Economia

«Da AVCP numeri falsi»

Coop sociali contro l'Autorità Vigilanza Contratti Pubblici. «Nessun trucco per l'assegnazione appalti»

di Redazione

La relazione dell’Autorità Vigilanza Contratti Pubblici denuncia tentativi di aggiramento delle gare e il continuo aumento della trattativa privata. Il presidente dell’AVCP, Giuseppe Brienza, nella presentazione alla Relazione annuale 2010 dell’Avcp illustrata al Senato ha infatti parlato di un trucco: per restare sotto la soglia dei 193 mila euro, che consente l’affidamento diretto alle cooperative sociali, viene scelto di frazionare in modo artificioso gli appalti di servizi. 

Non ci stanno però le centrali di solidarietà delle coop sociali: «Sono numeri che non corrispondono alla realtà quelli emersi dalla relazione annuale del presidente Giuseppe Brienza. Bisognerebbe essere molto più attenti con le cifre». È questo il commento di Giuseppe Guerini, presidente Federsolidarietà – Confcooperative; Paola Menetti, presidente di Legacoopsociali e di Eugenio De Crescenzo, presidente di AGCI Solidiarietà. 

«Siamo fortemente stupefatti – dicono i tre presidenti – nel vedere compresi, tra le pratiche distorsive del mercato e di raggiro delle norme sulla concorrenza, gli affidamenti a cooperative sociali di inserimento lavorativo effettuati in applicazione dell’art. 5 della legge 381 del 1991: una legge dello Stato e non una procedura illegittima».

«Tali affidamenti – aggiungono Guerini, Menetti e Crescenzo– consoliderebbero un ammontare pari a 5,1 miliardi di euro. Si tratta di una affermazione che non ha fondamento alcuno nella realtà, dato che l’intero ammontare del fatturato delle cooperative sociali di inserimento lavorativo è, come certificato dai bilanci, largamente inferiore a questa cifra. Peraltro, solo una parte minoritaria di esso deriva da affidamenti in applicazione dell’art. 5 della legge 381 del 1991».

«L’art. 5 della legge 381 è norma dello Stato ed è finalizzata alla promozione dell’inserimento al lavoro delle persone svantaggiate (disabili, persone con problemi di salute mentale, tossicodipendenti ed alcolisti, detenuti). Mentre ribadiamo con convinzione che certamente anche l’applicazione di questa norma di legge debba  essere ancorata a principi di massima correttezza e trasparenza, con altrettanta forza  – continuano i presidenti – vogliamo chiarire che alimentare qualsiasi confusione e sovrapposizione tra questa realtà e le pratiche che distorcono il  mercato e che raggirano le norme sulla concorrenza rischia nei fatti di determinare l’impossibilità di dare continuità ad un percorso che, negli ultimi 20 anni, ha reso possibile il passaggio di migliaia di persone dall’assistenza all’autonomia personale ed anche alla produzione di valore economico e sociale per la comunità e per l’Italia intera».


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