Welfare

Migliaia di migranti sfruttati in Campania

La Cgil di Salerno denuncia una situazione a rischio

di Redazione

Non solo il Salento e la raccolta del pomodoro. La protesta dei migranti della masseria Boncuri di Nardò, vicino Lecce, che da giorni rifiutano di scendere nei campi per la raccolta del pomodoro protestando contro sfruttamento e caporalato, rischia di rappresentare un primo “focolaio” per lo “scoppio” di altre situazioni a rischio nel Mezzogiorno.

Come in Campania, dove migliaia di migranti, tra africani, indiani e dell’Est-europeo, pur essendo “indispensabili” per agricoltura e allevamento, vengono malpagati, sfruttati e vivono in condizioni di assoluto degrado. E già negli anni scorsi hanno incrociato le braccia per protesta.

«Nella regione tra agricoltura e allevamento lavorano circa 10 mila migranti. Solo qui nella Piana del Sele – riferisce Anselmo Botte, segretario provinciale della Cgil di Salerno- abbiamo 6mila migranti per lo più maghrebini che lavorano tutto l’anno nella raccolta delle diverse colture presenti. Qui si lavora tutto l’anno e quindi da questo punto di vista la situazione è diversa rispetto alla Puglia, dove in 40 giorni con la raccolta del pomodoro si concentra un lavoro di grosse proporzioni». «Quello che non cambia rispetto al Salento e alla Capitanata», sottolinea Botte, è «lo sfruttamento e le angherie che subiscono i migranti da parte dei caporali» in Campania. Nel Salernitano, come nel Casertano, dove indiani e immigrati dell’est europeo vengono impiegati nell’allevamento. E la situazione non cambia nel Napoletano, dove vengono impiegati nella floricoltura. Il leit-motiv è sempre il solito: «Va bene – racconta Botte – se riescono a guadagnare 25 euro al giorno».

Per il sindacalista per contrastare il fenomeno del caporalato «è una buona notizia il ddl presentato in Senato sul caporalato, che prevede il carcere per il caporale», e anche «la protesta di Salerno è positiva perché testimonia la presa di coscienza da parte degli immigrati su temi che come sindacato stia portando avanti da tempo».

 

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