Economia

Cala la domanda di credito nei primi sei mesi 2011

resi noti i dati del Barometro Crif

di Redazione

La domanda di credito da parte delle imprese italiane (analizzata sulla base delle anagrafiche riconducibili sia a imprese individuali sia a società di persone e capitali) nel primo semestre 2011 ha fatto segnare una diminuzione pari a -1% rispetto ai valori dello stesso periodo del 2010. Segno ancora negativo, ma sicuramente migliorativo rispetto al ben più pesante -9% rilevato nel primo semestre dell’anno passato, quando ancora i primi timidi segnali di ripresa economica non si erano manifestati.

Queste evidenze emergono dal Barometro CRIF (qui tutte le tabelle della ricerca) sulla domanda di credito da parte delle imprese italiane, elaborato sulla base del patrimonio informativo di EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF che raccoglie i dati relativi a oltre 8 milioni di linee di credito attribuite a utenti business.

“Questi dati vanno letti anche in relazione alle dinamiche che complessivamente hanno caratterizzato gli ultimi anni, da quando la crisi economica ha cominciato a manifestarsi – spiega Enrico Lodi, Direttore Generale Credit Bureau Services di CRIF -. In particolare dobbiamo tenere in considerazione il fatto che all’inizio del 2009 le imprese italiane avevano fatto registrare un picco di richieste di finanziamenti (addirittura +21% il numero delle richieste registrate nei primi 6 mesi del 2009 rispetto al corrispondente semestre 2008), forse nel timore di una imminente stretta creditizia che avrebbe potuto fortemente limitare l’approvvigionamento di risorse finanziarie sui mercati creditizi. Nel corso dei successivi 4 semestri, invece, le imprese italiane sembrano aver adottato un approccio più razionale e prudente, rivolgendosi agli istituti di credito effettivamente per finanziare nuovi investimenti o l’attività corrente e non per cautelarsi preventivamente da una potenziale contrazione del credito”.

D’altra parte i dati definitivi di chiusura del 2010 hanno fatto registrare solo un modesto recupero del Prodotto Interno Lordo, alimentato dalla lieve ripresa degli investimenti ma ancora segnato da una sostanziale stagnazione dei consumi. Indubbiamente un ruolo importante è stato giocato dalle esportazioni, risultate particolarmente brillanti nell’ultimo trimestre del 2010 (+10,1%) e con una variazione tendenziale del +8,9% nell’anno, ma il contestuale deciso aumento delle importazioni (+10,3%) ha smorzato l’effetto di traino delle vendite oltrefrontiera, consigliando un atteggiamento ancora prudente alle nostre imprese, che in effetti sembrano in attesa di segnali forti di una ripresa che tarda a consolidarsi dopo le positive aspettative manifestatesi fin dall’inizio del 2010.

“Normalmente si ragiona in termini di credito erogato – commenta Lodi – dimenticando completamente la dimensione della domanda di finanziamenti che invece, essendo fortemente influenzata dalle aspettative nei confronti del futuro, rappresenta un indicatore di straordinaria efficacia per tastare il polso alle imprese e valutare la loro propensione ad investire”.

 


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