Salute

Badanti: in cinque anni più 25%

L'Ufficio studi di Confartigianato vede nell'incremento il frutto dello sbilanciamento della spesa pubblica a favore delle pensioni

di Redazione

Aumenta il bisogno di badanti e colf tra le famiglie italiane. Il loro numero, negli ultimi cinque anni, è cresciuto del 25%. Sommando ai 664.785 lavoratori domestici individuati dall’Istat nel 2008, una consistente quota di sommerso, il loro numero si attesterebbe a oltre 1.400.000 unità.
Sono questi i numeri dell’Ufficio Studi di Confartigianato che individua la ragione dell’incremento del fenomeno “nello sbilanciamento della spesa pubblica a favore delle pensioni, piuttosto che al sostegno alle famiglie, e nel contestuale incremento della popolazione anziana”.

«L’Italia destina alla spesa pensionistica il 58,4% della spesa totale per il Welfare, pari a 3,7 punti di Pil. Mentre solo l’1,2% del nostro Pil è riservato al sostegno dei nuclei famigliari, voce di spesa, sulla quale Germania, Francia e Regno unito spendono più del doppio: rispettivamente 2,8%, 2,5% e 2,4%. Stesso trend anche rispetto alla voce “disabilità-invalidità”, per la quale la spesa è tanto esigua da posizionare l’Italia al penultimo posto in Europa», dice Giampaolo Palazzi, presidente dell’associazione nazionale anziani e pensionati (Anap) di Confartigianato, commentano di dati.

Uno squilibrio che per Confartigianato, comporta un primato della componente privata nella domanda di cura e assistenza. «Nel nostro Paese ci sono 2.356.000 famiglie con almeno un disabile in casa. Il 12,5% di esse, pari a 294.000 famiglie, è costretta ad avvalersi di un’assistenza che paga di tasca propria. Il bisogno di badanti crescerà ancora proporzionalmente all’incremento del numero di anziani in Italia. La percentuale degli over 65, tra il 2001 e il 2011, è cresciuta infatti dal 18,4% al 20,3%, un’impennata pari a 1.800.000 di ultrasessantacinquenni in più», spiega ancora Palazzi . Così, ricorrere a collaboratrici domestiche e badanti, diventa una pratica sempre più diffusa, che coinvolge in larga parte lavoratori stranieri: la quasi totalità di essi, l’88,6%, e’ costituita da donne. Il 78,4% è straniero e proviene per il 47,9%, dall’Est Europa: soprattutto dalla Romania (19,4%), dalla Polonia (7,7%) e dalla Moldavia (6,2%).


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