Economia
Il ‘Movimento 15 maggio’ riempie le piazze
Da Madrid a Barcellona e in altre decine di città, migliaia di giovani accampati "contro il sistema"
“Exigimos democracia real ya. No somos mercancía en manos de políticos y banqueros“. Vogliamo una democrazia reale ora. Non siamo mercanzia nelle mani di politici e bachieri: ecco come si presenta il neonato movimento che sta scuotendo la società spagnola dallo scorso 15 maggio 2011, ovvero da quando migliaia di persone, soprattutto giovani, si sono stabilite nella piazza principale di Madrid, Plaza del Sol, e da lì non se ne sono più andati. Anzi: ogni sera il numero dei manifestanti, accampati con tende, cresce, con un effetto domino senza precedenti: sono oramai almeno una ventina le città spagnole dove il Movimiento 15M (la sigla sta per ’15 mayo’, il primo giorno di protesta) sta imperversando, alla tregua delle occupazioni pacifiche egiziane d’inizio 2011, nella sua lotta nonviolenta contro un sistema che rifiuta in toto.
“Accusiamo il potere politico e quello economico come colpevoli per la nostra situazione precaria (la disoccupazione giovanile in Spagna è oggi giunta alla cifra record del 45%, ndr). Vogliamo un cambio di direzione”. Questo chiedono i rappresentanti del movimento nella pagina facebook ufficiale, soprattutto in vista delle elezioni amministrative della prossima domenica 22 maggio. La loro accusa è rivolta a tutti gli schieramenti politici, compreso quello al governo, il Psoe, i socialisti guidati dal premier Josè Luis Zapatero. Se a Madrid la situazione è molto tesa per via della presenza della polizia agli angoli della piazza e le imminenti voci di sgombero, a Barcellona invece, dove la protesta è scoppiata due giorni dopo rispetto alla capitale, c’è tutt’altra aria: “ieri sera, mercoledì 18 maggio, nel presidio in Plaza de Catalunya c’erano almeno 2mila persone che protestavano in modo pacifico, e forze di polizia non se ne sono viste”, spiega a Vita Luigi Cojazzi, scrittore italiano che vive a Barcellona e segue le proteste di piazza anche con la sua associazione di italiani in Catalogna Altra Italia.
“Il movimento, composto da volontari, spesso giovani, è molto organizzato: ci sono assemblee in cui chiunque può prendere la parola, si sono formate squadre addette alla distribuzione dei pasti, alla pulizia delle strade”, ragiona Cojazzi, che mentre era in piazza, in tarda serata, ha incrociato il comico-politico Beppe Grillo, di passaggio a Bracellona per uno spettacolo. “La protesta sotto molti aspetti ricorda quella dei grillini in Italia”, aggiunge Cojazzi, “le accuse più gravi che vengono fatte alla classe dirigente, per esempio, riguardano il fatto che tra i candidati alle amministrative ci sono ben 110 imputati in processi di varia natura, di entrambi gli schieramenti. Ancora, si chiede che venga cambiato il sistema di liste chiuse, per cui il cittadino non può votare direttamente il candidato”. Come in Italia, appunto.
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