Politica

Ecco i sacrifici di Lisbona

Sintesi del piano di sostegno all'economia portoghese concordato con Bruxelles

di Redazione

Nessuno si e’ spinto a parlare di ‘lacrime e sangue’, ma di sicuro e’ un piano di interventi ad ampio raggio, quello definito da Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale (la cosiddetta ‘troika’) come condizione per l’erogazione di aiuti per un totale di 78 miliardi di euro nei prossimi tre anni.

Nell’elenco dei tagli alla spesa pubblica, infatti, non mancano misure che avranno un impatto profondo sulla vita quotidiana di milioni di cittadini. Fra le misure di austerita’, ad esempio, c’e’ la limitazione dei sussidi di disoccupazione, che non potranno superare i 1048 euro al mese e per un periodo non superiore ai 18 mesi (finora era di tre anni). In compenso – ricorda il quotidiano ‘Publico’ – l’erogazione di questo sussidio viene estesa ai lavoratori autonomi purche’ abbiano 12 mesi di contributi: una misura proposta dal governo socialista per “aumentare la rete di protezione sociale” in un momento cosi’ difficile. Il documento su cui Lisbona e la troika hanno trovato un accordo fissa inoltre precisi paletti all’aumento dei salati minimi. Sul fronte fiscale, le imprese portoghesi vedranno ridotta la ‘tassa sociale unica’, con mancati introiti per le casse pubbliche che verranno compensati da una riforma dell’Iva e da un aumento delle imposte sul settore immobiliare, su quello automobilistico e sul tabacco, oltre che per una serie di beni di consumo.

Annunciando un inasprimento della lotta all’evasione e una proposta di legge per migliorare i controlli, il documento preannuncia anche un congelamento dei benefici e degli incentivi fiscali, oltre alla creazione di una task force ad hoc di giudici con il compito di rendere piu’ veloci i procedimenti relativi al settore fiscale.

Sul fronte infrastrutture, il documento prevede il ritiro del contributo pubblico per il nuovo aeroporto internazionale di Lisbona mentre la realizzazione della linea ad alta velocita’ fra la capitale e Porto (piu’ di 500 km) e’ sospesa per tutta la durata degli aiuti. Dei 78 miliardi di contributi internazionali, poi, 12 sono destinati alla ricapitalizzazione del settore bancario cosi’ da permettere il raggiungimento di un rapporto core tier 1 del 9 per cento entro la fine dell’anno e del 10 per cento entro il 2012. Quanto al Banco Portugue’s de Nego’cios, di cui nel 2008 lo Stato ha acquisito il controllo dopo la scoperta di buchi e irregolarita’, l’accordo con Ue, Fme e Bce prevede la ricerca di un compratore, senza prezzo minimo. Sacrifici sono anche richiesti alle amministrazioni pubbliche con un congelamento degli stipendi e tagli di personale fino al 2 per cento annuo anche grazie alla regola dell’1 per 2 (ovvero una assunzione ogni due dipendenti in uscita).

Un andamento che dovrebbe tradursi in un calo di 8 mila dipendenti pubblici l’anno. Nelle aziende a gestione statale, inoltre, e’ previsto un taglio dei costi gestionali del 15 per cento rispetto al 2009 e l’allineamento dei salari con quelli pubblici. Nessun aumento fino al 2013 neppure per le pensioni, escluse quelle minime, ma questo intervento verra’ finanziato con un taglio sugli assegni previdenziali sopra i 1500 euro.

Se il settore dell’educazione ‘sfugge’ ai tagli voluti dalla troika, sul fronte sanitario sono previsti aumenti di ticket e l’eliminazione di esenzioni, assieme a una riduzione della spesa mirata, che – per quanto riguarda settori come la copertura dei dipendenti delle forze armate e della polizia – nel 2012 tocchera’ il 30 per cento. Le misure definite da troika e governo toccano anche il settore della giustizia, con misure per accelerare i procedimenti ed aumentare l’efficienza dei tribunali.

Congelata infine qualsiasi ipotesi di aumento di spesa per le forze armate. L’elenco degli interventi si conclude con la lista di partecipazioni pubbliche che saranno messe in vendita (dalla compagnia petrolifera Galp alla linea aerea Tap) con introiti stimati in 5,3 miliardi di euro. Il documento prevede comunque un rientro del deficit pubblico piu’ lento del previsto: per quest’anno il disavanzo dovrebbe essere infatti pari al 5,9 % del Pil (le precedenti stime governative parlavano del 4,6%), per scendere al 4,5% il prossimo anno e al 3 % nel 2013, quando invece era previsto un livello del 2%.

Sul deficit pesera’ anche il calo del Pil che sia quest’anno che nel 2012 viene stimato al 2%, anche per via dei tagli alla spesa pubblica stimati nel biennio 2012-2013 a 8,8 miliardi di euro, pari al 5,1% del Pil e che si vanno ad aggiungere ai 9,1 miliardi decisi per l’anno in corso.


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