Cultura

Aumentano i ristoranti a misura di bimbo

Le ricetta prevede spazi ad hoc, menù sani e ingredienti a km 0

di Redazione

Ristorante non più “off limit” per le famiglie con figli a seguito. Se infatti i bambini a tavola sono un disastro, e fuori casa diventano ancora più ingestibili, per tenerli a bada mentre si mangia non basta un seggiolone dove “bloccare” il piccolo. Così molti locali stanno correndo ai ripari, per la gioia dei genitori ma anche per non lasciarsi sfuggire una grossa fetta di clienti. Dunque anche in Italia si moltiplicano i ristoranti “a misura di bambino”, locali “child friendly”, con spazi ad hoc. «I genitori vogliono mangiare tranquilli», spiega il titolare del ristorante “Da Ciro” di Rapallo, nel genovese, «li capisco e solidarizzo con loro: anch’io ho tanti figli e so cosa significa sedersi a tavola con dei bambini». Nel suo locale dal 2006 è aperto un baby parking, con un giardino “antitrauma” dove i bambini possono mangiare e giocare allo stesso tempo. «È come una “gabbia”, da lì non possono scappare», continua, «sono sotto controllo con parte del personale, e i genitori restano tranquilli».

Divanetti, piccole sedie e posatine formano l’arredo base dell’angolo bimbi dei ristoranti. «Vogliamo farli sentire a casa», dice chiaramente il titolare di “Briciole e Favole”, a Roma. E infatti si sentono davvero come se stessero nel loro nido: «da noi possono sporcare liberamente, possono fare quello che vogliono. Gli animatori che li accolgono nel baby parking prima li fanno giocare e poi mangiano tutti insieme», continua.

L’età dei piccoli clienti di questi ristoranti varia dai 5 ai 12 anni, ma non è raro trovare anche locali attrezzati per i più piccoli, con fasciatoi o angoli per l’allattamento. Ma tra i punti di forza di questi luoghi pensati per i bambini c’è il menù. «Naturalmente prestiamo molta attenzione all’alimentazione, anche per allontanare i nostri figli dai fast food che spesso si concentrano più sulla sorpresa nei sacchetti del cibo che sui piatti stessi, come dimostrano i loro spot», sottolinea il ristoratore di “Briciole e Favole”.

Da un sondaggio lanciato su un sito inglese di servizi per bambini childfriendly.co.uk, è risultato che per il 23% degli intervistati a far la differenza è «un menu buono e vario con ampia scelta di piatti sani». Lo confermano anche gli ideatori del “Ristorantino”, la dependance del “Ristorante” di Settimo Torinese. Nel rispetto delle regole di una cucina sana e genuina, seguendo il principio del “km zero” e affidandosi ai prodotti della tradizione piemontese, gli chef preparano piatti semplici per bambini, proprio come quelli della cucina della mamma.

Basta con hamburger e panini dunque, e spazio a pasta al pomodoro, ragù, carne ai ferri con patate e poi tanta frutta, verdura e l’immancabile gelato. In definitiva, è ai cuochi, forse più che agli animatori di questi ristoranti per bambini, che deve essere riconosciuto un vero ruolo educativo, quello della cultura del gusto e del piacere del mangiar bene.

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