Cultura
In Olanda l’hacker sale in cattedra
Si apre Hal2001 «Ci dipingono come pirati o peggio come delinquenti. Invece vogliamo dire la nostra sulla libertà di espressione in Internet».
HAL: ovvero ciò che viene prima di IBM: le lettere H,A,L, infatti, nell’alfabeto inglese come in quello italiano, precedono ciascuna le lettere della nota multinazionale high-tech. HAL, per questo motivo, era il nome del computer protagonista nel film di Stanley Kubrick 2001: Odissea nello spazio, ma è anche il nome del prossimo meeting hacker, “Hal2001”, che si terrà a Twente, vicino a Utrecht, in Olanda dal 10 al 12 agosto, (www.hal2001.org) . Sono 1.600 le persone che hanno acquistato in prevendita il biglietto, e 2.500 invece i partecipati attesi. Ma per fare cosa?
Il programma delle tre giornate è suddiviso per argomenti e dislocato all’interno del campus dell’Università di Twente, dove fra i vari padiglioni, edifici, case dello studente, c’è la possibiltà di piantare una tenda, parcheggiare un camper, connettersi a Internet a banda larga, e seguire seminari, workshop e discussioni. Si va dai laboratori base per imparare a installare il sistema operativo Linux, fino agli interventi di Andy Mueller-Maguhn (hacker tedesco e membro del board of directors dell’ICANN) sulla libertà di espressione in Internet; con lui insieme a Emmanuel Goldstein (direttore della rivista www.2600.com), e Rop Gonggrijp (uno degli organizzatori, nonché rappresentante legale della Fondazione HAL2001) per discutere di Etica e Hactivism, cos’è cambiato dal 1984 fino ad oggi. Con Peter de Ruiter (attivista WWF) a parlare di Cyberactions (www.cyberacties.nl). Con John Gilmore (fra i fondatori di Electronic Frontier Foundation – EEF) a proposito del diritto d’autore e molto altro. Hal2001 poi dedicherà un sessione in ricordo a Wau Holland, tra i fondatori del Chaos Computer Club, uno dei gruppi Hacker più importanti d’Europa.
«È stato difficile, convincere le autorità e l’università ad ospitarci», ci dice Rop Gonggrijp, «di norma c’è molto scetticismo nei confronti degli hacker e la cosa più comune è quella di essere dipinti come pirati o criminali o deliquienti. Noi invece pensiamo che ci siano cose importanti nel mondo di cui bisogna parlare, cose per cui vale la pena combattere. Governi e multinazionali», prosegue, «che da lungo tempo stanno costruendo, con le nuove tecnologie e attraverso una legislazione ad hoc, meccanismi di controllo e monitoraggio sulla nostra vita. Pensiamo ai sistemi informatici attraverso cui si può sapere dove sei in ogni istante e cosa stai facendo. Pensiamo alla chiusura di Napster, alle prigioni dove sono rinchiusi hackers, accusati in base a leggi repressive. In quei tre giorni avremmo la possibilità di discutere e parlare di tutto questo, dell’impatto culturale che le nuove tecnologie hanno sull’uomo…».
Vita: Per chi non ha mai visto un computer?
Rop Gonggrijp: Hal2001 è una manifestazione molto grande, non è solo per gli esperti.
Vita: E come siete riusciti a organizzarla?
Gonggrijp: Finanziariamente abbiamo avuto bisogno di sponsor. Un budget preciso di quanto è costata la macchina organizzativa non riesco a darla in questo momento, ma Hal2001 è davvero grande e da soli, senza gli sponsor, non saremmo mai riusciti a farcela.
Vita: Accettate qualsiasi tipo di sponsor: quest’anno c’è, tra gli altri, Syntegra del gruppo Albacom?
Gonggrijp: No, selezioniamo.
Vita: Tu conosci gli Hackmeeting in Italia. Per scelta, in questo caso, non si accettano sponsor e pubblicità. Dietro la vostra scelta, oltre a un motivo economico, c’è qualcos’altro?
Gonggrijp: No, volevamo organizzare qualcosa di grande e avevamo bisogno di finanziamenti che però gestisce un’organizzazione non profit: la Fondazione Hal2001.
Vita: E sempre in rapporto all’Italia, nel programma non ho visto nulla che riguardi gli ultimi avvenimenti di Genova e il ruolo che Internet ha avuto in quel momento, penso ad esempio a Indymedia…?
Gonggrijp: Alcuni miei amici sono andati a Genova e sicuramente ne vorranno parlare, tanto più’ che alcuni ragazzi di Indymedia verranno e organizzeranno uno stand, dove credo si parlerà di questo.
Vita: Come mai Hal2001 è in Olanda?
Gonggrijp: Ci sono molti incontri di questo tipo. Semplicemente siamo olandesi, abbiamo iniziato nell’89 e ogni quattro anni organizziamo questo incontro. Ogni Paese ha il suo, Hal2001 è semplicemente quello più internazionale.
Vita: Mi hai parlato di sponsor e di una fondazione, ma ci sono anche molti volontari, vero? Tu, ad esempio, lo fai come volontario?
Gonggrijp: Direi di più che volontario (ride), ci ho perso anche dei soldi. Sì, ci sono decine di volontari. La maggior parte sono olandesi, semplicemente perché molti ci hanno aiutato nella fase di preparazione, adesso però stanno arrivando molti stranieri e una volta qui chiedono se c’è bisogno di una mano.
Vita: Ma non ti sembra caro il biglietto (132mila lire, la metà per gli under 18)?
Gonggrijp: Hal2001 quest’anno sarà davvero un appuntamento molto impegnativo sia nei contenuti che nell’organizzazione. Con questi finanziamenti dobbiamo coprire i costi tecnologici di una struttura sicura e potente. Siamo all’interno di una Università e siamo costantemente monitorati dalle autorità, non ci possiamo permettere che pochi minaccino il lavoro e l’impegno di molti. Per organizzarlo abbiamo bisogno di molti soldi e il biglietto è una delle nostre fonti di finanziamento.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.