Volontariato

G8: audizione di Pericu a Montecitorio

Secondo il sindaco di Genova c'era troppa polizia nella zona rossa e il resto della città è rimasto sguarnito: ''Il GSF si e' rivelato un interlocutore che non aveva capacita' organizzativa suffi

di Benedetta Verrini

“La mia sensazione e’ stata che tutte le forze di polizia fossero impegnate a proteggere la ‘zona rossa’, mentre dall’altra parte della citta’, dove si verificavano gli scontri, non c’era quella presenza che ritenevo essenziale”. E’ questa la sostanza dell’intervento del sindaco di Genova, Giuseppe Pericu, questa mattina a Montecitorio davanti al comitato bicamerale d’indagine su quanto accaduto nel capoluogo ligure durante il G8. L’organizzazione delle forze dell’ordine, spiega il sindaco, era tale che ”puo’ tranquillamente dirsi come il vertice, venerdi’ 21 luglio, si stesse svolgendo nella massima sicurezza possibile. La ‘zona rossa’ era impenetrabile”. E Pericu ha espresso la sua opinione anche sul GSF: ”Il Genoa Social Forum si e’ rivelato un interlocutore che non aveva capacita’ organizzativa sufficiente”, ma ”il governo non poteva non scegliere il GSF come interlocutore. Avrebbe dovuto spaccare l’unita’ raggiunta tra qualche centinaio di organizzazioni, una unita’ che rappresentava un valore positivo per il governo, per l’autorita’ politica”. Nella replica alle domande rivoltegli da oltre venti dei componenti il Comitato bicamerale di indagine, il Sindaco di Genova ha ricordato come il GSF fosse ”un interlocutore che non ho scelto io, ma che hanno scelto altri”. ”Si trattava di un filo tenue che teneva insieme un conglomerato di gruppi diversissimi”, ha continuato. ”La citta’ – ha ribadito Pericu – era estremamente difesa dal punto di vista della zona rossa e assai meno tutelata nelle altre parti”. ”Nessun appartenente al black block risultava poi essere stato accolto – secondo il Sindaco – presso lo Stadio Carlini”.


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