Welfare

L’energia solare arriva nei penitenziari

Completato l'impianto di Velletri

di Redazione

Fare risparmiare soldi ed emissioni allo Stato e contemporaneamente creare professionalità “verdi”. Si tratta di dotare di impianti di solare termico le carceri italiane e di farli realizzare agli stessi detenuti, dopo un’apposita formazione. È l’obiettivo del “Programma Nazionale di Solarizzazione degli istituti Penitenziari”, nato nel 2001, che oggi si è arricchito con l’ultimo impianto completato in ordine di tempo nel penitenziario di Velletri (Roma). Grazie ad un sistema da 200 metri quadri di collettori, il penitenziario risparmierà circa 20mila euro all’anno sulle bollette. A riferirlo è “Qualenergia.it”, il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari, sottolineando che all’efficienza energetica si aggiunge così una formazione green per i detenuti da spendere sul mercato. Nella realizzazione dell’impianto sono infatti stati coinvolti 30 detenuti, che hanno così potuto ottenere qualifica professionale di “Installatore e Manutentore di Impianti Solari Termici”.

A spiegare i dettagli del progetto è Roberto Salustri di Reseda, la onlus che assiema al Cirps (Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile) ha collaborato al progetto, promosso dai ministeri dell’Ambiente e della Giustizia. «Il campo solare realizzato», dice Salustri al portale dell’energia sostenibile, «ha una grandezza di duecento metri quadri di superficie captante, per una potenza complessiva di 140 kWth ed è stato dotato di un sistema di monitoraggio per permettere di tenere costantemente sotto controllo il suo corretto funzionamento e i benefici prodotti in termini di risparmio energetico».

«In ragione delle grandi dimensioni dell’impianto», prosegue Salustri, «si è scelto di utilizzare uno schema impiantistico a bassa portata. Sono stati installati 100 pannelli solari piani a superficie selettiva con un’inclinazione di 30° per massimizzare l’irraggiamento solare. Il suo dimensionamento è stato studiato per coprire il 50% del fabbisogno energetico complessivo annuale dell’istituto».

«L’impianto», continua, «è completato da due serbatoi da 5000 litri. La parte restante del fabbisogno sarà invece garantita grazie all’integrazione del sistema solare con la caldaia preesistente». «In questo modo», aggiunge Salustri, «è stato stimato un risparmio energetico di 180 MWhth, cioè 120 tonnellate di CO2 non immesse nell’atmosfera».

«Inoltre», spiega l’esperto, «l’impianto è dotato di un sistema di produzione di elettricità da fotovoltaico per compensare i consumi dei circolatori idraulici, quindi si può dire che l’intero impianto è a emissioni zero». E ad installare l’impianto sono stati proprio i detenuti. Trenta di loro hanno seguito corsi di formazione sui fondamenti dell’installazione e della manutenzione di impianti solari termici e fotovoltaici per poi essere coinvolti nella realizzazione.

Il progetto del carcere di Velletri, compreso sia l’impianto che i corsi di formazione, è costato 120mila euro. Un buon investimento per lo Stato, visto che, oltre a far risparmiare ogni anno circa 20mila euro in bolletta e 120 tonnellate di CO2, ha come risultato la formazione professionale di 30 persone che, una volta scontata la pena, avranno, grazie alla qualifica acquisita, maggiori possibilità di reinserirsi lavorativamente e dunque minor rischi di tornare in galera.

Attualmente, ricorda infine il portale, sono 15 gli impianti solari termico realizzati in altrettante carceri realizzati finora nell’ambito del “Programma Nazionale di Solarizzazione degli istituti Penitenziari”: Rebibbia, Rebibbia Nuovo Complesso, Viterbo, Taranto, Lecce, Laureana, Terni, Perugia, Spoleto, Torino, Secondigliano, Benevento, Firenze, Caltagirone e Velletri. In tutti i penitenziari la realizzazione è stata ad opera dei detenuti. E, nel complesso, grazie al progetto, si sono così formati 200 nuovi futuri tecnici.

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