Economia

Il nuovo presidente del gruppo sarà Gargiulo

Succede a Sergio D’Angelo

di Redazione

Michele Gargiulo è il nuovo presidente del gruppo di imprese sociali Gesco. Psichiatra napoletano, 59 anni, già vicepresidente del gruppo dal 1992, Gargiulo è stato a lungo presidente de “L’Aquilone” (tra le cooperative fondatrici di Gesco) ed è esperto di  riabilitazione psichiatrica, oltre che di creazione e gestione delle  imprese sociali.
Succede a Sergio D’Angelo alla guida del gruppo Gesco e subentra al presidente pro-tempore Antonio Gargiulo che lo affiancherà in qualità di amministratore delegato, insieme a quattro vice-presidenti scelti dall’assemblea dei soci. Si tratta di: Teresa Attademo, responsabile dell’area Comunicazione di Gesco; Giuseppe Pennacchio, coordinatore dei servizi del gruppo Gesco; Giacomo Smarrazzo, dirigente della cooperativa Dedalus e responsabile di Legacoopsociali Campania; Michele De Angelis, presidente della cooperativa Prisma.
Attivo dal 1991 Gesco riunisce oggi 35 imprese sociali, conta circa 1000 soci e impiega oltre 2mila persone, per la maggior parte nel settore dei servizi socio assistenziali, raggiungendo con i propri servizi circa 25mila utenti. È il principale gruppo di imprese sociali della Campania e uno dei più grandi del Meridione.
Con il nuovo assetto organizzativo il gruppo agirà in continuità con la precedente gestione, puntando alla creazione di nuove attività di imprenditoria sociale come volano di sviluppo e di nuova occupazione, senza rinunciare alla collaborazione con le pubbliche amministrazioni.
Tra le iniziative che si collocano in questo quadro, ci sono quelle legate al marchio Farepiù – una mensa territoriale, un market solidale, e la nuova agenzia di servizi di pronto intervento sociale – ma anche un negozio gestito da utenti della salute mentale (“Che follia!”, in via dei Tribunali), una Scuola di formazione per le professioni sociali e una casa editrice specificamente dedicata ai temi del terzo settore (Gesco edizioni).
L’idea di fondo del gruppo è che il welfare sia importante per tutti, e che le imprese sociali siano chiamate a mettere in moto processi profondi di trasformazione della società, per incidere più direttamente sull’economia e sul mercato, senza perdere di vista gli interessi generali della comunità e i bisogni delle persone.


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