Politica

Milano, un voto per l’Italia

Massimo Cacciari: «la rinascita dell’intero Paese passa da qui». E tu cosa ne pensi?

di Redazione

Ha l’amaro in bocca Massimo Cacciari. Milano, la sua Milano (a chi gli ricorda le sue origini veneziane ribatte secco: «Io in questa città ci sto in pianta stabile dal 99, quando a Milano sono stato eletto nel Parlamento europeo e qui ho fondato la facoltà di Filosofia del San Raffaele») questa volta lo ha deluso profondamente. «È mancato il coraggio per dar vita a una coalizione innovativa».

La tirata d’orecchie ha due target ben precisi: Gabriele Albertini, il vecchio leader «che poteva recitare uno spartito assolutamente nuovo» e «la parte buona» del gruppo dirigente locale e nazionale del Pd che ha preferito «non affrontare la sfida di una nuova forma di equilibrio politico». Risultato? «In ogni caso vincerà una coalizione decrepita con un sindaco debolissimo». Moratti e Pisapia sono avvisati. Ma il punto è un altro: «Una cosa deve essere chiara a tutti: Milano è una città con potenzialità e risorse straordinarie e la rinascita dell’intero Paese non può che passare da qui».

Quindi non rimane che riaprire il “laboratorio Milano”?

Bisognerà vedere. Mi auguro che Palmeri, che, a differenza dei suoi avversari, ha davanti a sé una carriera di 20/30 anni, possa avere un buon risultato per essere condizionante al ballottaggio.

Ma non è un errore puntare solo sulla politica, non crede che sia venuto il momento della società civile?

La società civile è un’astrazione totale, come spiegavano i grandi che se ne intendevano, da Hegel in poi. Non c’è una società civile, ce ne sono tante e ognuna rappresenta interessi differenti. Dopo di che nella cosiddetta società civile milanese ci sono eccellenze in campo economico, potenze finanziarie, istituzioni culturali, istituzioni scientifiche, volontariato di enorme livello, ma è la politica che deve fare sinergie, che deve creare i collegamenti tra questi diversi interessi. È la politica che trasforma un condominio in una polis, non sono gli abitanti del condominio che fanno la polis. Queste sono astrazioni assolutamente pazzesche di cui stiamo pagando un prezzo enorme. Ideologie folli che sono venute fuori con Tangentopoli e hanno prodotto Berlusconi e Di Pietro.

E allora, da dove può scattare la scintilla?

Occorre creare un circuito virtuoso che stabilisca una comunanza di intenti fra la politica e alcuni interessi nobili e alti presenti in una parte della società civile, penso a tre/quattro imprenditori e altrettanti scienziati di rilievo che possono costituire il nocciolo duro di un nuovo modo di concepire la città. 

[ … ]

Continua a leggere l’intervista (per i soli abbonati)

E tu cosa ne pensi? Vota il sondaggio qui a fianco


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA