Famiglia

Strauss-Kahn, il sesso e il potere

Arrestato per stupro il direttore del Fondo Monetario

di Franco Bomprezzi

Ha fatto il giro del mondo alla velocità della luce la notizia dell’arresto, con l’accusa di stupro di una cameriera in un hotel di New York, di Dominique Strauss-Kahn, numero uno del Fondo Monetario Internazionale, e astro nascente della sinistra francese. Ecco come i giornali italiani raccontano e commentano.

 “Strauss-Kahn accusato di stupro” è il titolo secco di apertura del CORRIERE DELLA SERA, corredato dalla foto del banchiere, sorridente assieme alla moglie, la giornalista Anne Sinclair, che giura sulla sua innocenza. A fianco la vignetta di Giannelli, con una statua della Libertà accasciata e malconcia, e il classico omino che commenta: “Si è toccato il fondo”. Per terra, alla base della statua, una bombetta e un ombrello, simboli dell’alta finanza mondiale. L’editoriale è di Massimo Nava: “L’ascesa e la caduta di un leader”. Scrive Nava: “Strauss-Kahn era anche riuscito a far dimenticare all’opinione pubblica di essere stato l’ideatore della legge sulla riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore, riforma storicamente attribuita a Martine Aubry. Gli restava da conquistare la sinistra più tradizionale, che non gli ha mai perdonato i lussi e qualche ostentazione di troppo, come l’ultima passeggiata per Parigi a bordo di una Porsche. Ma anche la sinistra ortodossa ne apprezzava intelligenza e competenza, sfoderate nella carriera universitaria e le capacità amministrative, sperimentate nella municipalità di Sarcelles, complicato centro multietnico alla periferia di Parigi. Quanto a scandali e pettegolezzi sulle presunte ossessioni sessuali, DSK era riuscito a convertirli in una simpatica fama di seduttore e marito infedele, con moglie aperta, informata e complice. E su questo capitolo erano già pronte le biografie, come quella, già in libreria, che gli riconosce il merito di «non dissimulare» gusti e comportamenti. Ma l’assalto di un potente a una cameriera evoca un diritto medievale o un bottino di guerre tribali più che capricci libertari. E spazza via la sostenibile separatezza fra pubblico e privato”. Alle pagine 2 e 3 cronaca e commenti. Interessante il pezzo di Stefano Montefiori, a cavallo tra le due pagine: “Da Tristane a Carmen la cronaca di un’ossessione”. Leggiamo un passaggio di questo lungo ritratto di Strauss-Kahn: “Oltre alla giustizia americana, anche i magistrati francesi potrebbero presto interessarsi alla vita di sex addicted di Strauss-Kahn: torna oggi in primo piano la vicenda della giornalista e scrittrice Tristane Banon, che nel 2007 ha raccontato in tv una tentata violenza subita da DSK. La Banon ha già contattato l’avvocato e si prepara a presentare denuncia per quel reato, non caduto in prescrizione. Lo annuncia sua madre, la socialista Anne Mansouret, consigliera regionale dell’Alta Normandia e candidata alle primarie del partito per la presidenziale 2012. «Oggi rimpiango di avere convinto mia figlia Tristane a non presentare subito denuncia — ha detto ieri la Mansouret a Paris Normandie —. Porto una responsabilità molto pesante. Dopo che venne assalita da DSK, nel 2002, io e mia figlia parlammo a lungo. Alla fine abbiamo concluso che era meglio non andare in tribunale. Sono passati molti anni, ma Tristane è tuttora segnata da quell’episodio. Stanotte sono andata da lei per confortarla, il nuovo scandalo fa tornare a galla vecchi ricordi»”. E questa è la conclusione: “Molte donne sono rapite dal fascino, l’intelligenza, e la noncuranza di un miliardario di sinistra che in tempi di austerity globale punta a raccogliere i voti delle classi medie e si lascia comunque fotografare su una Porsche da 100 mila euro (è successo qualche settimana fa). La consigliera parlamentare di DSK, Véronique Bensaïd, ha raccontato di aver visto Dominique assalito a sua volta dalle donne in Parlamento: «Certe deputate mi passavano bigliettini con frasi bollenti, a volte deliranti. Ho visto alcune fare numeri degni delle più esperte prostitute, e parlamentari pronte a tutto per andare a letto con lui» . Yasmina Reza, regina delle donne di teatro francesi, dedicò a lui, il misterioso «G.» , il libro L’Alba, la sera o la notte (Bompiani) sulla campagna presidenziale di Sarkozy. Ma il successo e l’attrazione sono una cosa, molestie e violenza un’altra. Nella carriera di Strauss-Kahn, ricorda il libro di Cassandre, c’è anche un’aggressione ai danni di una donna delle pulizie in Messico. I fatti del Sofitel non sono isolati; nei prossimi giorni potrebbero spuntare altre testimonianze sull’ossessione che ha gettato nel fango un uomo destinato all’Eliseo”. Una specie di elzeviro intellettuale il pezzo di Pierluigi Battista, a pagina 6: “Quei satiri incanutiti nell’epoca delle pilloline”. Scrive fra l’altro Battista, con un curioso accostamento, senza citazione esplicita, quasi un rimando subliminale ad altro personaggio, più anziano: “L’arroganza del potere e del denaro che diventa a un certo punto patetica, con stuoli di ragazze che chiedono, esigono, incassano, alzano la posta, intensificano il bunga bunga per regalare momenti di onnipotenza al vecchio che non si rassegna (ma chi? Ndr), e che vuole mostrare la propria virilità intatta come simbolo dell’immortalità. L’onnipotenza come antidoto all’impotenza”…

“Stupro, Strauss-Kahn nella bufera”: LA REPUBBLICA apre con lo scandalo sessuale che ha coinvolto il direttore del Fmi, «una storiaccia di abusi sessuali e pretesa impunità che ha scaraventato uno degli uomini più potenti della terra dalla suite del Sofitel a una cella del commissariato di East Harlem», scrive da New York Angelo Aquaro. L’accusa è per aggressione sessuale, tentato stupro e sequestro di persona. La notizia fa il giro del mondo e rischia di sconvolgere la finanza globale. Mentre la cameriera descrive l’assalto («mi ha acchiappata e mi ha trascinato fino alla camera da letto»), Anne Sinclair, la moglie del potenziale rivale di Sarkozy (era accreditato come un antagonista possibile per le prossime elezioni), da Parigi difende suo marito con un comunicato di poche righe «non credo un solo istante alle accuse contro mio marito. Non dubito che la sua innocenza venga accertata». “Intelligenza, prestigio, potere un uomo dal grande destino bruciato dal demone del sesso”: è però il titolo del ritratto che di Strauss-Kahn fa Bernardo Valli. Tutti i sondaggi lo davano vincente alle presidenziali del 2012, ma sarebbe stato tradito dalla sua «scarsa resistenza all’attrazione femminile». Una scarsa resistenza che lo aveva diversamente inguaiato nel 2008, quando emerse un suo rapporto con l’economista Piroska Nagy. Non ci furono conseguenze, lei era consenziente, ma scandalo sì: le severe regole del Fmi vietano intrecci fra dirigenti e funzionari di grado inferiore. Era comunque ben nota la sua insistenza nel corteggiare, senza andar troppo per il sottile, le donne in cui si imbatteva… Naturalmente i socialisti francesi sono nel panico e vedono sfumare la possibilità di battere Sarkozy, nonostante gli inviti alla presunzione d’innocenza. In appoggio due interviste incrociate. A Jacques Attali (non si può escludere il complotto, ipotesi comunque molto remota, ma in ogni caso è meglio il passo indietro) e a Marine Le Pen («la fragilità sessuale di Dominique Strauss-Kahn era un segreto di Pulcinella… non capisco come Sarkozy lo abbia potuto candidare al Fmi, rovinando la reputazione della Francia nelle istituzioni internazionali»). Sul fronte economico, mentre parte la lotta alla successione, la crisi, scrive Federico Rampini, «perde il regista».

 “La gauche passa dal caviale allo stupro” è questo il titolo in prima pagina de IL GIORNALE, sotto l’apertura dedicata alle amministrative milanesi. Nel catenaccio sopra la grande foto con il primo piano di Dominique Strauss-Kahn si ricorda che l’arrestato è «il candidato della sinistra francese» e nell’occhiello si sottolinea «Nei guai il miliardario anti Sarkozy». Nel commento di Marcello Foa che inizia in prima pagina per proseguire a pagina 13 si legge: «Peccato davvero per il politico e l’economista. Ce ne fossero di Strauss-Kahn: era brillante nell’eloquio, intelligente, dinamico, capace di destreggiarsi tra i poteri e le luci della ribalta. Si diceva ed era socialista, ma solo nominalmente, in realtà era un liberale, anzi un liberista, e per questo assai stimato nella grande industria e nell’alta finanza. Aveva un grande passato, essendo stato più volte ministro, uno splendido presente, nelle vesti di direttore del Fondo monetario internazionale, e un grandioso futuro, (…) Fine ingloriosa, eppure per molti versi affatto sorprendente. Già, perché chi conosceva bene Dominique Strauss-Kahn sapeva bene che in privato non era altrettanto sublime. Sia chiaro: in Francia le storie di letto non sono mai state tema di scandalo politico perché il Paese ha mantenuto una concezione regale del potere. E le Roi, da sempre, ha delle amanti. (…) Ma Strauss-Kahn non si limitava ad avere una o più scappatelle. Era molto, troppo disinvolto. Di più: era ossessionato dal sesso. Nella Parigi che conta tutti sussurravano sulla sua frequentazione di club scambisti e orgiastici. (…)». Non manca nel finale un riferimento “italiano”: «(…) La Francia che fino a ieri ironizzava sui bunga bunga, ora scopre che uno dei sui uomini migliori era in realtà molto, ma molto peggio di Berlusconi. Strauss-Kahn era di fatto, un uomo malato, che però non è stato fermato in tempo, pagando paradossalmente, per la sottile ipocrisia di un Paese la cui stampa non esita a dar lezioni di trasparenza e moralità agli altri, ma che nei confronti dei propri potenti – si chiamino Strauss-Kahn o Sarkozy – si dimostra straordinariamente pavida. Pavida fino all’omertà».  A pagina 12 la cronaca delle accuse e dell’arresto, mentre pagina 13 si apre con il ritratto di Strauss-Kahn scritto da Gian Battista Bozzo: “Il Don Giovanni col sogno dell’Eliseo”. «Dominique Strauss-Kahn è un buon giocatore di scacchi, ma questa volta la sua partita appare senza speranza. A tradirlo, se le accuse saranno confermate, la ben nota passionaccia per le donne, quella che nel 2008 lo portò a un passo dalle dimissioni dal Fondo monetario internazionale. (…) Esponente di spicco della gauche caviar, il socialismo francese che non rinuncia a lussi e privilegi, nel 1986 è già deputato dell’Alta Savoia. Nel ’91 il presidente Mitterrand lo nomina ministro dell’Industria; nel ’97 diventa ministro delle Finanze nel governo della sinistra plurale guidato da Lionel Jospin. Nel ’99 arriva la prima battuta d’arresto: viene accusato di corruzione nello scandalo Elf Aquitaine, e si dimette per difendersi (…)»  prosegue: «(…) È lo stesso Nicolas Sarkozy ad imporlo infatti, nel 2007, come direttore generale del Fondo monetario internazionale, una carica importantissima e di grande prestigio che per qualche strano motivo sembra appannaggio pressoché obbligatorio dei francesi. (…)» e, dopo aver accennato ai pettegolezzi che lo hanno rincorso tra Parigi e Washington, conclude: «La parabola di Dominique Gaston Andrè Strauss-Kahn, costruita a cavallo tra socialismo pubblico e lussi privati, è alla fine. Giocatore abile e spericolato, “DSK” stavolta ha subito lo scacco matto».

“Strauss-Kahn, caso internazionale” titola in prima LA STAMPA. Di spalla un’editoriale di Lucia Annunziata che esamina i riflessi di quanto accaduto per le donne, in particolare per quelle in corsa alla presidenza francese: «L’arresto di Strauss-Khan apre intanto nuove possibilità nella politica francese, creando le condizioni perché una donna arrivi alla presidenza» scrive Annunziata, citando Martine Aubry, socialista e figlia di Jacques Delors finora rimasta nelle retrovie, che dovrà affrontare, dall’altra parte, Marine Le Pen. All’arresto di Strauss-Kahn LA STAMPA dedica le prime quattro pagine di primo piano: due di cronaca a cura dei corrispondenti da New York e due sulla lotta che si sta già scatenando per le poltrone: “Al Fondo monetario è già lotta per i vertici”, titola un pezzo di Stefano Lepri, e in Francia “I socialisti perdono il cavallo vincente per la corsa all’Eliseo”. Il corrispondente da Parigi parla di «terremoto politico»: «comunque vada a finire questa vicenda, con accuse del genere e il processo lungo che sicuramente ne seguirà», Strauss-Khan è fuori dai giochi.

E inoltre sui giornali di oggi:

ISRAELE
LA REPUBBLICA – Scontri al confine libanese: 20 manifestanti uccisi; avevano abbattuto i recinti tentando di entrare in Israele. Dopo i primi colpi di avvertimento, i soldati hanno abbassato la mira ed è stato un bagno di sangue. Il premier israeliano Netanyahu ha detto ieri sera che «Israele è deciso a difendere i suoi confini e la sua sovranità». Oltre a quelli al confine con il Libano, morti anche sulle alture del Golan tra Siria e Israele.

EUTANASIA
CORRIERE DELLA SERA – A pagina 22: “Zurigo vota sì all’eutanasia”. Scrive Luigi Offeddu: “L’hanno sempre chiamato il «turismo della morte» , che lo approvassero o no. E così continueranno a chiamarlo: resta aperta la porta del suicidio assistito e legale, in Svizzera, anche per gli stranieri in arrivo da ogni parte d’Europa e dagli Stati Uniti; due referendum proposti nel cantone di Zurigo da due diversi partiti avevano chiesto il divieto di questa forma di eutanasia, o almeno la sua limitazione ai residenti da almeno 10 anni, dunque l’esclusione degli stranieri; ma ieri ha votato per il «sì» appena il 20 per cento dei cittadini, troppo pochi per cambiare la legge, e per il «no» hanno votato tutti gli altri. Respinta perciò la proposta di trasformare in un reato penale l’assistenza «passiva» al suicidio, vale a dire l’atto di procurare il farmaco mortale, e di affiancare il paziente nelle sue ultime ore. Mentre rimane un reato, come lo è sempre stato, l’intervento «attivo»”.

IMMIGRATI
IL SOLE 24 ORE – “La pagella degli immigrati: sei su sette promossi al test”, titola lo strillo in prima di un ampio servizio a pagina 12: «Nessun bocciato tra gli immigrati a Lecce, Caserta e Rieti. Tutti promossi anche a Prato, dove i candidati (cinesi) hanno superato in massa il test d’italiano voluto dal contratto di integrazione del ministro Maroni come tappa obbligatoria per avere il permesso Ue di lungo-soggiorno. Galeotto quel «cè» senza l’apostrofo che avrà portato le bocciature record di Verona (35%), Venezia (30%) e Vicenza (28%). Da tre mesi è tempo di esami per gli immigrati che vivono e lavorano da almeno cinque anni in Italia, quegli “anziani” che per permanenza e regolarità possono aspirare al documento da non rinnovare ogni anno (come il permesso) e che è anche il primo step verso la cittadinanza. C’è chi si prepara in parrocchia, chi studia seduto davanti alla Tv, chi ripassa al computer. La febbre del test è scoppiata: in tre mesi si sono prenotati in 51mila. E la macchina per dare i voti è partita: in più di 350 centri territoriali scolastici sono state allestite 2.150 sessioni di esame che hanno giudicato più di 20mila candidati. La “pagella” che arriva dal Viminale tira le somme della prima tranche di esordio che si è chiusa con un buon vantaggio delle promozioni (17.449) sulle bocciature (2.750)».

AVVOCATI
ITALIA OGGI – Focus di due pagine “Il pro bono si fa largo anche tre le law firm italiane” sulla diffusione della cultura dell’assistenza legale gratuita a favore di persone svantaggiate e ad associazioni senza scopo di lucro. «L’assistenza può consistere nella costituzione di un’associazione non profit, nell’ottenimento dello status di onlus, nella negoziazione di contratti con terzi o più in generale nell’assistenza day by day delle questioni di possibili controversie» si legge nel pezzo a pag 2 e 3 del dorso Avvocati Oggi. 
 
DONAZIONE CORDONI
CORRIERE DELLA SERA – A pagina 23: “Quei 17 mila cordoni donati inutilmente: non cureranno nessuno”. Scrive Margherita De Bac: “Cordoni ombelicali inutili? È il rischio che incombe sulla maggior parte delle unità di sangue donate dalle mamme italiane subito dopo il parto e conservate gratuitamente nelle diciotto banche della rete nazionale pubblica. Al congresso del Gitmo, il gruppo italiano trapianti di midollo osseo, si è levato infatti un allarme: «Su ventimila sacche congelate (le sacche corrispondono a unità di sangue) appena tremila sono di buona qualità perché conformi ai requisiti internazionali» relativi alla cellularità, cioè alla concentrazione di cellule staminali contenute. La conseguenza è che gli altri 17 mila campioni stoccati in azoto liquido, meno efficaci sul piano della riuscita del trapianto, vengono snobbati dai centri di ematologia stranieri perché ritenuti non adeguati agli standard minimi. In pratica nell’ultimo anno le richieste sono sensibilmente diminuite a favore di cordoni, ad esempio quelli tedeschi, che garantiscono maggiore affidabilità e «cellularità»” 

RINNOVABILI
ITALIA OGGI –  Al mese l’energia pulita costa quanto un cappuccino e brioche. Lo rileva uno studio elaborato dalla facoltà di ingegneria dell’università della Calabria che il quotidiano dei professionisti approfondisce a pag 6 nel pezzo “Rinnovabili con 2 euro in bolletta”. 

SCANDALI
IL GIORNALE – Occupa tutta la pagina 11 l’articolo dedicato a “Il bluff della solidarietà. IL centro per la sclerosi usato come stalla”. Nell’articolo si legge che dopo cinque anni di finanziamenti «nell’ex convegno di Bova Marina (Reggio Calabiria) oggi trovano riparo solo capre e pecore». Nelle prime righe l’affermazione: «Convenzioni con enti locali e finanziamenti nazionali rappresentano l’”habitat” ideale che può essere sfruttato al meglio da personaggi senza scrupoli (…)». Nell’articolo però non si trova nulla che possa far risalire ai colpevoli o anche solo ai sospetti, si parla genericamente di «aziende “chiacchierate” e burocrati statali tutt’altro che onesti». L’unico nome fatto  è quello dell’Aism che con Trenta Ore per la vita aveva raccolto fondi destinati con i fondi del Por Calabria a finanziare i lavori e che è parte lesa della vicenda, l’associazione è in attesa di entrare in possesso del centro «Ma il timore, alla luce degli ultimi sviluppi giudiziari, è che i malati di sclerosi dovranno aspettare ancora molto».


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