Politica

Il Piemonte azzera i fondi

Le ong hanno promosso un appello per chiedere alla Regione che non venga azzerato con un colpo di spugna il sostegno al sistema di solidarietà e di cooperazione allo sviluppo

di Emanuela Citterio

Da cinque milioni di euro l’anno a zero. La Regione Piemonte ha deciso di rinunciare ai propri impegni per la solidarietà internazionale. 

Il Bilancio di Previsione 2011 varato a dicembre 2010, se verrà confermato nel Progetto di Assestamento di Bilancio che sta per essere varato dalla Giunta Cota e che dovrà essere approvato dal Consiglio Regionale entro poche settimane, azzererà i fondi destinati al sostegno dei progetti di cooperazione internazionale promossi dalla Regione in oltre 90 Paesi del mondo.

Le principali 25 associazioni che si occupano di cooperazione internazionale riunite nel Consorzio Ong Piemontesi, i 32 Comuni piemontesi riuniti nel Coordinamento dei Comuni per la Pace (con la Città e la Provincia di Torino) e la Rete dei Comuni Solidali (nata in Piemonte e che rappresenta oggi 266 soggetti pubblici in tutta Italia di cui, in Piemonte, 97 Comuni, 1 Provincia e 8 Comunità Montane) hanno promosso un appello per chiedere alla Regione che non venga azzerato con un colpo di spugna il suo sostegno al sistema di solidarietà e di cooperazione allo sviluppo.

In un comunicato congiunto questi enti ricordano che proprio Cota, durante la puntata del 14 aprile 2011 della trasmissione di RAI 2 Annozero, a proposito di migrazioni e ruolo dell’Europa, affermava che «Negli ultimi 20 anni, l’Africa come continente sta sparendo. Allora noi dobbiamo porci il problema, non che l’Africa deve sparire e devono venire tutti da noi. Ma che dobbiamo creare una situazione per cui possano rimanere a casa loro. Magari con un nuovo Piano Marshall. Magari con una politica di interventi fatti in quei Paesi per far riprendere la loro economia».

«Forse Cota ignorava, o fingeva di ignorare» proseguono le organizzazioni firmatarie dell’appello, «che la Regione Piemonte proprio in Africa e sotto una Giunta di Centro-destra, lanciava nel 1997 quello che è oggi considerato una punta di diamante nel sistema di solidarietà e cooperazione italiano e internazionale: il “Programma per la Sicurezza Alimentare e la Lotta alla Povertà in Africa Sub-Sahariana” che vede coinvolti oltre 800 soggetti piemontesi e altrettanti in 8 Paesi africani dell’Africa Occidentale; temi e area geografica scelti a suo tempo all’unanimità dal Consiglio Regionale proprio in funzione delle precarie condizioni di vita delle popolazioni locali, della storica presenza in quei Paesi di Ong e missionari piemontesi, nonché per il fatto che proprio da quelle aree migravano verso il Piemonte moltissime persone».

«Un programma estremamente innovativo ed efficace, che ha saputo valorizzare lo spirito di solidarietà, dell’accoglienza, della voglia di fare del bene, e di farlo bene, che da sempre caratterizza il DNA del nostro territorio» sottolinea Umberto Salvi, Presidente del COP, «e che fra l’altro ci ha permesso di sperimentare nel concreto il concetto di sussidiarietà tra pubblico e privato, all’estero così come sul nostro stesso territorio, facendo crescere il livello di attenzione e di riflessione della cittadinanza su tematiche fondamentali come i diritti umani e lo sviluppo sostenibile, fino al complesso fenomeno dei flussi migratori».

Le organizzazioni chiedono che la Regione Piemonte ci ripensi e che almeno lo 0,04% del budget di 16 miliardi di euro sia nuovamente stanziato a favore di questo settore, così come deciso dall’ultima Giunta Ghigo e dalla successiva Giunta Bresso, «perché un “sistema di cooperazione” così importante come quello piemontese non può sopravvivere tagliando OGNI finanziamento fino all’ultimo centesimo».

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.