Welfare

Voucher, che successo

Nei primi 7 mesi dell’anno sono stati venduti 17 milioni di buoni utilizzati da giovani, pensionati e casalinghe

di Redazione

Quest’anno i cosiddetti “voucher” per il lavoro occasionale hanno riscosso un vero e proprio boom. I buoni venduti fino ad oggi, da quando è partita l’iniziativa, due anni e mezzo fa, sono arrivati a quota 20 milioni per un valore di circa 200 milioni di euro, visto che valgono 10 euro l’uno. Ma «il grande salto è avvenuto nei primi 7 mesi del 2011, essendo passati da circa 3 milioni ai 20 attuali», come segnala Federica Rossi Gasparrini, presidente di Osservatorio Famiglia- Federcasalinghe che rappresenta 8,5 milioni di casalinghe.

Il loro utilizzo, inoltre, è destinato ad aumentare con la convenzione firmata ieri tra la Banca Popolare di Sondrio e Icbpi, Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane, per l’erogazione dei voucher per il Lavoro Occasionale Accessorio Inps. Un accordo che mira a semplificare la vita lavorativa consentendo al datore di lavoro di acquistare i buoni addirittura da casa, via telefono o via internet e al lavoratore la disponibilità su carte prepagate. Ad utilizzarli sono soprattutto i giovani, le casalinghe e i pensionati e il settore trainante è l’agricoltura, ma anche altri comparti si stanno muovendo come ad esempio il turismo, essendo questo tipo di lavoro legato soprattutto alla stagionalità.

I “voucher” possono essere utilizzati dai datori di lavoro per un totale di 5 mila euro netti l’anno e non vengono tassati, ma comprendono i contributi Inps e Inail per una quota del 25% del valore. Così al lavoratore vanno in tasca 7,5 euro netti, per lui non ci sono limitazioni, può avere anche più di un datore che li utilizza. Le casalinghe in particolare, complice anche la crisi, hanno riscontrato in questo strumento un’ottima opportunità per svolgere un lavoro occasionale. «Il 65% delle donne che hanno lasciato il lavoro, magari per accudire i figli, – spiega Gasparrini dal suo osservatorio – desidera rientrare sul mercato. Sono donne che hanno dai 40 anni in su e che, appunto, per esigenze familiari possono aprire uno spazio di lavoro retribuito secondo tempi e orari che scelgono».

Infatti, una delle principali caratteristiche del lavoro occasionale riguarda la flessibilità. «In questo modo anche una donna laureata che ha lasciato la carriera oppure semplicemente una casalinga- continua Gasparrini – può dedicarsi a svolgere un’attività come badante o baby sitter e un domani cambiare lavoro dopo aver seguito corsi di formazione». Quanto all’erogazione della pensione da parte dell’Inps, ogni lavoratore apre con i “voucher” una posizione individuale e ogni tre anni può chiedere la revisione ed eventualmente integrare con il versamento di altri contributi.

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