Formazione
Ballottaggi, le inquietudini dell’Italia
Cresce la tensione e l'attesa per il voto a Milano e Napoli
Raramente in passato i ballottaggi per le amministrative avevano catalizzato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica come questa volta. Il motivo è semplice: ciò che sta accadendo a Milano e a Napoli, dopo il voto di Torino e di Bologna, e mentre Genova vive le tensioni determinate dalla crisi economica, riguarda tutto il Paese e influirà sul futuro politico dell’Italia. La giornata di ieri, raccontata dai giornali, ne è la dimostrazione.
“Berlusconi all’attacco in tv” è il titolo di apertura del CORRIERE DELLA SERA. Non è una novità, si potrebbe obiettare. Ma alcune affermazioni di ieri sera a Porta a Porta hanno meritato l’attenzione del quotidiano di via Solferino. In sommario infatti: “«Chi vota a sinistra senza cervello». E critica i candidati Pdl”. Due le interviste annunciate in prima, in perfetta par condicio: “Massimo Moratti: Giuliano incarna la voglia di nuovo”, e “Vittorio Sgarbi: adesso sto con Letizia e dico che può vincere”, entrambe a pagina 9. In prima l’editoriale di Piero Ostellino: “Una metropoli due borghesie”. Scrive Ostellino: “Non sarà la costruzione di una moschea ad alterare il profilo sociale di Milano. Saranno gli interessi organizzati— i «poteri forti» — che fanno capo alla borghesia detta «progressista» ovvero a quella detta «moderata» , a seconda che vinca Pisapia o la Moratti. Le due borghesie non contano molto ai fini del risultato elettorale. Contano parecchio «dopo» , quando si tratta di governare le risorse cittadine. Marx chiamava i governi delle democrazie liberali il «Comitato esecutivo della borghesia» . Sarà tale Comitato— sulla base degli interessi dei suoi componenti — a disegnare il profilo di Milano. Chiunque vinca, i due pallidi candidati sono stati — per dirla ancora con Marx — la «falsa coscienza» di tali interessi. Gli interessi — che da noi sono chiamati con pudico sociologismo «blocco sociale» — non sono una cosa sporca. Ma non devono essere occulti, bensì palesarsi. Il cittadino ha il diritto di sapere cosa guadagnerebbe o cosa perderebbe — più o meno tasse, più o meno servizi pubblici, più o meno mercato, più o meno verde, più o meno smog, più o meno traffico, marciapiedi e strade più o meno puliti, eccetera — a seconda che voti per l’uno o per l’altro dei candidati”. Lorenzo Fuccaro a pagina 2 fa il resoconto del sobrio intervento di Berlusconi a “Porta a porta”. Un passaggio: “Quella del premier è una vera e propria requisitoria contro gli esponenti della sinistra e contro coloro che li voteranno nei ballottaggi di domenica e lunedì prossimi. E il tono è molto aspro nei confronti di Giuliano Pisapia e Luigi de Magistris: «Non riusciranno a vincere se a Milano e a Napoli la gente andrà a votare senza lasciare a casa il cervello. Solo chi è senza cervello può votare la sinistra» . Il Cavaliere cerca anche di distruggere l’immagine dei due candidati. De Magistris? «Non è il nuovo che avanza — osserva — ma il vecchio che ritorna, sarebbe una folla se vincesse. Mi viene in mente un film di Rosi Le mani sulla città, ma in questo caso sarebbero Le manette sulla città. Magari è un bell’uomo ma è un agitatore e un incapace totale». «Vorrei sapere — si domanda poi— come può essere adatto a governare il signor Pisapia, avvocato di De Benedetti, che non ha mai amministrato un’edicola di giornali e che adesso ha alle spalle tutta la sinistra estrema e ha presentato in Parlamento soltanto leggi a tutela dei terroristi, a tutela degli eversori, e per l’eutanasia?»”. Interessante, a pagina 6, il pezzo di Gian Guido Vecchi: “«Evocare il bene comune, non le paure» I vescovi «giudicano» la politica”. Leggiamo: “Non è un mistero che negli ultimi anni le gerarchie ecclesiastiche si siano sentite più garantite dal centrodestra nella difesa dei valori cristiani. Lo stesso Avvenire, ancora ieri, presentava i programmi dei due candidati ambrosiani («Due sindaci, due Milano, due mondi» ) facendo notare l’opposizione tra la «sussidiarietà della Moratti» e la «centralità comunale di Pisapia» , «una città più vicina alla famiglia fondata sul matrimonio» e «la tutela delle coppie di fatto» . Eppure, in questi giorni, la Cei è stata attenta come mai prima a non sbilanciarsi in vista dei ballottaggi: e il segretario generale Mariano Crociata ha invitato gli elettori cattolici ad «assumere questo impegno in coscienza ma senza coinvolgere la comunità cristiana» che «in quanto tale non prende parte ma assume il bene di tutti» . I vescovi si sono divisi su Berlusconi e nell’ultimo anno il disagio è cresciuto. Ora attendono. «Quello che oggi pensa Milano, domani lo penserà l’Italia» , diceva Gaetano Salvemini. La Chiesa lo sa, come sa bene che nel mondo cattolico ambrosiano una parte consistente dei cattolici sostiene Pisapia”.
“Senza cervello chi vota a sinistra” LA REPUBBLICA apre con il Berlusconi show a Porta a Porta (si è perfino paragonato a Leonardo da Vinci) e all’interno si dedica ai ballottaggi. Oggi la sciura Moratti va a far un altro confronto da Sky, ma il suo antagonista non sarà in studio (e Sky, con grande acume, mantiene l’appuntamento), mentre la città è in subbuglio fra denunce di aggressioni (una ha riguardato Otto Bitjoka, imprenditore di origine camerunense), prese di posizioni non prevedibili (anche Famiglia cristiana ha scelto Pisapia) e arruolamenti improbabili e di facciata (giovani volontari di rinforzo a Letizia: l’hotel, a 4 stelle, lo paga il Pdl che li ha fatti venire da Trapani, Bari, Cosenza, Catania, Palermo e Roma. Peccato non votino). Perfino Cesare Romiti, intervistato da Alberto Statera, riferendosi all’ipotesi che Milano diventi Zingaropoli dice: «ma non mi faccia ridere. Non credo proprio». La situazione attuale, secondo l’ex presidente Fiat, segnala che la borghesia si sta svegliando («hanno dormito per un bel po’ di tempo. Se adesso si sono svegliati e tornano in campo è un buon segno»). Più che focalizzarsi sul disagio popolare, LA REPUBBLICA racconta, a pagina 9, gli interessi in ballo. Che nulla hanno a che fare con rom, islamici, gay e immigrati, ma con i 70 miliardi dell’edilizia: «la lobby del cemento lombarda è sul piede di guerra. Il suo alleato di ferro, Letizia Moratti, barcolla. E con lei rischia di andare in fumo l’affare del secolo: il Piano di Governo del Territorio». Che Pisapia e Stefano Boeri intendono modificare. Su Napoli, l’intervento di Roberto Saviano: “Il destino di Napoli”. «Il governo trema. Vede crescere un’onda che attraverso l’intero Paese e si manifesta in molteplici espressioni, ma con un evidente punto comune. È un’onda che dice: il nostro Paese ci riguarda». Quanto al capoluogo campano, c’è il rischio che Nicola Cosentino ne diventi «il satrapo». Già ora Cosentino gestisce voti e l’impero dei rifiuti (potere che prima gestiva in coabitazione con Bassolino, la cui politica «aveva un solo colore, quello del denaro»). «Riuscire a mettere da parte questa classe dirigente, questo ingranaggio ventennale, non sarà compito da poco per De Magistris. Ma ora tocca a lui».
IL GIORNALE apre a tutta pagina col titolone “Pisapia ora ha paura”. Gabriele Villa spiega che “Pisapia ora teme di perdere”. Ed è per questo che il candidato sindaco per il Pd non si è presentato al Faccia a faccia su Sky con Letizia Moratti. Spazio anche all’intervento di Berlusconi a Porta a Porta da Bruno Vespa. “Chi vota per la sinistra è senza cervello” è il titolo dell’articolo di Emanuela Fontana in cui c’è un premier che parla a ruota libera e a 360 gradi. Si parte dagli alleati «con Bossi c’è un’amicizia assoluta. Mi vuole bene, io ne voglio a lui: lasceremo insieme», sul caso interviste «Agcom ha preso una decisione folle. Non credo pagherete le multe. La Par condicio è una norma liberticida» e anche spazio all’ultimo caso politico «il decentramento dei ministeri non è scandaloso. Sui giornali un caso inesistente». Stefano Filippi invece sottolinea come “I cattolici liberali in campo per la Moratti”. «Ma nel mondo cattolico si moltiplicano altre voci che, in nome della dottrina sociale cristiana, bocciano il solidarismo di Pisapia come “in contrasto con le direttive della Chiesa”. È il caso del professor Francesco Botturi, ordinario di filosofia morale all’Università Cattolica di Milano, collaboratore di Avvenire e membro del comitato per il Progetto culturale della Chiesa propugnato dal cardinale Camillo Ruini. “Gli elettori cattolici non devono distrarsi – dice Botturi in un’intervista al sito Letiziamoratti.it – il programma di Letizia Moratti soddisfa le esigenze di sussidiarietà e solidarietà che sono il fondamento del sentire cattolico a Milano”. Secondo Botturi, le posizioni di Pisapia circa le coppie di fatto e gay, il registro delle unioni civili, la liberalizzazione di droghe ed eutanasia, si inquadrano nello storico tentativo della sinistra italiana di fare “dei diritti libertari uno dei suoi pilastri, nel senso di promuovere il riconoscimento giuridico dei desideri soggettivi. Ma la componente solidarista e quella individualistica sono in contraddizione tra loro. Facendo leva sulla solidarietà, vengono fatte passare presso cattolici un po’ “distratti” linee culturali e politiche in contraddizione diretta con l’insegnamento della Chiesa cattolica”». Un box divertente di Andrea Cuomo titola “La carica dei politici traditi dal fuorionda”. «Prendete Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera: in attesa di un collegamento con Canale 5 per commentare a caldo i risultati del primo turno del voto, parlotta con il giornalista dei risultati di Napoli: “Ho paura di De Magistris – borbotta Lupi – lì c’è una città esasperata”. “Adesso dovrà scendere pesantemente in campo Caldoro”, butta là il giornalista, riferendosi al presidente Pdl della Regione Campania. “E beh, per forza. Non ha fatto un c…”, sfugge a Lupi, che intuisce subito di averla detta grossa, inghiottendo la parolaccia in una specie di singhiozzo con tanto di mano davanti alla bocca». Spazio anche a Roberto Formigoni, «il presidente della Lombardia. Negli studi di Matrix, il “Pirellone” se la prende con i “Berluschini”, colpevoli del mezzo flop elettorale. Poi, a collegamento chiuso, tra un ritocco al trucco e una microfonatura, spiega lo sfogo a Roberto Castelli, seduto vicino a lui: “Ma ti sembra che la Santanchè ci abbia giovato?”. A sua volta la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio si fa una domanda e si dà una risposta in un fuori onda negli studi del Tg4 appena terminato: “Sai qual è il problema con la Lega qui al Comune di Milano? Per la Lega se perdiamo Milano andiamo a casa tutti”». E propria con un leghista si chiude la serie d gaffe «Matteo Salvini, incalzato da una simpatizzante leghista con telecamera nascosta, che gli chiede conto di alcune contraddizioni nella posizione del Carroccio sui rom a Milano: “Se in via Idro so che una presenza rimane non vado a fare la campagna lì, no?”, ammette Salvini. E quando la ragazza gli chiede perché il campo di transito sarà messo nel quartiere-polveriera di via Padova, lui sbraca: “Perché ci sarà anche in altri due o tre quartieri, evidentemente”».
In una prima pagina dominata su IL MANIFESTO dalla foto di Berlusconi a “Porta a Porta” sotto il titolo “Bunker bunker” il sommario rinvia alle pagine 4 e 5 per raccontare di politica e ballottaggi a Milano e Napoli, mentre le pagine 2 e 3 sono dedicate a Fincantieri “Castellammare non si dà pace. E il sindaco chiede l’intervento dell’esercito” titola il richiamo. Nelle pagine interne alle pagine 4 e 5 domina ancora “Un uomo solo al telecomando” come titola in apertura l’articolo che il sommario riassume: «Pisapia avvocato dei terroristi e a Napoli nuove case modello L’Aquila. Elezioni deludenti? “È colpa dei media”. Il “Porta a porta” del cavaliere è un assalto disperato pre ballottaggi» a pagina 5 di spalla l’articolo dedicato a Napoli è intitolato “Pieno di sì per il pm Lettieri si aggrappa a Gigi D’Alessio”: «A Napoli come a Milano Silvio Berlusconi sente odore di sconfitta e per questo ha intenzione, salvo sorprese dell’ultima ora, di tenersi lontano dalle feste di chiusura della campagna elettorale. Al suo posto ci sarà l’ex neomelodico Gigi D’Alessio, oggi per donna Letizia domani in piazza Plebiscito al fianco di Gianni Lettieri. (…) Insomma il Gigi Nazionale contro il professore Roberto Vecchioni che domenica scorsa aveva letto il discorso di Pericle sulla democrazia in una piazza Dante arancione gremita da migliaia di sostenitori dell’ex magistrato. D’Alessio dovrebbe essere affiancato da un gruppo di calciatori, tra cui forse Fabio Cannavaro che spera nel posto di assessore promessogli da Lettieri per scappare da Dubai. (…)» Su Milano al di là di un articolo che racconta la biciclettata a favore di Pisapia in un box si racconta la campagna elettorale di Letizia Moratti. “Moratti scalata senza compagni Per il finale resta senza cavaliere”: «Letizia Moratti è sola. Potentissimo ex ministro ed ex presidente Rai, la sindaca della “capitale del Nord” affronta i giorni più difficili della sua non breve vita politica in solitudine. Come le hanno detto di fare i nuovi consiglieri, ricapitola scrupolosamente e in tono perfino umile le piccole cose fatte in cinque anni, tipo la riqualificazione di piazzetta Capuana, il centro per la disabilità, i quattro “incubatori di impresa” (…)». Apre sulla situazione di Castellammare di Stabia pagina 2 che titola “«Siamo tutti operai”». «Le serrande dei negozi abbassate o ferme a metà ieri a viale Europa sono il primo segnale che a Castellammare non c’è ritorno alla normalità senza un nuovo piano per il cantiere stabiese. Gli operai si dividono tra il presidio che tiene sotto pressione il Municipio, il blocco stradale lungo l’arteria principale, su cui insistono ospedale e tribunale, fino all’occupazione dei binari della Circumvesuviana, la metropolitana regionale che collega Napoli a Sorrento. La strada ferrata, all’altezza della fermata di via Nocera, scorre sul piano del calpestio di pedoni e auto senza soluzione di continuità, tra case e negozi. Lì il gruppo più numeroso di operai forma un grumo umano. (…)» Il resto dell’articolo racconta le vite degli operai dei cantieri navali, la crisi. In un box focus su Genova “Il barista e il presidente stanno con i lavoratori. Nasce una lobby”. «Quando si dice indotto, bisogna pensare anche al barista di via Soliman, davanti al cantiere di Sestri ponente, che ieri al presidente della Regione Liguria Claudio Burlando ha detto chiaro e tondo che senza il cantiere lui può anche chiudere. La devono pensare in tanti nel ponente genovese visto che domani i negozianti sestresi hanno organizzato una grande serrata (…)»
Nessun lancio in prima per il SOLE 24 ORE sulle amministrative. Nessun accenno alla questione Fincantieri che però trova la copertina della sezione “Economia e Imprese”. A pagina 16 e 17 un “affondino” sui programma dei due candidati e sfidanti di Milano fatto di tabelle e sevizio di Sara Monaci: «la Moratti vorrebbe che i milanesi viaggiassero “più veloci e sicuri”; Pisapia predilige la mobilità sostenibile per “migliorare la qualità della vita”». Proseguono le polemiche: Pisapia denuncia la presenza di una campagna denigratoria scorretta nei propri confronti come ad esempio finti sostenitori rom che distribuiscono volantini contenenti falsità sul programma di Pisapia. Berlusconi, intanto, torna in TV. Barbara Fiammeri firma il suo “Berlusconi: pronto al passo indietro”: «Se serve a “ricomporre l’area dei moderati”, a riportare Casini all’ovile, Silvio Berlusconi si dice pronto a fare “un passo indietro”. Ovviamente non subito, ma al termine della legislatura, quando si tornerà al voto “nel 2013″». Da Milano a Genova. L’apertura di pagina 19 è sulla questione Fincantieri che si dice “pronta al dialogo”: «L’azienda – scrive Raoul de Forcade – ribadisce che le linee guida del piano «non sono da intendersi come un prendere o lasciare» e precisa che «il sindacato, unitariamente, ha respinto le ricadute in termini di esuberi e di chiusura di siti. Le parti si sono date appuntamento il prossimo 6 giugno per la consegna del piano da parte dell’azienda, con l’obiettivo di approfondire sia quanto esposto» da Fincantieri «sia le valutazioni del sindacato, proseguendo quindi una trattativa con l’obiettivo di pervenire possibilmente a soluzioni condivise». Emblematico il pezzo di Domenico Ravenna dal titolo “Grande industria, l’autunno di Genova”: «Traballa lo storico cantiere di Sestri Ponente. Il brusco stop al nucleare confina nel cassetto gli ambiziosi programmi di sviluppo di Ansaldo Energia per l’atomo made in Italy. E spira il vento degli esuberi sulla fusione fra Elsag Datamat e Selex Communications decretata nelle stanze romane di Finmeccanica. Archiviate le stagioni dell’acciaio (Italsider) e dell’impiantistica (Italimpianti), Genova si interroga sulle prospettive di quel che resta della presenza della mano pubblica nel suo risicato tessuto industriale. Una singolare coincidenza del destino, spesso in bilico fra la cronaca e la storia, ha voluto che, nello stesso giorno della rivolta degli operai di Fincantieri, si congedasse dalla vita terrena un vecchio sindaco, il socialista Fulvio Cerofolini, protagonista, a fianco delle maestranze, delle proteste – compresa una clamorosa occupazione del l’aeroporto Cristoforo Colombo – contro il ridimensionamento dell’industria pubblica negli scorsi decenni».
“Alla Moratti ora serve un’impresa”. Cesare Maffi spiega su ITALIA OGGI perché per la prima cittadina di Milano ormai non c’è storia. La colpa è della legge elettorale. «Nel secondo turno» sostiene Maffi «non si sceglie più: si elimina. Vale a dire che l’elettore non deve più guardare se concorrano un candidato sindaco, una lista, un candidato consigliere di propria predilezione; deve, invece, guardare la coppia di candidati rimasti in lizza e decidere chi eliminare. Conseguentemente, esprime il proprio voto, che non è un voto per chi egli sceglie, bensì un voto contro chi egli esclude. Si tratta di una forzosa semplificazione, però serve a comprendere il diverso stato d’animo di una minoranza, più consistente nel centro-destra». Sulle elezioni a Napoli, l’unica cosa certa, fa notare Antonio Calibri nel pezzo “A Napoli Beppe Grillo tradito dai suoi che adesso voteranno per De Magistris” è che l’ex pm si conferma killer del movimento 5 Stelle. L’appello del comico ai suoi di non schierarsi per nessuno dei candidati al ballottaggio, è stato ignorato dai grillini. «Un tradimento di massa. D’altra parte Grillo professa di una rete davvero libera. E questa volta liberamente lo hanno tradito».
AVVENIRE dedica l’apertura, intitolata “L’Occidente giusto”, al discorso di Obama davanti al Parlamento britannico. In taglio medio la notizia su Fincantieri e un piccolo richiamo su Berlusconi, “Il premier: un errore politicizzare il voto. Poi lo rifà: senza cervello chi sceglie la sinistra”, che rimanda a pagina 9. Alle pagine 6 e 7 il Primo Piano parla delle mediazioni in campo per salvare il lavoro degli operai di Fincantieri. Dopo gli strappi, si tenta di ricucire e l’azienda apre a soluzioni condivise dicendo che il piano non è un ultimatum. AVVENIRE pubblica anche un’intervista a Raffaele Bonanni di Cisl che sostiene: «serve una risposta dal governo prima del 3 giugno. Non si può giocare al massacro in un modo così sfacciato con la vita della gente». Sul fronte dei ballottaggi a Milano volano ancora scintille tra Moratti e Pisapia: «L’ultima lite si è giocata sulla questione delle scuse mancate… La Moratti ieri ha incontrato le Acli milanesi, sottoscrivendo in previsione dell’Expo l’appello “Sulla fame non si specula”… La lista Milano Civica per Pisapia ha denunciato un’aggressione ad uno dei suoi sostenitori, l’imprenditore camerunense Otto Bitjoka. E la Procura ha aperto un’inchiesta sulla “campagna di diffamazione” – a base di farsi zingari e persone vestite da operai che nei quartieri fingono di prendere misure per la costruzione della nuova moschea – denunciata da Giuliano Pisapia con un esposto. Secondo il candidato del centrosinistra “C’è una regia dietro a tutto questo”». E a Milano la competizione sarà anche canora: Gigi D’Alessio per Letizia, Elio e le storie tese per Pisapia. Più approfondito l’esame della situazione a Napoli, dove “decide il voto dei moderati”. Gli elettori attenti ai programmi (riportati in una scheda) dei candidati su famiglia e “sociale”. Il mondo cattolico si interroga sulle proposte dell’ex magistrato candidato dell’Idv che punta sulle unioni civili. Il candidato del centrodestra Gianni Lettieri propone la creazione di un assessorato ad hoc dedicato ai nuclei familiari, ai bambini e alla scuola. Scontro anche sul modo di combattere l’emergenza rifiuti.
«Elezioni, Berlusconi attacca». È il titolo di apertura della prima pagina de LA STAMPA. Le prime pagine sono dedicate alle dichiarazioni di ieri a Porta a Porta, a pagina 6 si parla del voto di Milano. «Spunta Profumo nel team di Pisapia: lo sfidante pensa di affidargli una nuova holding per le partecipate», è il titolo dell’articolo di Fabio Poletti. La notizia si baserebbe sul fatto che «due sere fa in uno dei dibattiti pro Giuliano Pisapia, si fa vedere l’ex ad di Unicredit». E quindi «i pissi pissi lo danno già a capo di una holding che riunirebbe tutte le partecipate del Comune». Gli interessati non hanno ufficialmente detto nulla in proposito. Pisapia ha dichiarato solo: «Di sicuro nei cda ci saranno rappresentanze dei lavoratori». Spiega quale sarebbe «la vera partita» un articolo di Marco Alfieri: «Una torta da tre miliardi di euro: Aeroporti, energia, trasporti: un ghiotto boccone per chi vince». Mentre di Letizia Moratti si parla a proposito dei «rischi» corsi con la sua improvvisata campagna via internet: «Se ami i gatti vota Moratti: la campagna web esalta la satira: boom della candidata su Facebook ma è polemica sul modo di conquistare clic». Per non parlare de «l’infortunio di Sucate» e anche la scelta di Gigi D’Alessio in piazza Duomo Stasera scatena la verve dei milanesi». Fa il punto della situazione politica l’editoriale di Marcello Sorgi: «La guerra civile del voto». Scrive Sorgi: «Se doveva servire a capovolgere i risultati del primo turno, deludenti per il centrodestra, la campagna elettorale per il ballottaggio, chiusa tra l’altro in anticipo ieri da Silvio Berlusconi con un ennesimo intervento in tv, difficilmente sortirà i suoi effetti».
E inoltre sui giornali di oggi:
FINCANTIERI
LA STAMPA – Il giornale di Torino dedica allo «scontro sugli esuberi» le pagine 12 e 13 del primo piano. 1I vescovi: ora esplode la collera dei poveri», è il titolo. La posizione dell’azienda è: «Possiamo discutere: il piano non è da prendere o lasciare». Intanto «Dilaga la protesta dei lavoratori di Fincantieri contro il piano industriale che prevede 2.551 esuberi e la chiusura di due cantieri. Gli operai hanno organizzato cortei a Palermo e Ancona, mentre a Castellammare di Stabia la tensione è tale che il sindaco è arrivato a chiedere l’intervento dell’esercito». Viene intervistata anche il sindaco di Genova, Marta Vincenzi: «Se Genova chiude sarà sciopero generale: chiedero io ai sindacati di proclamarlo».
ERITREA
AVVENIRE – A pagina 3 pubblica l’articolo denuncia di Paolo Lambruschi “Caserma Eritrea” sul Paese africano che festeggia i 20 anni tra repressione ed esodo. Una nazione schiacciata da un regime dittatoriale che impone una mobilitazione militare permanente. Alla leva illimitata sono costretti tutti i cittadini. E ora viene importa anche ai religiosi cattolici. Ai giovani non resta che fuggire, con il dramma dei naufragi e dei rapimenti nel deserto.
G8
IL MANIFESTO – Piccolo richiamo in prima pagina per la vigilia del vertice di Deauville con il titolo riferito alla candidatura di Christine Lagarde candidata alla guida del Fondo monetario. A pagina 8 dove domina la foto dei membri di Oxfam mascherati da leader del G8 al tavolo da poker l’apertura ha per titolo “Un vertice dove tutto si compra”. Dopo aver sottolineato la contrarietà dei Bric (Brasile, Russia, India e Cina) alla nomina di un altro europeo a capo del Fmi si osserva: «(…) Non è solo la nomina all’Fmi a causare tensioni alla vigilia del G8, dove verranno discussi i principali problemi di geopolitica e di economia internazionale. La Russia ha definito ieri gli ultimi bombardamenti sulla Libia e l’escalation in corso, con l’invio degli elicotteri francesi, “uno scarto grossolano” rispetto al mandato Onu. Anche gli europei arrivano divisi al vertice di Dauville di fronte alla gestione della crisi greca e a rischi di contagio a Spagna, Belgio e Italia. I greci di ribellano ai successivi piani di austerità, mentre la zona euro non riesce a mettersi d’accordo per nuovi aiuti, dopo i 110 miliardi (su tre anni) concessi ad Atene e che si stanno rivelando insufficienti. (…) Per la prima volta, l’e-G8 ha preceduto il vertice annuale degli otto (ex)grandi. Circola un draft del documento finale, dove la “regolazione” di Internet sembra essere la principale preoccupazione dei governi, in linea con i dibattiti che si sono svolti per due giorni ai giardini delle Tuileries. Ieri, la Cnil (Commissione nazionale informatica e libertà) ha criticato l’assenza di dibattiti sulla protezione della vita privata: “chi difenderà i valori della vita privata al G8? In un avvenimento dove tutto si compra, quanto costa la protezione della vita privata? Apparentemente molto poco” (…)»
NUCLEARE
LA STAMPA – «Svizzera, l’atomo andrà in pensione» è il titolo a pagina 18. Scrive Roberto Giovannini: «C’è chi parla di “giornata storica”, e forse non ha torto. Ieri il Consiglio Federale elvetico – il governo svizzero – ha deciso l’abbandono graduale del nucleare. E così, le centrali attualmente operative in Svizzera – sono cinque e generano il 40% del fabbisogno di energia elettrica – verranno decommissionate al termine della loro vita operativa e non sostituite da nuovi impianti. La prima verrà chiusa nel 2019; l’ultima cesserà le operazioni nel lontano 2034». Queste le motivazioni della scelta: «Siamo convinti – ha detto la consigliera federale Doris Leuthard, democristiana, responsabile dell’ambiente – che l’abbandono del nucleare sarà una scelta giusta a lungo termine, anche da un punto di vista economico. Il nucleare sta perdendo a poco a poco i vantaggi comparativi, energia meno cara e assenza di produzione di C02».
DISABILI
LA REPUBBLICA – Dalla prima a pagina 26 rimbalza la polemica. “Scuola, il blitz del Pdl «Affidiamo ai privati il sostegno ai disabili»”. Nel sommario si puntualizza: “Scontro sul disegno di legge: pagheranno le famiglie”. Francesco Bevilacqua e Antonio Gentile, senatori Pdl, presentano un disegno di legge composto da un unico articolo: «i dirigenti degli istituti scolastici e delle scuole di ogni ordine e grado sono autorizzati a definire progetti, con la collaborazione dei privati, per il sostegno di alunni con disabilità». Il ragionamento è il seguente: «l’inclusione degli alunni con disabilità deve collocarsi nella nuova logica dell’autonomia scolastica». Dove troveranno i soldi? È la domanda che fa il Pd. Fermo restando che, si legge nel ddl, la norma «non deve comportare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica».
RELIGIONE
ITALIA OGGI – “La Chiesa punta ancora sul latino”. Non solo la Messa in latino non è mai stata cancellata dal Concilio Vaticano II. Nei seminari dove si dovrà provvedere alla formazione conveniente dei futuri sacerdoti, si tornerà a studiare il latino come si faceva un tempo.
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