Welfare

Sovraffollamento da record

67mila detenuti a fine maggio. Appello di Napolitano a Pannella: sospendi lo sciopero

di Redazione

Napolitano ha scritto a Marco Pannella che da tre giorni ha aggiunto lo sciopero della sete a quello della fame iniziato lo scorso 20 aprile per protestare contro il sovraffollamento delle carceri italiane

Nella lettera del Presidente della Repubblica allo storico leader radicale, che da due mesi non mangia per protestare contro la situazione delle carceri italiane si legge: «Caro Marco, ti prego, in nome non solo dell’antica amicizia ma dell’interesse generale, di desistere da forme estreme di protesta che mettono a repentaglio la tua salute fisica». Nella sua lunga lettera di Giorgio Napolitano scrive anche: «Posso assicurarti che continuerò, come ho più volte fatto nel corso del mio mandato, a richiamare, e ne sento più che mai oggi l’urgenza, su tali questioni l’attenzione di tutti i soggetti istituzionali responsabili sollecitandoli ad adottare le indispensabili misure amministrative, organizzative e legislative. Non sono ammissibili sottovalutazioni e fatalismi di fronte a situazioni drammaticamente incompatibili con il rispetto della dignità delle persone e con la necessità di fornire un “servizio giustizia” efficiente, a garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini».

Proprio oggi lassociazione Antigone ha diffuso i dati del sovraffollamento delle carceri italiane tracciando un’inquietante ritratto della situazione penitenziaria del nostro Paese.

Cresce il sovraffollamento nelle carceri italiane: a fine maggio i detenuti avevano oltrepassato quota 67.000 superando di oltre 20.000 persone il limite considerato ‘regolamentare’. A fornire i dati relativi ai nostri penitenziari è l’associazione Antigone, impegnata in difesa dei diritti e delle garanzie nel sistema penale, in un incontro a Roma, presso la Fondazione Basso.


A fronte di una quota fissata a 45.551 detenuti, i reclusi al 31 maggio sono 67.174 di cui 14.251 in attesa di primo giudizio, 28.178 imputati e solo poco più della metà 37.257, condannati con sentenza definitiva. Le donne sono 2.878 e gli stranieri 24.404 di cui il 21% proveniente dal Marocco, il 14% dalla Romania e il 12% dalla Tunisia per quanto riguarda gli uomini; il 22% dalla Romania e il 16% dalla Nigeria per quel che concerne le donne. Dei condannati in via definitiva, quasi il 9% è in carcere per scontare una pena inferiore a un anno e il 32% per una condanna fino a tre anni. Inoltre, il 30% ha un residuo di pena inferiore a un anno e il 64% fino a tre anni. Nello scorso anno, sono stati 84.641 i nuovi detenuti, dei quali 6.426 donne e 37.298 stranieri. Quanto alla polizia penitenziaria, a fronte di un organico previsto di 42.268 unità, sono 34.165 gli agenti attualmente in servizio nelle carceri.

In testa alla lista degli istituti più sovraffollati, figura il carcere di Busto Arsizio, in provincia di Varese, con 265 detenuti per ogni 100 posti, seguono nell’ordine Vicenza con 256 detenuti, Brescia con 252, Ancona e Catania con 236 e San Vittore a Milano con 233 detenuti.
In altri 15 istituti penitenziari si registrano più del doppio di detenuti rispetto alla pianta organica: Savona, Piacenza, Venezia, Reggio Calabria, Castrovillari in provincia di Cosenza, Pozzuoli in provincia di Napoli, Treviso, Bari, Bologna, Reggio Emilia, Lecce, Palmi in provincia di Reggio Calabria, Monza, Pesaro e Pavia. Rispetto a una media europea di 97 detenuti ogni 100 posti letto, in Italia vi sono 148 reclusi.

La percentuale di stranieri è del 37% nel nostro Paese e del 12% in Ue mentre la custodia cautelare riguarda il 42% dei detenuti in Italia e il 25% in Europa. A scontare la pena dell’ergastolo è il 4,6% dei detenuti nelle carceri italiani e l’1,4% dei detenuti negli istituti penitenziari europei. Infine, il numero dei suicidi ogni diecimila detenuti e’ di 8,2 in Italia e di 6,1 nella media europea.

Se aumentano i detenuti, nello stesso arco di tempo calano le risorse a disposizione del sistema carcerario. Secondo i dati riferiti sempre dall’associazione Antigone, infatti, tra il 2007 e il 2010 la presenza media dei reclusi è aumentata del 50,6% mentre lo stanziamento è calato del 10,4% passando da quasi 3,1 a meno di 2,8 miliardi di euro. «In un simile contesto – denuncia Antigone – il nostro sistema penitenziario è allo stremo. Manca tutto e da mesi un sindacato di polizia penitenziaria avvisa che è addirittura a rischio il sostentamento dei detenuti, considerato che a settembre non ci saranno piu’ nemmeno i soldi per dar loro da mangiare». Quanto al ‘piano carceri’, «è del febbraio scorso la notizia della inaugurazione, a Piacenza, del primo cantiere. Altrove, i lavori devono ancora partire e in molti casi devono essere ancora individuate le zone interessate. Ammesso che il piano per le nuove carceri parta subito e si rispettino i tempi indicati, nel 2012 mancheranno ancora 14.000 posti».

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