Famiglia
Con lui i marines fanno i pagliacci
E' il padre della clownterapia. Patch Adams al microfono
di Luca Bergamini
Da quando ho 18 anni, mi tiro su i calzoni, così, mi metto un naso finto, in questo modo, e provo a fare ridere le persone tristi, quelle malate o che litigano. La prima volta accadde in un drugstore americano dove madre e figlio si stavano prendendo a botte… Funziona, non funziona? Generalmente sì, ma comunque non importa: io sono pronto anche ad umiliarmi pur di portare gioia e pace. Faccio così, guardate…».
Possiamo testimoniare che sì, Hunter Patch Adams, medico statunitense, fondatore del Gesundheit Institute, reso famoso in tutto il mondo anche dal film interpretato da Robin Williams, ha una ilarità contagiosa. Non sembra finto né patetico con i capelli tinti di blu e i pantaloni da clown indossati con baldanza anche a 66 anni.
Come è cominciata la bella commedia di Patch Adams?
Un’infanzia tristissime e infelice, sino alla morte di mio padre, reduce di guerra, per un tumore.
Poi l’adolescenza in un America scossa dai conflitti razziali: provavo un tale senso di impotenza che tentai più volte di uccidermi. Mi sentivo troppo vulnerabile, incapace di adattarmi a vivere in un mondo fatto di violenza e ingiustizia. E questo durò sino a quando capii che avrei dovuto trasformare la mia vita in uno strumento vivente di pace.
Si votò subito alla causa pacifista, vestendosi da clown?
Mi resi conto che era necessario creare un sistema di valori che si fondasse sulla solidarietà. Volevo divenire un ponte tra le persone. Il mio essere gioioso, donare un sorriso, trascende le fedi religiose e le condizioni economiche che, lo posso assicurare, sono ancora una barriera.
Questo suo messaggio, e questo metodo, è stato subito recepito?
In quel drugstore che avrei dovuto fare, scagliare colpi di karate? Non si può colpire chi ti fa ridere e ti dona amore. I cattivi si sentono spiazzati, gli viene tolta la possibilità di reagire, di essere spietati e cedono, sentono di camminare su di un terreno che non è il loro, franano di fronte a gesti semplici come uno scherzo, una battuta, un gioco di un uomo vestito di tanti colori. Non sanno proteggere la propria rabbia.
La vostra grande poetessa Alda Merini lo aveva capito bene che cosa era l’amore, come cantarlo e diffonderlo…
Lei ha portato i pagliacci anche in zone di guerra, per vere e proprie azioni di peacekeeping: come sta andando?
Noi ci finanziamo grazie agli aiuti più diversi: il Comune di Roma, una famiglia italiana, l’attrice Angelina Jolie, per fare alcuni esempi, ci hanno coperto le spese per andare in Iraq, Afghanistan, Sri Lanka, Cambogia. È la nostra love revolution: a Baghdad e Kabul la reazione della gente è stata splendida, hanno capito che messaggio portavamo, vinta la diffidenza iniziale, ci hanno come adottato. Siamo disposti a partire subito per la Libia se qualcuno ci sta a sostenere questa operazione.
Tra i suoi clown, da qualche anno, ci sono anche ex soldati statunitensi reduci da missioni militari all’estero. Perché?
Abbiamo attuato un programma con gli ospedali che avevano in cura centinaia di soldati tornati malconci dal fronte, sperimentando con grande successo che, se impiegati nella nostra missione di pace, se fanno i clown tra i bambini afghani, incontrano meno difficoltà a guarire le proprie ferite interiori.
Sono decine di migliaia i dottori che adottano negli ospedali la clownterapia, e altrettanti i volontari che nel tempo libero si travestono per aiutare i malati, grandi e piccoli, con i loro sorrisi a vivere momenti spensierati anche nel dolore, perché è provato scientificamente che sorridere fa bene. Un film di Hollywood l’ha elevata a star mondiale della solidarietà. Ecco, si sente soddisfatto? In fondo ha raggiunto il suo scopo…
Il film con Robin Williams mi romanza un po’ troppo, ma di sicuro è servito. Devo dire che non mi sento stanco di essere un clown, lo sono dalle 9 del mattino fino a mezzanotte. Ho il naso finto sempre in tasca, non nego abbracci a nessuno, sono un portatore spontaneo di gaiezza, mi viene naturale e lo farò sino a quando avrò vita.
Provate a sorridere, fa bene. Parola di Patch Adams, parola di medico.
Anche se con il naso rosso e i pantaloni da clown.
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