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Rifiuti, per i vescovi è “una questione nazionale”

In una nota del Sir, l'agenzia della Cei, si chiede l'attivazione della solidarietà del Nord

di Redazione

Il problema dei rifiuti a Napoli “è una questione nazionale” e per questo è venuto il momento che si attivi “la solidarietà dell’Italia settentrionale, che per decenni ha utilizzato non poche regioni meridionali per lo smaltimento dei rifiuti”, mentre è urgente uscire da “logiche corporative o micro-settoriali’”.

È il monito lanciato oggi in una nota del Sir, l’agenzia stampa della Conferenza episcopale. “L’immondizia straripa. E non è una metafora” si legge nel testo, “dunque è tempo di soluzioni, al di là delle promesse, degli slogan, delle campagne elettorali. Che sono finite, anche se in realtà siamo sempre in campagna elettorale, un modo per scansare le responsabilità. Non possiamo però permettercelo oltre. Con due premesse – si afferma nella nota – la prima è che, quando si supera un certo livello di intromissioni di interessi, di tutti i generi e, in particolare, di quelli in senso lato malavitosi nelle politiche pubbliche, non solo una città, ma un intero sistema-Paese rischia il declassamento e il degrado”.

“Tanto più in tempi di crisi – si spiega – quando non possiamo più finanziare a debito, cioè scaricare in avanti le nostre magagne. I conti non tornano e tutto si corrompe. Sono costi che nessuno si può permettere, in un mondo sempre più competitivo.
La seconda premessa, che naturalmente consegue, è che la questione napoletana è una questione nazionale”. In questo senso “la vicenda dell’immondizia diventa una spia, un campanello d’allarme. Se non siamo in grado di affrontarla significa che siamo ormai avvitati nella spirale del degrado”.

Per questo “servono soluzioni. In tutte le democrazie efficienti le soluzioni per le politiche pubbliche in settori sempre più strategici come questi sono suggerite da una tecnostruttura attendibile, responsabile e validata dalle autorità politico-amministrative, con il consenso degli elettori”. Se al contrario “a questo circuito virtuoso si sostituisce un coacervo di attori deboli, che si muovono con logiche corporative e micro-settoriali di breve o brevissimo momento, tese a monetizzare immediatamente qualsiasi iniziativa, non si va da nessuna parte. Anzi, si consumano anche le poche energie virtuose o quantomeno le professionalità che pure esistono a tutti i livelli”.

“E allora – si rileva nel testo del Sir – è necessario riannodare i fili, con traguardi che vadano al di là dei pochi mesi e attivino tutti i livelli, da quello comunale a quello nazionale e tutti gli attori”.
“Sì, si può fare – è la conclusione – e si può anche attivare la solidarietà dell’Italia settentrionale, che per decenni ha utilizzato non poche regioni meridionali per lo smaltimento dei rifiuti. Quello che nessuno è più disposto a sopportare è fare dell’immondizia un alibi o uno strumento di pressione per continuare a fare affari”.

Quindi il monito ai responsabili della cosa pubblica: “Attenzione, dunque: i responsabili politici e amministrativi, di destra come di sinistra, sono tutti indistintamente avvertiti. Non ci sarà prova d’appello, per nessuno. Si chiedano, si impongano pure dei sacrifici a tutti. Ma se ne renda conto, secondo un preciso cronoprogramma. E i responsabili del fallimento paghino, pubblicamente. Senza scuse, senza alibi e senza troppe chiacchiere”.


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