Sostenibilità

Boom della sporta riutilizzabile

Una ricerca Ispo promossa da Assobioplastiche rivela che viene usata dal 75% degli italiani

di Redazione

Dopo l’addio ai sacchetti di plastica è boom della sporta riutilizzabile: la sceglie il 75% degli italiani. Marginale, invece, l’uso abituale di sacchetti di carta (preferiti dai più anziani), mentre diffuso tra la maggior parte egli intervistati (54%) l’utilizzo frequente dei sacchetti biodegradabili, anche se per l’80% non si dovrebbero pagare alla cassa del supermercato. A tracciare il quadro è un’indagine promossa da Assobioplastiche e condotta da Ispo diretta da Renato Mannheimer.

Gli italiani, dunque, dimostrano di apprezzare la normativa che dal primo gennaio ha messo a bando i sacchetti di plastica:circa 6 su 10 esprimono il loro consenso in modo convinto e per il 90% l’impegno nei confronti dell’ambiente è “grande e doveroso” e sufficiente a giustificare un’imposizione di legge.

Sul concetto di biodegradabilità permane qualche elemento di incertezza: l’89% sa che esiste una norma a cui i sacchetti devono conformarsi per essere definiti biodegradabili, ma c’è meno certezza (60%) sul fatto che in commercio esistano materiali che si dichiarano tali pur non essendo conformi alla normativa europea.

Circa 8 italiani su 10 ritengono che i sacchetti alla cassa del supermercato non si dovrebbero pagare (sia quelli tradizionali che i biodegradabili). Però quasi la metà dichiara di essere disposto a spendere anche un pò di più per l’acquisto di sacchetti biodegradabili piuttosto che di plastica, se giustificato da motivazioni di minore impatto ambientale.

«I risultati della ricerca condotta dall’Ispo sono la conferma che i cittadini italiani condividono pienamente il provvedimento adottato dal Parlamento» sottolinea il presidente di Assobioplastiche, Marco Versari che aggiunge: «se consideriamo i dati contenuti nell’ultimo rapporto Ispra sui rifiuti in Italia, appena pubblicato, abbiamo la conferma del valore di un provvedimento che mira a ridurre il fenomeno della contaminazione della frazione organica da avviare al compostaggio».

 


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