Cultura

Il rifornimento aereo diventa green

Si chiama Pure Wings ed è un'idea del Politecnico

di Redazione

Si chiama Pure Wings, è stato elaborato da cinque studenti dell’Alta Scuola Politecnica (Asp), con il supporto della Camera di Commercio di Torino, di DigiSky e di Mathworks, società leader nello sviluppo di programmi per il calcolo matematico, ed è un sistema di supporto a terra, pulito e sostenibile, per il rifornimento di energia agli aeromobili in attesa del decollo. «Pure Wings», spiega il Politecnico di Milano, «è stato sviluppato all’interno del più ampio progetto SkySpark che aveva per finalità la realizzazione di un velivolo “ecologico” a idrogeno». «Il progetto», continua il Polimi, «è nato dall’esigenza di una riduzione dell’impatto ambientale a fronte dell’aumento delle emissioni degli aerei e del fabbisogno energetico in un contesto di aumentata ricchezza che, negli ultimi trenta anni, ha portato a una crescente domanda del trasporto aereo d’affari e turistico». Pure Wings è focalizzato sulla produzione di idrogeno per elettrolisi fotovoltaica, direttamente in aeroporto, attraverso lo stoccaggio di bombole di idrogeno pressurizzate e ha preso in considerazione due aeroporti di dimensioni molto differenti, Milano-Malpensa e Cuneo-Levaldigi.

«Grazie a uno strumento innovativo», spiega ancora il Polimi, «è stata stimata la quantità di energia solare disponibile per anno in ciascun sito. La scelta di produrre idrogeno attraverso l’elettrolisi fotovoltaica presenta, inoltre, numerosi vantaggi: l’unità di produzione del vettore energetico si può trovare direttamente in loco e può essere ‘tagliata’ sulle esigenze di rifornimento, non ci sono costi di trasporto dell’energia, grazie alla fonte solare il sistema è “verde” e il costo dell’idrogeno arriverebbe a 4-5 euro/kg entro il 2015-2020, contro gli attuali 22 euro/kg».

Il progetto Pure Wings, inoltre, ha anche analizzato l’aspetto della sicurezza nell’utilizzo dell’idrogeno. «I rischi», assicura il Politecnico di Milano, «sono notevolmente ridotti grazie al fatto che non sono impiegati gasdotti per il suo trasporto e per lo stoccaggio, che comunque potrebbe essere posto lontano dalle persone».

«Inoltre, l’eventuale effetto abbagliante dei pannelli sul pilota, nelle fasi di decollo e atterraggio», conclude il Polimi, «potrebbe essere evitato scegliendo una particolare tecnologia di elementi fotovoltaici e correggendo inclinazione e posizione degli stessi».

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