Cultura

Etichette sulla carne: «Un passo avanti ma non basta»

Secondo Coldiretti l'obbligo va esteso anche ai prosciutti e ai formaggi taroccati

di Redazione

«L’estensione dell’obbligo di etichettatura di origine, già previsto in tutta Europa per la carne bovina, ad altre carni (maiale, pollame, agnello e capra) è un primo passo importante; va però al più presto esteso anche alle carni e al latte utilizzati in alimenti trasformati, come prosciutti, salami e formaggi dove più spesso si verifica l’inganno del falso Made in Italy».

Lo afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini in riferimento all’adozione, con maggioranza qualificata, da parte del Parlamento Europeo, del regolamento sulle informazioni alimentari ai consumatori. «In Italia», ha denunciato Marini «la metà delle mozzarelle e tre prosciutti  su quattro sono ottenuti da latte e carne di animali allevati all’estero senza alcuna informazione per il consumatore. Per questo l’obbligo di indicazione di origine deve essere esteso oltre che alla carne di coniglio e al latte ora esclusi, anche per il latte e la carne utilizzati negli alimenti trasformati, per i quali è stato invece concordato di posticiparne di tre anni l’eventuale applicazione, in attesa di una valutazione d’impatto da parte della Commissione».

Sulla base del regolamento, alla Commissione europea spetta ora infatti il compito, secondo Coldiretti, di esaminare l’opportunità di estendere un sistema di etichettatura obbligatoria alle seguenti categorie di alimenti: latte, latte impiegato come ingrediente, carne utilizzata come ingrediente, alimenti non trasformati, alimenti mono-ingrediente e ingredienti che rappresentano più del 50% dell’alimento.

L’Italia si trova peraltro all’avanguardia in Europa grazie al pressing realizzato dalla Coldiretti in questi anni che ha già portato all’attuazione di norme nazionali, dall’obbligo scattato il 7 giugno 2005 di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco all’etichetta del pollo Made in Italy dal 17 ottobre 2005. Oggi l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta è in vigore per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro, extravergine di oliva, ma ancora molto resta da fare e l’etichetta resta anonima per circa la metà della spesa dai formaggi ai salumi, dalla pasta ai succhi di frutta.

 

 

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