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Gli attacchi di panico: una particolare difficoltà del vivere.

Mente e corpo, aspetti biologici e aspetti psicologici, come interagiscono negli attacchi di panico.

di Elisabetta Verga

Accade sempre piu’ con frequenza, di sentire parlare di attacchi di panico, ci pare pertanto proficuo cogliere l’occasione, per fare chiarezza su alcune questioni fondamentali che si connettono anche a questa particolare difficoltà del vivere. Possiamo innanzitutto sottolineare che il disturbo da attacchi di panico presenta basi biologiche, vi è infatti una piu’ alta incidenza del sintomo nei diversi membri delle famiglie colpite ed una rilevante concordanza nel caso di gemelli monozigoti. L’area cerebrale implicata nei disturbi d’ansia ed in particolare negli attacchi di panico è il locus coeruleus, questo è il principale nucleo noradrenergico del cervello, è qui che l’ansia viene regolata grazie al ruolo giocato dall’acido gamma-aminobutirrico (GABA) nell’inibirne i neuroni, proprio come fanno le benzodiazepine. Quando il sistema GABA del locus coeruleus presenta delle anomalie, si verificano attacchi di panico. Pertanto questo disturbo tende a presentarsi in individui predisposti, tuttavia le determinanti psicologiche hanno un forte impatto sul funzionamento neuronale e sottolineano che l’eziologia dei disturbi mentali è assai piu’ complessa di quanto non possa apparire ad un primo superficiale esame. Ad esempio, nel caso della depressione, gli studi sul cosiddetto fenomeno del kindling, hanno mostrato come eventi esistenziali dolorosi e precoci, o stress cronico, possano sensibilizzare le sinapsi neuronali e determinare una vulnerabilità del soggetto alla depressione ricorrente. Altri studi hanno mostrato invece che gli attacchi di panico celano spesso specifici stressor ambientali e psicologici, come ad esempio la perdita di una persona cara, che ne determinano lo sviluppo. Interessanti in questa direzione sono gli studi di Kandel, che dimostrano, con grande chiarezza, come disturbi di natura psicologica possano determinare cambiamenti patologici nel funzionamento neuronale. La conclusione cui tutti i recenti studi conducono, rende impossibile non solo negare che problemi psicologici possano derivare da disfunzioni cerebrali (tipo quelle presenti nell’invecchiamento), ma soprattutto assurdo scordare che una determinata difficoltà psicologica possa modificare il funzionamento del piu’ complesso organo del corpo umano. E’ pertanto evidente che nel momento in cui andiamo ad esaminare il funzionamento cerebrale di un individuo affetto da un dato disturbo, possiamo trovare delle anomalie, ma queste non sono la prova dell’eziologia, cioè delle cause, del disturbo psicologico stesso, ma solo della sua patogenesi che puo’ dipendere da fattori neurofisiologici attivati da reazioni psicologiche ad eventi. Proseguendo questo discorso, particolarmente significative sono le considerazioni che possiamo fare riguardo alla terapia. Proprio Kandel con i suoi studi ci aiuta fin dal principio in questa direzione, infatti è evidente che cosi’ come situazioni relazionali problematiche possono generare disturbi psicologici, che a loro volta saranno alla base di modificazioni nel funzionamento neuronale; allo stesso modo questa evidente plasticità del sistema nervoso, potrà venirci incontro consentendoci una successiva, ulteriore modificazione: cosi’ come determinate esperienze hanno generato il problema, altre, come la psicoterapia, potranno eliminarlo. Numerosi sono i resoconti che mostrano l’efficacia della psicoterapia psicoanalitica nel trattamento degli attacchi di panico, qui insight ed esperienza emotiva correttiva, giocano rispettivamente un ruolo fondamentale nel chiarire le dinamiche sottostanti al disturbo e nel porre rimedio all’angoscia di separazione, attraverso l’interiorizzazione di una nuova e positiva esperienza relazionale. Tutto questo non potrà che stare alla base di inevitabili e correlati cambiamenti nel funzionamento neuronale dell’individuo in questione. Ecco finalmente delinearsi, come mente e cervello siano semplicemente facce della stessa medaglia, la loro sofisticata interazione rende l’essere umano unico ed irripetibile. Dr. Ambrogio Colombo Dr.ssa Elisabetta Verga


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