello all’incisività sulle misure da prendere ha permesso a Berlusconi di «forzare il blocco». Spazio seppure nel taglio basso di pagina 3, sotto l’analisi quasi esegetica dell’operato del premier Silvio Berlusconi, alle reazioni delle opposizioni. Terzo Polo chiede «discontinuità» , il Pd accusa il governo di non aver mantenuto gli impegni sul confronto riguardo al testo, l’Udc chiede tempestività nell’intervento, mentre l’Idv dice per bocca del capogruppo Felice Belisario  «è più facile parlare con una banda di cialtroni». Pagine 4 e 5 invece sono dedicate alla spiegazione dettagliata delle nuove modifiche su Iva, previdenza, “tassa di solidarietà” e l’abolizione delle province. Spiegazione affiancata dall’analisi di Francesco Forte che si collega all’altro tema di politica di oggi, cioè il vertice Bce di Bruxelles. “Una mossa che convince l’Europa” è il titolo del pezzo. Molte cifre, qualche spiegazione e un commento finale sulle dichiarazioni dei giorni scorsi, negative sulla manovra. «Questi discorsi riportati dal Wall Street Journal e del Financial Times generano effetti negativi sulla credibilità dell’Italia e spaventano i nostri risparmiatori».

E veniamo al CORRIERE DELLA SERA che torna in edicola dopo lo sciopero dei poligrafici della Cgil che ha impedito l’uscita del quotidiano di via Solferino, con tanto di polemica fra il direttore Ferruccio de Bortoli e Susanna Camusso, leader della Cgil. Oggi il giornale riparte dalle notizie. “La manovra cambia ancora. Aumento dell’Iva dal 20 al 21%, contributo di solidarietà del 3% sui redditi oltre i 300 mila euro annui, intervento sulle pensioni delle donne: anticipato dal 2016 al 2014 l’iter per l’aumento a 65 anni. La Ue: bene. Cortei della Cgil, ieri, per lo sciopero generale. Accuse al governo”: questa la sintesi a corredo del titolo di apertura: “Iva al 21% e prelievo sopra i 300 mila euro”. Il commento è affidato a Dario Di Vico: “Mettete un Punto”. Scrive Di Vico: “Nessuno a questo punto può offendersi se cominciamo a chiamarlo governo Penelope. Come la sposa di Ulisse anche l’esecutivo di centrodestra presieduto da Silvio Berlusconi ha cucito, disfatto e ricucito la tela della manovra. Siamo arrivati al quarto restyling e a questo punto c’è solo da pregare che ci risparmino il quinto. E che approvino velocemente il provvedimento per tamponare la crisi di credibilità in cui siamo caduti. Già le nostre banche stanno pagando a caro prezzo l’allargamento dello spread e anche un solo punto in più di tasso di interesse del debito ci costa a regime l’1,2 del Pil. È evidente, poi, che operando con continui rammendi le coerenze alla fine risultano impossibili e il governo messo di fronte al riproporsi dell’emergenza, e incalzato dal Quirinale, ha finito per fare la scelta più scontata: aumentare le tasse dirette e indirette. Il tutto condito da un incredibile balletto delle cifre che è continuato anche nel weekend di Cernobbio”. E così conclude: “Confidiamo, dunque, che la manovra venga approvata già oggi e che il Consiglio dei ministri domani, quando varerà il disegno di legge costituzionale di abolizione delle Province, operi con onestà intellettuale. L’iter è già di per sé lungo, tocca al governo scrivere un testo rigoroso e delineare un percorso accelerato. Un dubbio, però, resta: che fine ha fatto il dimezzamento dei parlamentari?”. Seguono le solite lunghe pagine piene di dettagli sulle “novità”. Da notare, tra i piccoli box delle pagine 2 e 3, la conferma dei tagli alle detrazioni collegati alla riduzione di spesa della riforma dell’assistenza. La manovra prevede risparmi di 4 miliardi nel 2012, 12 miliardi nel 2013, 20 miliardi nel 2014 sotto forma di taglio lineare di tutte le agevolazioni fiscali e di tutte le detrazioni, se i risparmi non arriveranno dalla riforma stessa. Confermati anche i tagli agli enti locali, nonostante le proteste di sindaci e governatori. Berlusconi parla di “sacrifici enormi”, e Paola Di Caro racconta lo stato d’animo del premier: “Ma quello che Berlusconi non crede è che si fermino gli attacchi alla sua persona: anche nelle ultime ore — raccontano — il premier è parso provato e preoccupatissimo per le inchieste che lo hanno fatto riprecipitare nello scandalo escort: «Vogliono farmi fuori», il suo refrain. Angoscia che si somma a quella della debolezza di un governo che «paradossalmente — dice un ministro — è meno a rischio di quanto si pensa proprio perché nessuno vuole prendere il nostro posto e accollarsi le misure impopolari che ci stiamo accollando noi e che potremmo dover sostenere anche nei prossimi mesi, a partire dalla riforma delle pensioni»”. A pagina 8 e 9 la cauta soddisfazione di Napolitano e le aperture della Unione Europea. Poi si racconta lo sciopero della Cgil, con annesse proteste dell’opposizione.

Lo sciopero generale è invece ovviamente l’apertura del MANIFESTO che anche oggi dà grande rilievo alla foto che occupa tutta la metà superiore della prima pagine, spazio della testata compreso. L’immagine è quella del corteo della Cgil di ieri a Roma con il titolo “La manovra giusta”. Ben sei le pagine dedicate ai temi lavoro, economia, sciopero e manovra riassunti nel sommario “Lo sciopero generale proclamato dalla Cgil ferma l’Italia e riempie le piazze. Camusso: «Il governo ritiri la libertà di licenziare o salta l’accordo confederale». Cisl e Uil nella bufera, la «base» operaia sceglie lo sciopero. Ma Bonanni insiste: «Segnale negativo per le Borse». Gli «indignati»  piantano le tende a piazza Navona in attesa del voto sulla manovra. Il governo presenta la quarta versione e mette la fiducia”. Al di là del grande racconto sullo sciopero generale sono due le pagine che affrontano direttamente i temi della manovra, la 6 e la 7. Nel capopagina di pagina 6 si legge “Decreto 4.0 – Ennesimo dietrofront: subito Iva al 21%, dal 2014 donne in pensione più tardi e abolizione province per via costituzionale. «Fiducia e maxiemendamento. Il governo si arrende, peggiora la manovra e chiede al senato il via libera con la fiducia, la quarantanovesima in tre anni. “Bisogna fare in fretta”, confessa Berlusconi in un breve consiglio dei ministri che ratifica la quarta versione della manovra da giugno a oggi (…) si legge nell’articolo di apertura che analizza le modifiche e continua «(…) Il governo fa e disfa nell’arco di poche ore. In mezzo raccontano, due telefonate decisivi. La prima di Napolitano a Letta, la seconda di Draghi a Berlusconi (…)» e conclude «La quarta versione della manovra sarà anche l’ultima? Di sicuro non si trova nessuno disposto a scommetterci». A pagina 4 l’articolo di Galapagos analizza i mercati “Borse di nuovo in tilt”. «Le paure sono due: quella di una nuova recessione si somma al timore di una esplosione della crisi del debito sovrano di molti stati. (…) Quale dei due timori condizioni di più l’andamento delle borse mondiali è difficile da calcolare (…)» E conclude osservando che «Intanto il prezzo del petrolio ha ripreso a scendere (…) Se il prezzo scende vuol dire che la domanda mondiale di greggio diminuirà a causa del rallentamento generalizzato dell’economia che potrebbe colpire anche la Cina (…) Intanto, però, Ben Bernanke, il presidente della Fed, ha lanciato – in un documento del 14 luglio, reso noto solo ieri – un allarme sul possibile impatto della crisi europea su mercati finanziari».

“Quarta versione”. E’ il titolo in prima pagina di AVVENIRE sul nuovo e forse ultimo testo della manovra economica. Un tema quello della Finanziaria cui vengono dedicate pagina 3 e 4. Moltissima politica, con dichiarazioni e reazioni e un articolo in cui si spiega cosa cambia rispetto alla penultimo testo. “Crisi drammatica, obbligati alla fiducia” è l’apertura di pagina 3, un pezzo in cui si mischia la cronaca della giornata alle reazioni più importanti, sottolineando il parere positivo delle istituzioni europee al nuovo testo. Spazio nel taglio basso al presidente Giorgio Napolitano che ha definito i nuovi provvedimenti «un primo segnale ai mercati »e  ha chiesto «vere misure per la crescita» A pagina 4, oltre al lungo articolo di spiegazione delle misure, integrato da un “taglio alto” sulla riforma degli enti locali e del Parlamento, trova spazio l’opposizione. Bersani ha definito la manovra «iniqua e inefficace», mentre Antonio di Pietro ha parlato del ricorso al voto di fiducia come «un atto di vigliaccheria di un paese che non ha più niente da dire o da dare all’esecutivo». Oltre al tema del giorno interessanti tre spunti di riflessione. Il primo è quello offerto da Giulio Albanese nell’editoriale “Ma i poveri hanno ragione”.  Un’analisi lucida, fatta a una decina di giorni dalla colletta nazionale promossa da Caritas per il 18 settembre  definita «un gesto di solidarietà fattivo dalla duplice valenza spirituale e materiale» e appello a tutti a «sentirsi corresponsabili al bene comune dei popoli».. una colletta per aiutare le vittime dell’emergenza alimentare nel Corno d’Africa che secondo chi scrive rischia di essere dimenticata, offuscata dalla crisi europea, nonostante la gravità e la vastità del problema. Secondo spunto sul tema invece dei consumi (pag 8). Secondo i dati dell’associazione Aqua Italia 3 italiani su 4 bevono abitualmente acqua del rubinetto. Un’abitudine che consente di risparmiare 250 euro all’anno per famiglia. Non male per uscire dalla crisi. Così come è interessante il terzo spunto, sempre sul tema consumi (pag. 24). Si segnala infatti il boom delle community che consentono di comprare prodotti a prezzi stracciati. Il principio è unirsi per comprare godendo così di condizioni vantaggiose. Si comprare quasi di tutto risparmiando molto sul prezzo di mercato.

“Una manovra tira e molla” titola ITALIA OGGI, il quotidiano giallo, che spiega come per chiudere provvedimento uscito ieri dal Cdm «tutti hanno dovuto cedere qualcosa: Berlusconi ha accettato di autotassarsi, Tremonti ha accettato l’innalzamento di un punto dell’Iva, mentre Bossi ha dato l’ok all’anticipazione al 2014 dell’innalzamento dell’età pensionabile». All’interno due pagine per due approfondimenti: sull’aumento Iva (“Falsa partenza per l’aumento dell’Iva. L’annuncio scatena la corsa a chiudere le operazioni in corso”), e sul contributo di solidarietà (“Una supertassa per pochi intimi. Prelievo del 3% su chi dichiara più di 300 mila euro. Un contributo che inciderà su 34mila contribuenti, lo 0,08% del totale”).  Su questo, una curiosa tabella mostra come sono distribuiti i contribuenti italiani per classi di reddito su un totale di 41.523.054 contribuenti, da 0 a oltre 300mila euro, secondo le dichiarazioni dei redditi 2010 relative all’anno di imposta 2009. Le fasce numericamente più rilevanti sono quelle che vanno dai 5mila ai 35mila euro (stando alle dichiarazioni dei redditi, si badi bene). In prima pagina viene anche riproposto, a firma dell’editore-direttore Paolo Panerai, la proposta lanciata dai media ClassEditori (di cui Italia Oggi fa parte) “L’Italia c’è”, una sorta di contromanovra in due punti – l’emissione di titoli speciali del Risparmio nazionale, riservati agli italiani e garantiti dalle riserve eccedenti il deposito alla Bce della Banca d’Italia, e la mobilitazione dell’enorme patrimonio immobiliare privato per garantire altri titoli. Proposta sottoscritta da 10mial imprenditori e inoltrata al ministro Tremonti. A pag. 32 gli effetti della manovra bis sulle coop, in particolare la “doppia tassazione della riserva obbligatoria delle banche di credito cooperativo per effetto dell’innalzamento al 40% della quota di utili netti tassabili e dell’introduzione della tassazione della quota, pari al 10%, ,della riserva legale”. Nel dettaglio, e con una  chiara tabella di sintesi, vengono spiegati gli effetti del provvedimento.

Fassung Nr 5. Tradotto, versione numero 5 della manovra. Piccolo omaggio ad Angela Merkel, il cancelliere tedesco, che proprio ieri aveva avuto parole durissime nei confronti dell’Italia. E sembra che qualcuno nel Belpaese se ne sia risentito a tal punto, di quello che ha detto Angie, che oggi, LA REPUBBLICA registra il cambiamento di rotta e titola: “Aumenta l’Iva, torna la supertassa”. Cambia quindi nuovamente la manovra, e su quella (udite-udite) scatta la fiducia del governo. La Ue plaude, mentre mezzo milione di persone scendono in piazza  con la Cgil (pagine 12 e 13). A completare le 13 pagine di servizi dedicati alla manovra, si mettono in fila fior fiori di editorialisti e commentatori: Massimo Giannini  (“La riduzione del danno”), Barbara Spinelli (“L’altrove narcisista”), Francesco Bei (“Spuntano Amato e Monti ma Silvio: il pilota sono io”), e Adriano Sofri (“Se fossi seduto al post di Tremonti”). Impietoso il giudizio di Giannini: «Se non li puoi convincere, confondili. È la legge di Truman. Berlusconi e Tremonti, ormai svuotati di spessore politico, la applicano alla manovra con rigore scientifico. Dopo quattro tentativi miseramente falliti in appena due mesi, spunta ora la quinta versione del decreto anti-crisi. Già questa abnorme bulimia quantitativa sarebbe sufficiente a giudicare disastrosa l’azione del governo. Ma quello che stupisce, e indigna di più, è la totale schizofrenia qualitativa delle misure messe in campo». Intervista a Beppe Pisanu, noto esponente di Forza Italia, ex democristiano che, negli ultimi anni, non ha di certo risparmiato severe critiche al Cavaliere costringendosi ai margini del dibattito politico, e pescato sistematicamente dall’opposizione come voce controcorrente. Un giudizio severe sul comportamento del governo italiano, ma anche dell’Unione europea, rea principalmente di avere atteso troppo.Pagina 6, 7 e 8 sono invece dedicate all’analisi della manovra: Iva, pensioni e superprelievo. Chiudono i servizi su manovra e dintorni lo schiaffo diplomatico della Spagna che ha criticato l’Italia accusandola di “creare sfiducia” e un’intervista ripresa dallo Spiegel alla Lagarde, numero uno dl Fondo monetario internazionale: «ci sono stati progressi importanti in Italia dal punto di vista del risanamento dei conti pubblici e delle riforme strutturali».

Non sarà una prova di coesione nazionale. Lo scrive LA STAMPA a proposito della quarta versione della manovra dal 6 agosto ad oggi: sarà varata oggi, ma sarà blindata, scrive Antonella Rampino a pagina 7 analizzando la dialettica fra governo, Quirinale e opposizione. «Il governo apporrà la fiducia su un maxiemendamento che, al momento in cui scriviamo, il Colle ancora non conosce nella versione testuale». Una fiducia che rinuncia quindi alla partecipazione delle opposizioni: giovedì si riunisce il Consiglio della Bce, non c’è più tempo per la coesione, spiegano dal governo. “Iva più cara e tassa sui ricchi” è il titolo con il quale LA STAMPA apre la prima pagina di oggi, illustrando le nuove misure su iva, pensioni, contributo di solidarietà. A pagina 5 un’intervista sull’adeguamento delle pensioni delle donne a Elisa Fornera del Cerp, il primo centro italiano dedicato alla previdenza. Tra le altre domande LA STAMPA chiede che fine hanno fatto i fondi per gli asili nido e altro per le famiglie che dovevano arrivare dai risparmi dell’allungamento della pensione delle donne nel pubblico impiego. La risposta è disarmante: «Non lo so. Ero nella commissione creata per occuparsene ma non sono mai stata convocata. A un certo punto ci hanno detto che i fondi non esistevano più perché il governo ha sempre un motivo più importante delle famiglie per spendere i propri soldi, e che quindi la commissione non aveva ragione di essere».

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