Politica

Barroso generoso con gli aiuti

Buone notizie dalla proposta di bilancio Ue 2014-2020 presentata ieri dalla Comissione europea

di Joshua Massarenti

BRUXELLES – Ieri sera il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, e il commissario al Bilancio, Janusz Lewandowski, hanno presentato alla stampa la proposta delle istituzioni europee per le nuove ‘prospettive finanziarie’ (il quadro multiannuale di bilancio dell’Ue) per il periodo 2014-2020.

La Commissione ha approvato un budget complessivo da 1.025 miliardi di euro, pari all’1,05% del Pil complessivo dei Ventisette (contro 1,07% nel periodo 20072013) e di 972,2 miliardi di euro in pagamenti (1% del Pil). Si tratta di “un piccolo budget ma con un grande impatto per i 500 milioni di cittadini europei”, si legge nella nota diffusa in serata a Bruxelles. “Stiamo proponendo un budget ambizioso ma al tempo stesso responsabile – ha spiegato il presidente Josè Manuel Barroso – una proposta realistica e innovativa, che punta alla crescita e all’occupazione”.

Tra le voci di spesa, la Commissione europea propone di allocare 70 miliardi di euro alle Relazioni Esterne (contro 56 miliardi per il periodo 2007-2013), a cui si aggiungono 30,3 miliardi di euro previsti nel Fondo europeo di sviluppo (FES), uno strumento di aiuti finanziato direttamente dagli Stati membri e che non rientra ancora nel bilancio generale della Comunità.

Secondo una fonte diplomatica a Bruxelles contattata da Vita.it, “al di là dei volumi che sono cresciuti rispetto al periodo 2007-2013, la proposta generale di bilancio della Commissione europea è molto positiva in quanto conferma in maniera molto chiara il ruolo di leadership internazionale dell’Unione nella cooperazione allo sviluppo”.

Giudizio positivo anche sul fronte delle organizzazioni non governative. “La Commissione europea ha dimostrato coraggio in tempi difficili” sostiene Olivier Consolo, direttore della piattaforma delle Ong europee, CONCORD.

Tra le novità apparse nella proposta di bilancio spicca lo “strumento di partenariato” (un miliardo di euro) per la cooperazione con i paesi emergenti che, negli ultimi anni, sono passati dallo status di beneficiari degli aiuti allo sviluppo a quello misto di beneficiari-donatori. Le altre novità riguardano il settore umanitario con la nascita di Corpo Volontario europeo di aiuti umanitari che la Commissione vorrebbe dotare di “appena” 200 milioni di euro e la creazione di una “Protezione civile e capacità di reazione alle situazioni di emergenza” a cui sono previsti altri 200 milioni di euro.

A farla da padrone sarà lo “strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo” (ICD) dedicato “alla lotta contro la povertà e al mantenimento degli impegni sugli Obiettivi del Millennio”. Attraverso questo strumento, l’Ue finanzia misure volte a sostenere la cooperazione geografica con i paesi, i territori e le regioni in via di sviluppo compresi nell’elenco dei beneficiari degli aiuti stabilito dal Comitato per l’aiuto allo sviluppo (CAS) dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE). Rispetto al periodo 2007-2013, i fondi riservati all’ICD aumentano di 3,7 miliardi di euro passando da 16,9 a 20,6 miliardi.

Senza sorpresa, il vento di democrazia che si è abbattuto nel mondo arabo ha favorito lo “Strumento di vicinato” (ex ENPI) riservato ai paesi coinvolti nella Politica europea di vicinato (PEV), tra cui Tunisia, Egitto, Libia e Siria. Da 11,18 miliardi di euro previsti nel periodo 2007-2013, questo strumento dovrebbe essere rafforzato con 4,8 miliardi di euro supplementari per raggiungere quota 16 miliardi nel 2014-2020.

Lo “strumento di assistenza preadesione” (IPA) passa da 11,97 a 12,5 miliardi di euro, lo “strumento per la stabilità” istituito per favorire lo sviluppo umano ed economico e la promozione dei diritti dell’uomo, della democrazia e delle libertà fondamentali nell’ambito della politica dell’Unione europea (UE) in materia di relazioni esterne, cresce di 500 milioni di euro (passando da due a 2,5 miliardi tra i periodi 2007-2013 e 2014-2020). Allo strumento per la stabilità va associato lo “strumento europeo per la democrazia e i diritti umani” riservato ai paesi al di fuori dello spazio UE e che vede i suoi fondi aumentare di 300 milioni di euro.

A ruota seguono la Politica estera e di sicurezza comune (PESC) con 2,5 miliardi di euro, lo “strumento per gli aiuti umanitari” (ECHO) che passa da 5,7 a 6,5 miliardi di euro di dotazione, quello di “cooperazione alla sicurezza nucleare” (456 milioni di euro contro 524 nel periodo 2007-13), gli “Aiuti macrofinanziari” (600 milioni), il nuovo Fondo di garanzia per l’Azione Esterna dell’Ue con 1,26 miliardi di euro e la “Riserva per gli aiuti d’urgenza” messa a disposizione di ECHO (2,45 miliardi).

Clicca qui per saperne di più sulla proposta di bilancio della Commissione europea.


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