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Acqua privata, in Bolivia le prime vittime

Il governo boliviano ha appaltato le forniture idriche di alcune città a ditte private, facendo lievitare le tasse sull’acqua

di Redazione

Si fanno purtroppo sentire, e sono pesanti, i primi effetti della petrolarizzazione dell?acqua decisa al Forum mondiale de L?Aja (vedi ?Vita? n° 14). Dai primi di aprile la Bolivia si trova sotto assedio a causa della repressione governativa contro la mobilitazione popolare di protesta seguita all?aumento delle tariffe dell?acqua del 20%. Le popolazioni indigene e contadine hanno proclamato uno sciopero generale. I sindacati agrari e le comunità locali si sono unite allo sciopero con lo scopo di protestare contro il progetto governativo della Legge delle Acque che, affidando la gestione alle compagnie private, determina un aumento delle tariffe a favore delle multinazionali. Le strade sono bloccate, vi sono scontri tra civili e militari, e in alcuni posti comincia a mancare il cibo. L?imposizione dello stato d?assedio per almeno 90 giorni peggiora la situazione per la repressione da parte dell?esercito: finora sono 9 i morti e una dozzina le persone arrestate. La società civile boliviana, la Chiesa, gli organismi di diritti umani contestano la gestione dell?acqua come bene commerciale; in Italia, il coordinamento di Ong Cipsi ha istituito, per iniziativa di Riccardo Petrella, il Comitato internazionale per la promozione di un Contratto mondiale dell?acqua basato sulla gratuità. E sempre per iniziativa del Cipsi, l?assemblea delle Ong europee ha deliberato una risoluzione di richiesta al Parlamento per costituire un Forum europeo di solidarietà mondiale per l?acqua.

Per aderire: www.tin.it/cipsi/acqua/index. html.
Info: 06.54.14.894, mailto:cipsirm@tin.it

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