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Cavallo: «Sì all’Agenzia pubblica se va nei Paesi più abbandonati»
La presidente della Commissione Adozioni Internazionali aggiunge che al servizio potranno accedere, per validi motivi, anche coppie di altre regioni
di Redazione
Una sorpresa proprio no: la legge 476 del 1998 ha previsto che le Regioni possano costituirsi come ente autorizzato per le adozioni internazionali e il Piemonte ha attuato per primo questa possibilità, mettendosi in una posizione innovativa». La presidente della Commissione per le adozioni internazionali, Melita Cavallo, interviene sulle polemiche che circondano l’istituzione, in Piemonte, di un’agenzia regionale per le adozioni e spiega le prospettive che un soggetto pubblico apre in questo settore.
Vita: La creazione di questa Agenzia è permessa dalla legge?
Melita Cavallo: Certamente. La legge italiana ha voluto costruire un sistema pluralistico, gestito dal privato ma non precluso al pubblico, forse anche in previsione del fatto che in certe regioni potessero non operare enti autorizzati.
Vita: Ma in Piemonte ce ne sono già 17 e molti dicono che erano più che sufficienti…
Cavallo: Questa valutazione è forse un po’ frettolosa. E’ ovvio che la prima agenzia è nata proprio là dove i servizi pubblici erano già molto evoluti e strutturati.
Vita: Un’altra critica è che i costi dell’adozione in questo modo si sposteranno sull’intera comunità. Che ne pensa?
Cavallo: Certo, l’adozione gestita dall’Agenzia pubblica costerà meno perché il peso finanziario delle pratiche in parte si sposterà dalla singola coppia all’intera comunità, permetterà però anche alle persone economicamente meno forti di adottare un bambino straniero.
Vita: Questo servizio sarà operativo solo per i residenti?
Cavallo: Ritengo di sì, anche se resterà valido il principio, seguito finora dalla Commissione, secondo cui una coppia può essere autorizzata a rivolgersi ad un ente fuori dalla regione di residenza, se presenta un valido motivo.
Vita: Che posizione avrà un’agenzia pubblica nel panorama dei 56 enti autorizzati?
Cavallo: Non la voglio vedere come un’agenzia concorrenziale, altrimenti perde tutto il valore che dovrebbe avere. L’indirizzo che la Commissione tiene a dare, in merito a questa nuova Agenzia e a quelle che in futuro potranno nascere, è che il pubblico s’impegni a raggiungere bambini abbandonati in quei Paesi del mondo che non sono raggiunti dagli enti privati. Le agenzie pubbliche dovranno coprire territori scoperti: non mi aspetto che vadano là dove ci sono già altri, ma in Africa, dove ci sono situazioni di abbandono purtroppo ancora sommerse.
Verso nuove convenzioni
La presidente Cavallo ha appena fatto ritorno da una visita in Cina e Vietnam, dove è stata con una delegazione italiana per valutare la praticabilità di accordi bilaterali con questi Paesi, per l’accoglienza e l’adozione di minori. Proprio con la Cina, ha annunciato la Cavallo, si potrebbe raggiungere un’intesa entro l’anno e subito dopo con Vietnam e Bolivia. Tra i prossimi obiettivi, c’è il chiarimento dei rapporti con Russia, Bielorussia e Ucraina (con cui gli accordi sono già in via di definizione).
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